Coronavirus, per la coppia cinese ricoverata allo Spallanzani si passa alle terapie sperimentali

Ai coniugi di Wuhan, ricoverati da mercoledì 29 gennaio, vengono somministrati farmaci che di norma servono per contrastare Hiv ed Ebola e che sembrano efficaci anche contro il 2019-nCoV. Non è però una nuova cura, ma un tentativo per contrastare l’infezione che ha giù provocato un’insufficienza respiratoria in entrambi i pazienti.
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Giulia Dallagiovanna 6 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Sono stabili le condizioni dei coniugi cinesi ricoverati all'Istituto Spallanzani di Roma. Come ormai saprai, i due provengono da Wuhan, la città della provincia di Hubei, focolaio del nuovo Coronavirus. Sono stati trasportati in ambulanza nella struttura romana il 29 gennaio, quando entrambi mostravano i sintomi tipici dell'infezione, e il giorno successivo è stato confermato: avevano contratto la malattia. Proprio ieri le loro condizioni si sono aggravate ed è subentrata l'insufficienza respiratoria tipica del 2019-nCoV, per cui l'uomo e la donna hanno avuto bisogno di un supporto respiratorio in terapia intensiva. I medici hanno quindi deciso di ricorrere a terapie sperimentali che sono già in corso di studi in altre strutture che accolgono i contagiati dalla nuova epidemia, in particolare in quelle di Pechino e nell'Istituto di Virologia di Wuhan.

Due sono i farmaci presi in considerazione per provare a bloccare la replicazione del virus, rendendolo meno pericoloso e arrivando possibilmente a sconfiggerlo: il lopinavir/ritonavir e il remdesivir.

Il primo prodotto è l'unione tra due molecole antivirali e viene spesso prescritto a chi è affetto da HIV e serve proprio a tenere a bada l'agente patogeno in modo che non provochi ulteriori danni. Era stato arruolato già al tempo della SARS e in uno studio pubblicato su The Lancet vengono riportati i benefici che erano stati ottenuti ai tempi di quell'epidemia e ne viene suggerito l'uso contro il Coronavirus, in quando membri della stessa famiglia.

Il secondo invece è più nuovo ed è stato sperimentato con successo contro il virus Ebola, in Congo. Sembra sia potenzialmente attivo anche per l'infezione da 2019-nCoV ed è già stato pubblicato un articolo su Cell Research in cui i ricercatori cinesi sostengono di aver ottenuto buoni risultati, sebbene al momento solo in vitro. Viene ora somministrato presso lo Spallanzani, e solo su questi due pazienti, dopo aver ottenuto la disponibilità dall'azienda farmaceutica che lo produce grazie alal collaborazione tra l'Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco), le dogane e il ministero della Salute.

Fai attenzione, però: si tratta di terapie sperimentali, come ti ho anticipato all'inizio. Non è stata quindi trovata nessuna cura contro il Coronavirus, per il momento, ma sono solo stati ipotizzati nuovi approcci sulla base di studi e ricerche preliminari.

Per quanto riguarda le altre 39 persone che si trovavano sotto osservazione, 13 delle quali avevano viaggiato sul pullman a stretto contatto con i turisti malati, ne sono state dimesse 32 poiché sono risultate negative ai test. Per quattro invece sono ancora in corso tutti gli accertamenti clinici del caso e infine 5 dovranno rimanere in ospedale, ma per altri problemi di salute in quanto anche nel loro caso il referto degli esami non ha mostrato traccia di infezione.

E allo Spallanzani è stato trasportato anche l'italiano rientrato da Wuhan con il volo militare e che si trovava in quarantena nella cittadella militare di Cecchignola, nella Capitale, assieme agli altri 55 passeggeri rimpatriati assieme a lui. Per ora si tratta dell'unico caso sospetto del gruppo.

Fonte| Istituto Spallanzani

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