Cosa devi fare se il bambino ha sintomi respiratori? Quando c’è il sospetto che sia Covid?

Raffreddori, influenza, bronchioliti e bronchiti. Sono numerose le infezioni respiratorie con cui il bambino potrebbe fare i conti in questa stagione. Ma come si distingue dal Covid 19 e soprattutto che cosa bisogna fare se il piccolo non sta bene? Il clima freddo o la frequentazione scolastica impongono maggiori attenzione alla sintomatologia.
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Valentina Rorato 4 Ottobre 2021
* ultima modifica il 07/01/2022

Quando il bambino è raffreddato, ha la tosse e la febbre è abbastanza normale pensare che possa aver contratto il Covid 19. Nella stagione fredda, però, bisogna ricordarsi che non esiste solo la pandemia, ma che i piccoli sono prima di tutto esposti ai classici malanni di stagione. Come bisogna comportarsi in caso di sintomi respiratori? E quando è bene preoccuparsi realmente?

Prima di tutto non bisogna farsi prendere dal panico al primo sintomo riconducibile al Covid-19. Gli esperti sostengono che questa “nuova stagione” sia un po’ diversa da quella passata. Ricordiamo che in primavera circolava con prevalenza la variante Delta, estremamente contagiosa, adesso circolano diversi virus, tra cui quello del raffreddore e presto quello dell’influenza. Inoltre, c’è una grossa fetta di popolazione vaccinata (più del 77% della popolazione nazionale). Il quadro dunque è cambiato ed è necessario affrontare i sintomi respiratori con adeguata razionalità.

Che cosa fare

Distinguere tra il raffreddore e Covid 19 è difficile, quasi impossibile. Esiste un unico strumento per escludere il problema. E si tratta del tampone. Detto ciò è bene usare il buon senso. La prima cosa da fare è contattare il medico di base o il pediatra.

Se il bambino ha il raffreddore, il naso chiuso o che cola e qualche colpo di tosse o mal di gola senza altri sintomi si può pensare che sia un raffreddamento stagionale. È necessario sospettare che sia qualcosa di più se a questo quadro si associano disturbi gastrointestinali e febbre superiore ai 37.5°. Se invece presenta solo vomito, diarrea o dolori addominali e non ha altro, è possibile supporre che sia un’infezione gastrointestinale.

La tosse è un sintomo che deve essere analizzato a parte, con quella che viene chiamata diagnosi differenziale: quella secca, stizzosa e insistente è più tipica dell’asma e non molto comune in inverno. «Ha ricominciato a circolare anche il virus respiratorio sinciziale (RSV) capace di infettare l’apparato respiratorio provocando bronchiti asmatiformi e bronchioliti. La tosse stizzosa è un sintomo e sarà quindi necessaria in questi casi una diagnosi differenziale. Molte volte però queste forme non danno febbre», ha spiegato Gianvincenzo Zuccotti, direttore del reparto Pediatria all’ospedale Buzzi di Milano, in un'intervista. «In generale se i sintomi si presentano singolarmente: solo raffreddore, solo febbre, solo vomito e diarrea è verosimile che siamo di fronte a malanni di stagione, i classici raffreddori e gastroenteriti virali che accompagnano l’inverno e non al Covid-19».

Se c’è un solo sintomo, il tampone non è necessario. E comunque non va fatto prima di 48 ore dall’insorgere dei disturbi. E la scuola? Se non ha febbre, o comunque non superiore ai 37.5, e se la tosse c’è solo quando cambia posizione (per esempio quando si corica) può frequentare. Ovviamente, è sempre importante anche verificare che non sia stato a contatto con eventuali positivi.

Per il ritorno in comunità dopo un periodo a casa con febbre, tosse e mal di gola, è necessario un tampone dopo di 10 giorni di malattia, mentre può rientrare senza presentare tale certificazione dopo 14 giorni di assenza.

Fonte |Ospedale pediatrico Bambino Gesù

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