Cos’è la rivolta delle chiavi, in migliaia per dire basta alla violenza contro le donne

Le chiavi, simbolo della casa come luogo sicuro ma anche di violenza domestica. Arma che ci portiamo nella borsa e che estraiamo quando di sera camminiamo da sole. Donne (ma anche uomini) sono scesi in piazza a Bologna per fare rumore, una rivolta non violenta ma decisa per dire basta ai femminicidi.
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Evelyn Novello 24 Novembre 2023

É scoppiata mercoledì sera a Bologna ma stasera sarà anche a Roma. In risposta all'omicidio di Giulia Cecchettin e in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, migliaia di donne si sono unite nella rivolta delle chiavi, la protesta che si sta diffondendo nelle città italiane per dare un segnale contro la violenza di genere. In mano alle manifestanti mazzi di chiavi con attaccati fischietti, mollettoni, pompon ma anche un compasso, perché non si sa mai. Le chiavi se, ci pensi, sono il simbolo della casa che dovrebbe essere un luogo sicuro, ma che a volte diventa proprio quella tana in cui il lupo vive indisturbato e sono anche quell'oggetto che stringi tra le nocche mentre torni a casa da sola la sera, quando percepisci ogni figura che cammina dietro a te come un pericolo.

Ora, proprio le chiavi sono il simbolo della lotta femminista. La protesta di Bologna rientra nel complesso di manifestazioni che sta attraversando l'Italia in questi giorni e che continuerà per tutto il fine settimana per fare rumore, ciò che aveva chiesto Elena Cecchettin, rivolta alle telecamere, subito dopo il ritrovamento del cadavere della sorella, Giulia, pochissimi giorni fa a Vigonovo. Il suo invito è stato quello di una sorta di "rivoluzione culturale" perché le oltre 100 donne uccise dal loro partner o ex partner di quest'anno in Italia non sono state una tragedia. Non sono state un evento catastrofico imprevedibile e per cui si può fare il tipico minuto di silenzio. Sono state l'estremizzazione di un sistema patriarcale che per anni è stato normalizzato e istituzionalizzato.

Gli assassini non erano mostri, non erano deviati. Non erano nemmeno lupi solitari a cui le donne devono prestare attenzione con "occhi aperti e testa sulle spalle". Quegli uomini erano figli della nostra società che ha conferito loro il potere, così, per diritto di nascita e a cui non si sono mai ribellati perché, quando hai il potere, rinunciarvi è difficile. Ma ora basta e scenderemo a gridarlo nelle piazze e per le strade, armate di chiavi.