Coxalgia: quali sono le cause del male all’anca e come si può trattare

Il male all’anca è davvero molto comune. In gergo tecnico di chiama “coxalgia”. Vediamo di capire come riconoscerlo e cosa puoi fare per contrastarlo in tempo.
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Valentina Danesi 13 Febbraio 2022
* ultima modifica il 14/11/2022

La coxalgia è di fatto il dolore all'anca, una sensazione che se l'hai provata saprai bene quanto sia fastidiosa. Di solito lo avverti soprattutto nella zona dell'inguine e in alcuni casi arriva a coinvolgere il gluteo. Si tratta di una patologia cronica e purtroppo degenerativa, perciò è importante intervenire subito per cercare di tenere il più possibile sotto controllo i sintomi.

Cos’è

Il nome corretto dal punto di vista medico è coxalgia, ma comunemente lo conoscerai come “dolore all’anca" ed è un disturbo che colpisce sia uomini che donne. Insorge soprattutto con l'avanzare dell'età, ma non è detto che non possa colpire anche persone più giovani. L'intensità varia in base alla gravità della situazione e interessa una parte molto importante del tuo corpo perché, come saprai, è quell'articolazione che congiunge il tronco con la parte inferiore, ovvero le gambe. 

Le cause

In realtà, la coxalgia più che un patologia è un sintomo e può, quindi, indicare la presenza di altre malattie. Ecco qui una lista delle più comuni:

  • l'artrosi primitiva o secondaria dell'anca
  • la necrosi asettica della testa del femore
  • il conflitto femoroacetabolare
  • l'algodistrofia
  • gli esiti di patologie pediatriche dell'anca (come al displasia congenita dell'anca, il morbo di Perthes, l'epifisiolisi)
  • tumori.

E nei più piccoli:

  • la sinovite transitoria dell'anca
  • l'epifisiolisi
  • il morbo di Perthes
  • la displasia congenita dell'anca
  • la coxa vara
  • l'artrite settica dell'anca
  • tumori.

I sintomi

A seconda della causa scatenante, il dolore all'anca può essere avvertito a livello dell'inguine, sulla parte esterna dell'anca o sulla zona del gluteo e può avere intensità diverse. Non solo, a volte si manifesta in abbinamento ad altri problemi come ad esempio lo zoppicare, la rigidità dell'intera zona coinvolta e il gonfiore.

Una domanda però molto importante da porsi è: quando è un semplice fastidio e quando è invece consigliato rivolgersi al medico? Te lo diciamo subito! Quando il male che percepisci:

  • dura da alcuni giorni e non accenna a sparire
  • non migliora nemmeno con ghiaccio e riposo
  • c’è gonfiore o rigidità fatichi a muoverti.

La diagnosi

Di solito per diagnositicare la coxalgia, il medico prescrive radiografie dell’anca insieme a quelle specifiche del bacino. Se dovessi mostrare segnali di artrosi avanzata, la radiogragia potrebbe anche rivelarsi l'unico esame necessario. Si può poi aggiungere l’ecografia per completare il quadro e, se si tratta di bambini, anche l'ecografia. La TC, invece, si dimostra particolarmente importante in un secondo momento per approfondire la situazione e per definire meglio l'eventuale presenza di cisti o tumori ossei. Raramente viene poi prescritta la risonanza magnetica, quando il medico nota o sospetta necrosi della testa del femore, algodistrofia, conflitto femoroacetabolare.

La cura

La cura per la coxalgia non è univoca ma varia in base a ciò che ha causato il dolore. Infatti in alcuni casi si seguono approcci lievi e conservativi (come il risposo, la fisioterapia i farmaci antinfiammatori… tutto ciò è consigliato quando il problema è in una fase iniziale o quando non sembra peggiorare). In altri casi invece non esiste altra scelta se non l’operazione chirurgica.

In linea generale, il trattamento chirurgico è indispensabile quando l'articolazione dell'anca presenta danni strutturali gravi (presenza di fratture, artrosi avanzata e così via) che quindi non ti permettono di muoverti o vivere la tua vita normalmente. O, ancora, se i rimedi conservativi non si sono dimostrati efficaci. Le tecniche si chiamano “artroscopia” e “artroplastica a cielo aperto”.

Fonte| Gruppo San Donato 

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