Tra i difetti congeniti dell’apparato genitale maschile il criptorchidismo è il più comune: più spesso si presenta nei nati prematuri (nel 30% dei casi), meno frequentemente nei neonati a termine (nel 3% dei casi).
Con criptorchidismo si intende la mancata discesa del testicolo nel sacco scrotale, sua sede naturale; nella maggior parte dei casi può riguardare un solo testicolo, criptorchidismo monolaterale, mentre nel minor numero dei casi coinvolgerà entrambi i testicoli, e in questo caso di parlerà di criptorchidismo bilaterale. Quando il testicolo anomalo è uno, prevalentemente si tratterà di quello destro.
Normalmente i testicoli si formano durante la vita fetale e migrano dal retroperitoneo allo scroto, attraversando il canale inguinale entro il settimo mese di gestazione: quando ciò non accade uno o entrambi i testicoli non arrivano allo scroto, alloggiandosi in zone differenti. Nella maggior parte dei casi il testicolo ritenuto può essere rilevato tramite palpazione nel canale inguinale, ma potrebbe alloggiarsi anche in altre sedi, tra cui l’addome, l’inguine o essere addirittura inesistente.
L’80% dei casi di criptorchidismo si risolve spontaneamente entro il terzo mese di vita del neonato, con la discesa naturale del testicolo, o dei testicoli, ritenuti; se entro i sei mesi ciò non avviene, è improbabile che ciò possa ancora accadere senza l’intervento chirurgico.
Il criptorchidismo si presenta come un difetto congenito alla nascita, la cui principale associazione sembrerebbe riscontrarsi in una storia familiare pregressa di criptorchidismo. Le cause reali non si conoscono, molto spesso si tratta di una condizione comune ma idiopatica, quindi non dovuta da cause esterne note.
Tra i fattori di rischio che potrebbero esserne alla base possiamo includere:
Le complicazioni più comuni di criptorchidismo non trattato si possono così elencare:
Se il testicolo ritenuto non scende spontaneamente entro i sei mesi di età, l’unico trattamento possibile è la correzione chirurgica, che si può effettuare già nei neonati. È importante effettuare l’intervento prima possibile, per minimizzare al massimo le probabilità di sviluppare infertilità e la formazione di tumori.
Il trattamento principale si chiama orchidopessi: si tratta di un intervento chirurgico che prevede la mobilizzazione del testicolo ritenuto prelevandolo dalla sede errata in cui si trova per alloggiarlo nella sede corretta. Se è presente anche ernia inguinale verrà anch’essa trattata chirurgicamente.
Se il testicolo ritenuto si trova in sede inguinale l’intervento risulterà più semplice rispetto a quello con sede addominale, in quanto si trova naturalmente più vicino allo scroto: in entrambi i casi l’orchidopessi è un intervento piuttosto sicuro, che non presenta particolari rischi o controindicazioni.