Le crisi epilettiche sono un evento drammatico e molto violento, che possono spaventare non solo chi ne soffre, ma anche chi assiste. E, purtroppo, non è un evento raro: nel mondo ne soffrono 65 milioni di persone, di cui circa 500mila solo in Italia. E proprio nel nostro Paese, si diagnosticano 36 mila nuovi casi l’anno: 20-25 mila con crisi isolate e 12-18 mila con crisi sintomatiche acute. Le cause di questa patologia neurologica, il cui nome deriva dal greco “Epilambanein” e significa essere colti di sorpresa, possono essere diverse e nel 30% dei casi la malattia è farmacoresistente.
È dunque molto importante sapere come comportarsi. Ecco quindi, in occasione della Giornata mondiale contro l’epilessia, che si celebra proprio oggi, alcuni consigli molto importanti per affrontare una crisi epilettica.
Esistono tipi di crisi epilettiche, che possono essere distinte in due grandi categorie: crisi generalizzate e crisi parziali. Le prime colpiscono entrambi i lati del cervello e possono essere classificate in:
Le crisi focali o parziali coinvolgono una sola area del cervello e si distinguono in:
L'epilessia non ha una causa identificabile in circa la metà delle persone con questa condizione. Nell'altra metà, la condizione può essere ricondotta a vari fattori, tra cui:
Alcune persone con crisi focali avvertono segnali di allarme nei momenti prima dell'inizio di una crisi. Questi segnali di avvertimento sono noti come aura. Potrebbero includere una sensazione nello stomaco oppure un'emozione come la paura. Alcune persone potrebbero percepire un déjà vu. L'aura potrebbe anche essere accompagnata da un sapore o un odore. Potrebbero esserci dei sintomi visivi, come una luce fissa o lampeggiante, un colore o una forma. Alcune persone possono avvertire vertigini e perdita di equilibrio. Altri possono vedere cose che non ci sono, note come allucinazioni.
Una crisi epilettica è un'esplosione improvvisa e incontrollata di attività elettrica nel cervello. Può causare cambiamenti nel comportamento, nei movimenti, nei sentimenti e nei livelli di coscienza. Le cellule nervose nel cervello, note come neuroni, creano, inviano e ricevono impulsi elettrici. Ciò consente alle cellule di comunicare. Tutto ciò che interrompe i percorsi di comunicazione può portare a un attacco.
Tutto ciò che interrompe le normali connessioni tra le cellule nervose nel cervello può causare una crisi epilettica; questo include febbre alta, ipoglicemia, astinenza da alcol o droghe o commozione cerebrale. In queste circostanze, chiunque può avere uno o più attacchi. Tuttavia, quando una persona ha due o più crisi ricorrenti non provocate, si considera che abbia l'epilessia. Esistono molte possibili cause dell'epilessia, tra cui uno squilibrio di sostanze chimiche di segnalazione nervosa chiamate neurotrasmettitori, tumori, ictus e danni cerebrali dovuti a malattie o lesioni, o una combinazione di questi. Nella maggior parte dei casi, potrebbe non esserci alcuna causa rilevabile per l'epilessia.
La maggior parte delle crisi dura da 30 secondi a due minuti. Un attacco che dura più di cinque minuti è un'emergenza medica. Sono eventi abbastanza rapidi, ma estremamente violenti.
Dopo una crisi epilettica ci si sente stanchissimi, deboli e doloranti a causa delle forti contrazioni muscolari. Inoltre, si potrebbe avere una contrattura della mandibola. Le persone possono avere un forte mal di testa ed essere in stato confusionale. Questi effetti post-convulsivi sono definiti stato post-ictale. Alcune persone presentano debolezza da un solo lato del corpo dopo una crisi, e tale sensazione perdura oltre la crisi convulsiva (una condizione definita paralisi di Todd).
Può essere molto complicato gestire una crisi epilettica e ci vuole una certa prontezza di riflessi. Prima di tutto non farti prendere dal panico e segui le seguenti istruzioni:
Bisogna poi monitorare la durata delle manifestazioni motorie e se superano i 5 minuti somministrare il farmaco indicato dal medico da cui si è seguiti. Esistono due possibilità: il diazepam per via rettale o il midazolam somministrato con una apposita siringa per via orale.
Quando chiamare l’ambulanza? Nella maggior parte dei casi non c’è bisogno, se però la persona al termine non riesce a recuperare, ha difficoltà respiratorie o ha fatto una brutta caduta, conviene contattare il 118.
Fonte | Ospedale Niguarda; GruppoSandonato