Dalla Svezia il primo camion fotovoltaico ibrido al mondo: funzioni e caratteristiche

Si tratta del primo mezzo, che può già circolare, tappezzato da pannelli fotovoltaici i quali garantiranno energia solare per far funzionare la componente elettrica. Vediamo insieme nel dettaglio tutte le sue caratteristiche.
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Mattia Giangaspero 5 Settembre 2023

Parliamo sempre di prototipi, concept, idee, mezzi sostenibili, ma per il futuro. Adesso possiamo raccontarti anche di un mezzo finalmente già pronto all'uso. Si tratta del primo camion fotovoltaico ibrido al mondo prodotto in Svezia e che può circolare in strada. sarà infatti utilizzato negli incarichi di trasporto giornalieri di merci.

La particolarità di questo camion è che è ricoperto da pannelli fotovoltaici e quindi può viaggiare grazie all'energia solare che produce elettricità.

Di solito, però per ricavare energia solare in grandi quantità utile occorrono una certa esposizione e una certa superficie che si può ottenere con impianti fissi. E per questo motivo l'azienda produttrice ha costruito un camion ibrido, ovvero oltre che con la componente di pannelli fotovoltaici (18 metri che avvolgono l'intera vettura), anche con la componente elettrica. 

In pratica quando l'energia solare sarà sufficiente, questa garantirà energia alla componente elettrica. 

Il veicolo in questione è dotato di un propulsore ibrido plug-in da 560 CV e di 300 kWh di batterie suddivise tra camion e semirimorchio, rispettivamente per 100 e 200 kWh.

Secondo la Casa madre, "Scania", la potenza ricavata da questa soluzione è pari a 8.000 kWh l'anno, equivalente a quella ottenibile da un impianto solare montato sul tetto di una casa, con un'efficienza massima di picco di 13,2 kW, e l'energia è sufficiente per aumentare l'autonomia di circa 5.000 km l'anno stimati sulla base delle condizioni climatiche della Svezia.

Il progetto infine impiega una nuova generazione di celle solari, più leggere e montate in tandem. Questo rende più efficace la conversione dell'energia solare in elettricità consentendo ai pannelli di produrne fino al doppio rispetto ai pannelli tradizionali e, di nuovo, anche 3-4 volte di più in aree più soleggiate.

Ovviamente il fine ultimo non è solo quello di testare come si comporterà il mezzo durante tutto il suo ciclo di vita, ma anche e soprattutto l'obietto sarà quello di esaminare la riduzione delle emissioni di CO2.