Demenza e declino cognitivo, tra le cause c’è anche la fibrillazione atriale: lo studio dell’ospedale Molinette di Torino

Un team di ricercatori dell’ospedale Molinette e del Politecnico di Torino ha scoperto come il battito irregolare causato dalla fibrillazione atriale, un’aritmia cardiaca molto diffusa, sia in grado di ridurre l’afflusso di sangue al cervello, provocando così il declino delle funzioni cognitive e la comparsa della demenza.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Alessandro Bai 23 Aprile 2021
* ultima modifica il 02/06/2021

Forse sei abituato ad associare problemi come la demenza e il declino cognitivo all’avanzare dell’età, piuttosto che alla fibrillazione atriale, ovvero l’aritmia cardiaca più diffusa in assoluto. Potrebbe sorprenderti, quindi, sapere che anche un ritmo irregolare del tuo cuore può favorire in qualche modo la comparsa di queste condizioni neurologiche, causando un graduale peggioramento delle funzioni cognitive e favorendo appunto lo sviluppo della demenza.

La scoperta arriva da un team di cardiologi e ricercatori dell’ospedale Molinette della Città della Salute e da un gruppo di ingegneri del Politecnico di Torino, autori di uno studio pubblicato sulla rivista Europace che spiega il meccanismo in cui anche un’aritmia può avere effetti sul cervello.

Demenza e fibrillazione atriale: qual è il legame

Devi sapere che il ritmo a cui batte il tuo cuore è estremamente importante per far sì che il sangue raggiunga ogni parte del tuo corpo, cervello compreso. Se soffri di fibrillazione atriale, un’aritmia tra le più diffuse al mondo ma a volte del tutto asintomatica, il tuo battito cardiaco diventa irregolare e a risentirne è anche il flusso sanguigno cerebrale.

Per osservare questo legame, i ricercatori dell’ospedale Molinette e del Politecnico di Torino hanno condotto uno studio su circa 50 pazienti, applicando sulla loro fronte delle piccole sonde in grado di monitorare l’afflusso di sangue a livello del cervello: questo metodo, chiamato spettroscopia quasi infrarossa (Nirs), ha permesso di vedere le alterazioni passeggere ma ripetute che un’aritmia può causare nel flusso dei piccoli vasi sanguigni cerebrali.

È attraverso questo processo, secondo Gaetano Maria De Ferrari, direttore della Cardiologia universitaria e tra gli autori dello studio, che la fibrillazione atriale può causare alla lunga declino cognitivo e demenza: “Crediamo che queste transitorie riduzioni critiche dell’afflusso di sangue al cervello contribuiscano a lungo termine alla genesi della demenza e più in generale al deficit cognitivo associato alla fibrillazione atriale”.

Va però detto che le modifiche alla quantità di sangue che affluisce al cervello, sempre stando a quanto osservato dai ricercatori, scompaiono quando il ritmo cardiaco torna regolare, motivo per cui le strategie terapeutiche per ripristinare il normale battito del cuore nei pazienti che soffrono di fibrillazione atriale diventeranno ancora più importanti, poiché in grado di ridurre anche il rischio di conseguenze a livello cerebrale.

Fonte| "Increased beat-to-beat variability of cerebral microcirculatory perfusion during atrial fibrillation: a near-infrared spectroscopy study" pubblicato su Europace il 13 aprile 2021

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.