Docce, fornelli, lavatrici: l’inconsapevole impatto ambientale delle tue attività domestiche

L’inquinamento non deriva soltanto dalle automobili o dalla scorretta gestione dei rifiuti in discarica. Siamo noi infatti i primi, inconsapevoli responsabili di un avvelenamento ambientale che ha inizio dalle mura di casa nostra.
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Rubrica a cura di Sara Del Dot
28 Ottobre 2019

Riconosciamo l’inquinamento solo quando ci troviamo fuori casa. Lo vediamo nei gas di scarico, sui muri dei palazzi ingrigiti dallo smog, nell’immondizia abbandonata attorno ai bidoni strabordanti, nella plastica che galleggia accanto a noi mentre facciamo il bagno. Eppure un’enorme percentuale dell’inquinamento che affligge il mondo che ci circonda proviene direttamente da dentro le nostre case. Eh già, perché siamo noi l’origine di gran parte delle emissioni nocive, dei rifiuti indifferenziati, delle microplastiche che affollano gli oceani. Basti pensare che l’inquinamento proveniente dalle nostre case è in grado di superare fino a sette volte quello esterno, colpendo in primi noi, che trascorriamo il 90% della nostra giornata in ambienti chiusi (d’inverno anche sigillati) e poi anche l’ambiente.

La cosa più incredibile è che molto spesso tutto questo deriva da attività che compiamo in modo automatico, quasi inconsapevolmente, che tuttavia sono riuscite con il tempo a posizionarsi come parte integrante e fondamentale del gruppo di nemici del Pianeta che stiamo imparando a conoscere in questa rubrica. Vuoi sapere in che modo contribuisci a danneggiare il mondo semplicemente trascorrendo una giornata nella tua casa dolce casa? Continua a leggere.

Innanzitutto cerchiamo di capire quali sostanze aleggiano tra le mura delle nostre abitazioni senza che ce ne rendiamo conto. Inconsapevolmente infatti siamo esposti ogni giorno a elementi come monossido di carbonio, biossido di azoto, biossido di zolfo, formaldeide, benzene, idrocarburi aromatici policiclici, ozono, particolato aerodisperso, campi elettromagnetici.

Queste sostanze dai nomi strani e astrusi, in realtà non sono altro che gli effetti di diverse nostre attività, ma anche componenti indesiderate di oggetti che abbiamo portato dentro casa e non immaginavamo potessero portare con sé. La formaldeide, ad esempio, può essere immessa nell’atmosfera casalinga dopo essersi staccata da vernici di mobili vecchi o di dubbia provenienza, così come tante altre sostanze con potenziali effetti tossici. Ma ci sono anche fenomeni che non possono essere evitati, ma soltanto diminuiti.

Sicuramente non ci fai caso mentre sei sotto la doccia a rilassarti, quando arrostisci della carne per il pranzo domenicale o ancora quando metti i vestiti a lavare. Eppure anche le azioni apparentemente più innocue che compi tra le mura di casa possono avere un impatto ambientale non indifferente.

Il riscaldamento domestico (caldaie, termosifoni ecc) ad esempio può arrivare a emettere CO2 fino a sei volte in più di auto e camion che circolano per i centri urbani. Doccia e vasca da bagno, poi, sono abitudini quasi sempre accompagnate da un vero e proprio spreco di risorse idriche, spreco che potrebbe essere ridotto in maniera consistente se solo si facesse leggermente più caso al tempo in cui restiamo immobili a riflettere con lo sguardo nel vuoto mentre l’acqua bollente ci scorre addosso. Senza contare l'energia necessaria per riscaldare l’acqua alla tua temperatura preferita.

Anche cucinare, che per molti rappresenta un’attività fonte di piacere assoluto, può risultare dannosa per l’aria che respiri, soprattutto se lo fai senza utilizzare una cappa o tenendo le finestre chiuse. Infatti, gli apparecchi di cottura, se a gas o a metano, emettono biossido di azoto, monossido di carbonio e talvolta anche formaldeide, ma l’impatto sull’atmosfera della tua cucina non si esaurisce negli strumenti che usi. Infatti, secondo alcuni studi anche arrostire della carne o della verdura può produrre poveri sottili (PM 2,5 in particolare) a livelli tali da rendere la tua cucina inquinata come Nuova Delhi.

Infine, anche per l’abitudine di lavare i vestiti in lavatrice dovresti avere un occhio di riguardo. Innanzitutto per la quantità di acqua utilizzata, poi per l’energia elettrica consumata. Ma soprattutto, devi sapere che la tua lavatrice è uno dei canali preferenziali attraverso cui microfibre e microplastiche raggiungono gli oceani, inquinandoli in maniera invisibile e diventando “cibo” per gli abitanti del mare, gli stessi che un giorno potrebbero raggiungere i nostri piatti. Assieme ai nostri vestiti di Zara.

Questo articolo fa parte della rubrica
Sono nata e cresciuta a Trento, a due passi dalle montagne. Tra mille altre cose, ho fatto lunghe passeggiate nel bosco altro…