
Un dolore localizzato al capezzolo di uno o di entrambi i seni è una sensazione che le donne conoscono bene. Ci vuol poco a irritare questa delicata parte del nostro corpo. Anche gli uomini, però, hanno i capezzoli! E anche a loro possono far male, per mille motivi, non escluso quello che fa più paura: il carcinoma della mammella. Ma… prima di fasciarti la testa perché hai appena scoperto che toccandolo il tuo capezzolo destro risulta dolente, fermati 5 minuti a leggere le 8 possibili cause di questo fastidio. Probabilmente, scoprirai, la ragione è tutt’altro che drammatica. Proviamo quindi ad approfondire l’argomento.
Davvero si tratta della causa più comune. Se sei donna, sai che basta un reggiseno della misura sbagliata, troppo stretto o di un tessuto rigido all’interno della coppa, specialmente se attraversato da cuciture o stecche, per ritrovarti con i capezzoli in fiamme. Ma se sei uomo, anche a te può capitare lo stesso: a causa di una maglia o di una canotta ruvida, sintetica e poco traspirante o di un tessuto come la lana che a diretto contatto con la pelle sensibile del capezzolo finisce per creare una bella irritazione.
Stai quindi molto attento a ciò che indossi, soprattutto se hai la pelle delicata e ancora di più quando fai sport o in estate, perché il sudore, macerando tra i seni, “cuoce” anche i poveri capezzoli. Sintomi di un dolore da sfregamento sono anche un inaridimento della pelle dell’areola, che tira o “punge”, e persino formazione di piccole ragadi, feritine che possono sanguinare. Se sei donna: acquista e indossa reggiseni comodi e della tua misura, non badare solo all’estetica di questo capo d’abbigliamento!
Si allaccia al punto precedente: un capezzolo già irritato è soggetto ad infezioni. Altre pre-condizioni che facilitano questa complicanza sono l’allattamento per le donne, l’insorgenza di eczemi e dermatiti per cause che a breve ti dirò, e naturalmente eventuali traumatismi con ferite. Tra le più comuni infezioni troviamo quella fungina, in particolare da Candida albicans, lo stesso microrganismo che provoca il mughetto del cavo orale nei bambini e la candidosi vaginale nelle donne. In questo caso il capezzolo appare più rosa del normale, un po’ gonfio e dolorante, la pelle dell’areola arrossata e squamosa.
Altra tipica infezione del seno femminile è la mastite, che si verifica nelle donne durante l’allattamento a causa di un ingorgo nei dotti galattofori e che deve essere trattata con antibiotici. Tra i sintomi di una mastite trovi:
Dolore, irritazione, pelle secca, squamosa o con formazione di crosticine sono sintomi di una dermatite atopica, ovvero di un'infiammazione cutanea a carico del capezzolo. Questo tipo di reazione può anche essere conseguenza di un’allergia, ad esempio da contatto. Non dimenticare che la cute del seno, che è più sottile e sensibile rispetto a quella del resto del corpo, è praticamente sempre coperta. Sia i tessuti che anche le creme e i detergenti per il corpo, quindi, possono darti una reazione allergica provocando la comparsa di eczemi e arrossamenti pruriginosi. In questi casi devi rivolgerti al dermatologo.
Stai sempre attento ai prodotti che usi per l’igiene o per la bellezza, inclusi i trattamenti fai da te. Potresti, senza saperlo, sviluppare una ipersensibilità ad alcuni componenti specifici. Tra gli allergeni più comuni trovi:
La dermatite atopica è invece una malattia infiammatoria della pelle le cui cause sono in parte sconosciute. Le zone più colpite sono il cuoio capelluto, il viso, le mani, ma anche il seno non è da escludersi.
Anche l’attività sessuale potrebbe procurarti un certo dolore o indolenzimento al capezzolo per iper stimolazione. Sappiamo che il seno, e in particolare i capezzoli, sono zone erogene del corpo, che quindi si eccitano al contatto e alla manipolazione dandoci piacere, ma… attenzione a non esagerare! Accarezzare con troppo vigore o insistentemente una parte del corpo così delicata e sensibile può diventare un tormento, anziché un piacere. Guanti di velluto… dunque!
Riguarda le donne e fa parte del dolore al seno definito ciclico, ovvero collegato con le fasi del ciclo mestruale. Una settimana circa prima delle mestruazioni, spesso anche durante i primi giorni di flusso, potresti accorgerti che il tuo seno è diventato ipersensibile, probabilmente più gonfio del normale, tanto che potresti addirittura tollerare a fatica il reggiseno.
Non sempre i tumori maligni causano dolore, e non fa eccezione il carcinoma della mammella. Ma… esiste la possibilità che un persistente dolore al capezzolo rappresenti un campanello d’allarme. Nota bene: il dolore è in questo caso monolaterale e investe il capezzolo, ma non solo. Esiste però anche una rara forma tumorale che a differenza del carcinoma della mammella, parte proprio dal tessuto del capezzolo: la malattia di Paget. I sintomi da annotare sono:
In presenza di questi sintomi, corri dal medico!
Durante la gravidanza il seno cambia, aumenta di volume, si prepara a produrre il latte per il nascituro, e queste modifiche possono darti qualche problema. I capezzoli diventano via via più scuri, l’areola si allarga, possono persino comparire delle piccole bollicine tutt’intorno. Non devi preoccuparti, è tutto normale! Man mano che la gravidanza procede e il tuo seno si appesantisce, provvedi a cambiare la tua biancheria intima in modo da renderla compatibile con le tue nuove esigenze. Ti servono reggiseni elastici, che ti sostengano senza costringerti. Se necessario puoi indossare il reggiseno anche durante la notte, per molte future mamme questo accessorio diventa un grande amico del seno, riducendo anche il rischio di smagliature e microtraumi.
Quando una neomamma allatta, sebbene non esista gesto più naturale, può avvertire dei fastidi è una cosa che, anzi, capita spesso. Il capezzolo può ulcerarsi con formazione di ragadi, sottili fissurazioni molto dolorose, e in generale apparire dolente e come “allungato” dopo le tante poppate. Tuttavia, all’origine di questo problema c’è spesso un errore nelle tecniche di allattamento. Se il bambino non viene “attaccato” correttamente alla mammella o non viene sostenuto nella posizione migliore per lui, finisce per tirare il capezzolo per suggere il latte, non riuscendo a metterlo in bocca completamente.
Per questa ragione, quando ancora sei in attesa, ti viene consigliato di seguire i corsi pre parto, dove ostetriche preparate ti informeranno sulle modalità corrette dell’allattamento. Ma anche dopo il parto, prima delle dimissioni, verrai opportunamente istruita. Ma se hai ancora dubbi o ti sembra di non riuscire ad allattare al meglio, e con il minimo fastidio, il tuo bambino, richiedi il consulto del pediatra. Attenzione massima all’igiene del seno e del capezzolo in particolare dopo le poppate, e se usi il tiralatte, fallo con delicatezza, senza fretta.
Fonte| Fondazione Veronesi