Cosa significa quando ti fa male il ginocchio ma non appare nessun gonfiore o arrossamento all'esterno? Perchè fa male? Una della cause più probabili è l'artrosi del ginocchio, o gonartrosi, una malattia degenerativa dovuta all'usura delle cartilagini.
Il dottor Riccardo Ruggeri, medico ortopedico, ti spiegherà quando è il caso che ti sottoponga a una visita specialistica e in quali casi è necessario un intervento chirurgico.
Capita di chiedersi com’è fatta internamente una parte del nostro corpo solo quando… fa male. Prendiamo il caso del ginocchio, articolazione quando mai delicata ed esposta a traumi e contusioni. Sai com’è fatta? Probabilmente hai un’idea un po’ vaga delle sue componenti strutturali. Vediamo di fare un po’ di chiarezza., così sarà anche più semplice capire cosa succede quando ti duole. Le parti di cui quest’articolazione mediana della gamba si compone sono le seguenti, e tutte sono suscettibili di subire lesioni di caria natura:
Tutte queste strutture son perfettamente integrate per permetterti di fare tutti i movimenti che ti viene in mente di fare, e che spesso compi senza neppure rendertene conto: piegarti, camminare, inginocchiarti, calciare, correre, saltare eccetera. Proprio per la gran mole di “lavoro” che l’articolazione delle nostre ginocchia si deve sobbarcare costantemente, è soggetta a lesioni e microtraumi da usura, dovuti a sovraccarico funzionale, ma anche a problemi più “drammatici”, quindi veri e propri eventi traumatici molto dolorosi e invalidanti come la rottura di una o più strutture che lo compongono.
Tuttavia, nella maggior parte di questi casi uno dei sintomi, a parte il forte dolore, è l’edema, il gonfiore, che testimonia l’avvio di un processo infiammatorio. Ma che significato attribuire, invece, a un mal di ginocchio che non si “vede” dall’esterno? Un dolore interno? Proviamo a fare qualche ipotesi.
Senti ogni tanto, o costantemente, un dolorino all’interno del ginocchio, che può essere sordo, un po’ come un fastidio di sottofondo, oppure più acuto e bruciante, ma all’esterno non si nota nulla di diverso dal solito? Allora le possibili cause si riducono rispetto al classico dolore al ginocchio da trauma (ad esempio rottura dei legamenti, frattura, contusione). Posso provare a ipotizzare che:
La definizione specifica di questa malattia degenerativa dell’articolazione del ginocchio è gonartrosi, e se stai pensando di essere troppo giovane per soffrirne, forse ti sbagli. Intanto, cos’è esattamente l’artrosi? È un processo irreversibile di deterioramento della cartilagine articolare, quel tessuto morbido ed elastico che impedisce alle ossa di entrare direttamente in contatto le uno con le altre andando a confliggere e provocando dolorose frizioni. Ecco, hai capito: se quel tessuto ammortizzante si consuma, allora le ossa del tuo ginocchio, che come abbiamo visto sono quattro, magari non tutte in contemporanea e non sempre, ma finiscono per sfregare tra di loro procurandoti dolore e fastidio. Con l’andare del tempo la gonartrosi può rivelarsi invalidante, costringendoti ad usare un bastone o un appoggio per muoverti.
Ma… non drammatizziamo, prima di arrivare a conseguenze così drammatiche, puoi fare molto. Devo comunque ricordarti che l’artrosi è una malattia progressiva che non si può curare, ma solo rallentare. Prima comincia, più probabile sarà per te avere difficoltà nel muoverti una volta raggiunta la terza età. Attento, pertanto, ai fattori di rischio. Sei più soggetto alla gonartrosi se:
Cosa puoi fare per ritardare il processo degenerativo a carico dell’articolazione del ginocchio e preservarne a lungo la funzionalità? Di seguito qualche consiglio.
In generale, se hai problemi o dolori ricorrenti al ginocchio, devi andare a farti controllare da un ortopedico. Nel frattempo stai a riposo. Potrebbe essere necessario che ti sottoponga ad esami diagnostici tra cui ecografie, risonanze magnetiche e radiografie. Se la diagnosi è quella di gonartrosi, puoi fare diverse cose. Prima di tutto, se il processo non è in fase acuta, ovvero non c’è infiammazione, puoi rallentare l’invecchiamento del tuo ginocchio facendo attività fisica che lo mantenga allenato e soprattutto ben ossigenate le sue strutture interne. Ginnastica, nuoto, camminate, oltre alla fisioterapia e ai massaggi, possono aiutarti a stare subito meglio. Sotto il profilo strettamente terapeutico, le soluzioni per alleviare i sintomi dolorosi della gonartrosi sono:
Abbiamo chiesto al dottor Riccardo Ruggeri, medico ortopedico al Centro Medico Santagostino e all’Istituto clinico Humanitas, dopo quanto tempo è bene fare valutare un ginocchio dolente a uno specialista:
“Dopo una settimana che si avverte dolore al ginocchio, è il caso di attivarsi. Di solito il medico di famiglia consiglia un antinfiammatorio-antidolorifico, ma se il male non passa devi rivolgerti a uno specialista.
A questo punto si decide come procedere in base anche al tipo di paziente. É bene effettuare delle indagini strumentali prima di recarsi dallo specialista; chi ha meno di 60 anni o, addirittura, meno di 50 può, ad esempio, eseguire una risonanza magnetica, per arrivare dallo specialista già con i primi esiti. Se invece il paziente è più anziano, di solito si esegue una radiografia alle ginocchia sotto carico, ovvero in piedi.
Lo specialista poi deciderà un trattamento in base ai risultati. Di solito, se si tratta di una persona anziana che soffre di artrosi, viene prescritta una terapia antinfiammatoria o infiltrativa, a base di iniezioni con acido ianuronico.
In alcuni casi, però, è necessario un intervento chirurgico nel quale viene inserita una protesi articolare. Naturalmente si decide anche in base alle condizioni di salute del paziente, ad esempio se ha già subito infarti o se soffre di diabete saranno necessari ulteriori approfondimenti diagnostici in modo da arrivare all’intervento nella miglior condizione possibile. Ma se una persona gode di buona salute, anche se è molto avanti con l’età, si può discutere con l’équipe di anestesisti ed internisti e poi decidere di intervenire.
Dopo l’intervento, si comincia subito la fisioterapia, già il giorno stesso dell’intervento. Bisogna infatti abituarsi a camminare con una protesi e capire che non si è malati, ma si è solo dovuto sostituire una parte del nostro corpo. Per questo motivo, una persona non dovrà rimanere a letto in attesa di guarire, ma tornare a essere autosufficiente il prima possibile.”
Fonti| Humanitas; Fondazione Veronesi