Dolore al ginocchio senza gonfiore? Potrebbe trattarsi di artrosi

Cosa significa quando ti fa male il ginocchio ma non appare nessun gonfiore o arrossamento all’esterno? Quali possono essere le cause? Proviamo a fare un elenco delle opzioni possibili. Ma ti anticipo che una della cause più probabili è l’artrosi del ginocchio, o gonartrosi, una malattia degenerativa dovuta all’usura delle cartilagini.
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Paola Perria 3 Novembre 2018
* ultima modifica il 27/06/2023
Con la collaborazione del Dott. Riccardo Ruggeri medico ortopedico presso il Centro Medico Santagostino e l’Istituto clinico Humanitas

Cosa significa quando ti fa male il ginocchio ma non appare nessun gonfiore o arrossamento all'esterno? Perchè fa male? Una della cause più probabili è l'artrosi del ginocchio, o gonartrosi, una malattia degenerativa dovuta all'usura delle cartilagini.

Il dottor Riccardo Ruggeri, medico ortopedico, ti spiegherà quando è il caso che ti sottoponga a una visita specialistica e in quali casi è necessario un intervento chirurgico.

Com'è fatto il ginocchio?

Capita di chiedersi com’è fatta internamente una parte del nostro corpo solo quando… fa male. Prendiamo il caso del ginocchio, articolazione quando mai delicata ed esposta a traumi e contusioni. Sai com’è fatta? Probabilmente hai un’idea un po’ vaga delle sue componenti strutturali. Vediamo di fare un po’ di chiarezza., così sarà anche più semplice capire cosa succede quando ti duole. Le parti di cui quest’articolazione mediana della gamba si compone sono le seguenti, e tutte sono suscettibili di subire lesioni di caria natura:

  • Legamenti. Sono quattro strutture fibrose che mantengono stabile e salda l’articolazione. Due sono laterali e sono denominati collaterale mediale (LCM) e collaterale laterale (LCL). Due, invece, sono “crociati”, proprio perché si incrociano formando una X. Sono il crociato anteriore (LCA) e il crociato posteriore (LCP)
  • Menischi. Sono due, uno mediano e uno laterale, simili a cuscinetti fatti di cartilagine, e fungono da “ammortizzatori”, permettendo all’articolazione di flettersi e muoversi in modo fluido, senza traumi
  • Ossa. Le ossa che si “incontrano” nell’articolazione del ginocchio sono quattro. Uno superiore, il femore, due inferiori, tibia e perone, e uno centrale, la rotula
  • Muscoli. Sono due, il quadricipite, che trovi posteriormente all’articolazione, e il bicipite femorale anteriormente

Tutte queste strutture son perfettamente integrate per permetterti di fare tutti i movimenti che ti viene in mente di fare, e che spesso compi senza neppure rendertene conto: piegarti, camminare, inginocchiarti, calciare, correre, saltare eccetera. Proprio per la gran mole di “lavoro” che l’articolazione delle nostre ginocchia si deve sobbarcare costantemente, è soggetta a lesioni e microtraumi da usura, dovuti a sovraccarico funzionale, ma anche a problemi più “drammatici”, quindi veri e propri eventi traumatici molto dolorosi e invalidanti come la rottura di una o più strutture che lo compongono.

Tuttavia, nella maggior parte di questi casi uno dei sintomi, a parte il forte dolore, è l’edema, il gonfiore, che testimonia l’avvio di un processo infiammatorio. Ma che significato attribuire, invece, a un mal di ginocchio che non si “vede” dall’esterno? Un dolore interno? Proviamo a fare qualche ipotesi.

Quando fa male

Senti ogni tanto, o costantemente, un dolorino all’interno del ginocchio, che può essere sordo, un po’ come un fastidio di sottofondo, oppure più acuto e bruciante, ma all’esterno non si nota nulla di diverso dal solito? Allora le possibili cause si riducono rispetto al classico dolore al ginocchio da trauma (ad esempio rottura dei legamenti, frattura, contusione). Posso provare a ipotizzare che:

  • Il dolore sia dovuto a sovraccarico funzionale e tu abbia solo bisogno di riposo. Può succedere che le strutture interne, i legamenti, i tendini, i menischi, pur senza danneggiarsi in modo grave, subiscano dei microtraumi da sforzo che ripetuti nel tempo provocano la sindrome dolorosa
  • Tu sia un po’ in sovrappeso e le tue ginocchia risentano del troppo peso che devono sorreggere
  • Tu abbia una deviazione dell’articolazione – ad esempio ginocchio varo (o gambe da fantino), e ginocchio valgo (gambe a X) – che alla lunga abbiano creato degli squilibri interni creandoti qualche problema e facendoti percepire dolore e fastidio. Questo può accadere quando le ossa di un’articolazione non sono allineate come dovrebbero
  • Rigidità articolare. Può subentrare quando si rimane a lungo nella stessa posizione, come ad esempio in ginocchio o con le gambe incrociate, e il sangue non affluisce bene nelle strutture interne del ginocchio provocando un dolore simile a puntura di spillo e soprattutto rigidità articolare con difficoltà nel movimenti
  • Osteoporosi. Questa malattia delle ossa è più probabile nelle donne dopo la menopausa, perché la cessazione dell’attività ovarica con conseguente interruzione nella produzione di ormoni estrogeni si ripercuote negativamente anche sul benessere delle ossa, le quali diventano più fragili e porose, e aumenta il rischio che si possano spezzare (fratture spontanee). Pertanto anche dolori all’articolazione del ginocchio e scricchiolii possono essere spia di un problema di questo tipo
  • Se il dolore è accompagnato da un suono secco come una specie di schiocco, allora la causa è sicuramente l’artrosi del ginocchio. Dal momento che quest’ultima è la causa più comune e più probabile, è bene approfondire un po’.

L'artrosi del ginocchio

La definizione specifica di questa malattia degenerativa dell’articolazione del ginocchio è gonartrosi, e se stai pensando di essere troppo giovane per soffrirne, forse ti sbagli. Intanto, cos’è esattamente l’artrosi? È un processo irreversibile di deterioramento della cartilagine articolare, quel tessuto morbido ed elastico che impedisce alle ossa di entrare direttamente in contatto le uno con le altre andando a confliggere e provocando dolorose frizioni. Ecco, hai capito: se quel tessuto ammortizzante si consuma, allora le ossa del tuo ginocchio, che come abbiamo visto sono quattro, magari non tutte in contemporanea e non sempre, ma finiscono per sfregare tra di loro procurandoti dolore e fastidio. Con l’andare del tempo la gonartrosi può rivelarsi invalidante, costringendoti ad usare un bastone o un appoggio per muoverti.

Ma… non drammatizziamo, prima di arrivare a conseguenze così drammatiche, puoi fare molto. Devo comunque ricordarti che l’artrosi è una malattia progressiva che non si può curare, ma solo rallentare. Prima comincia, più probabile sarà per te avere difficoltà nel muoverti una volta raggiunta la terza età. Attento, pertanto, ai fattori di rischio. Sei più soggetto alla gonartrosi se:

  • Hai fatto o fai lavoro usuranti che mettono sotto continuo sforzo l’articolazione
  • Hai subito più lesioni alle strutture del ginocchio nel corso della vita
  • Fai vita sedentaria
  • Fumi
  • Sei una donna in menopausa
  • Sei obeso o in forte sovrappeso

Cosa puoi fare per ritardare il processo degenerativo a carico dell’articolazione del ginocchio e preservarne a lungo la funzionalità? Di seguito qualche consiglio.

Cosa puoi fare?

In generale, se hai problemi o dolori ricorrenti al ginocchio, devi andare a farti controllare da un ortopedico. Nel frattempo stai a riposo. Potrebbe essere necessario che ti sottoponga ad esami diagnostici tra cui ecografie, risonanze magnetiche e radiografie. Se la diagnosi è quella di gonartrosi, puoi fare diverse cose. Prima di tutto, se il processo non è in fase acuta, ovvero non c’è infiammazione, puoi rallentare l’invecchiamento del tuo ginocchio facendo attività fisica che lo mantenga allenato e soprattutto ben ossigenate le sue strutture interne. Ginnastica, nuoto, camminate, oltre alla fisioterapia e ai massaggi, possono aiutarti a stare subito meglio. Sotto il profilo strettamente terapeutico, le soluzioni per alleviare i sintomi dolorosi della gonartrosi sono:

  • Infiltrazioni a base di acido ialuronico, che restituiscono fluidità al movimento
  • Assunzione di integratori alimentari a base di condroitina e glucosammina (sebbene un recente studio sperimentale metta in dubbio la reale efficacia di questi supplementi)
  • Trattamenti termali, massaggi e manipolazioni chiropratiche o osteopatiche
  • Chirurgia. In quest’ultimo caso si impianta una protesi nella parte di ginocchio maggiormente colpita da artrosi al posto della cartilagine consumata

Il parere dell'esperto

Abbiamo chiesto al dottor Riccardo Ruggeri, medico ortopedico al Centro Medico Santagostino e all’Istituto clinico Humanitas, dopo quanto tempo è bene fare valutare un ginocchio dolente a uno specialista:

Dopo una settimana che si avverte dolore al ginocchio, è il caso di attivarsi. Di solito il medico di famiglia consiglia un antinfiammatorio-antidolorifico, ma se il male non passa devi rivolgerti a uno specialista.

A questo punto si decide come procedere in base anche al tipo di paziente. É bene effettuare delle indagini strumentali prima di recarsi dallo specialista; chi ha meno di 60 anni o, addirittura, meno di 50 può, ad esempio, eseguire una risonanza magnetica, per arrivare dallo specialista già con i primi esiti. Se invece il paziente è più anziano, di solito si esegue una radiografia alle ginocchia sotto carico, ovvero in piedi.

Lo specialista poi deciderà un trattamento in base ai risultati. Di solito, se si tratta di una persona anziana che soffre di artrosi, viene prescritta una terapia antinfiammatoria o infiltrativa, a base di iniezioni con acido ianuronico.

In alcuni casi, però, è necessario un intervento chirurgico nel quale viene inserita una protesi articolare. Naturalmente si decide anche in base alle condizioni di salute del paziente, ad esempio se ha già subito infarti o se soffre di diabete saranno necessari ulteriori approfondimenti diagnostici in modo da arrivare all’intervento nella miglior condizione possibile. Ma se una persona gode di buona salute, anche se è molto avanti con l’età, si può discutere con l’équipe di anestesisti ed internisti e poi decidere di intervenire. 

Dopo l’intervento, si comincia subito la fisioterapia, già il giorno stesso dell’intervento. Bisogna infatti abituarsi a camminare con una protesi e capire che non si è malati, ma si è solo dovuto sostituire una parte del nostro corpo. Per questo motivo, una persona non dovrà rimanere a letto in attesa di guarire, ma tornare a essere autosufficiente il prima possibile.”

Fonti| Humanitas; Fondazione Veronesi

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.