E se Halloween non fosse solo anglosassone? Anche l’Italia ha le sue tradizioni

Le modern usanze di Halloween hanno radici certamente anglosassoni e statunitensi, ma chi grida all’esoterismo e alla stregoneria pensando che le tradizioni siano prettamente straniere si sbaglia di grosso. Molti gesti, usi e costumi esistono in Italia da diversi secoli e festeggiare Halloween, di conseguenza, non è una mera “americanata”.
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Sara Polotti 31 Ottobre 2021

Anche l'Italia ha le sue tradizioni di Ognissanti e, soprattutto, anche in Italia esistono usanze e gesti che potremmo definire tipici di Halloween. Perché se le feste mascherate e i mostri che da qualche anno caratterizzano la notte del 31 ottobre derivano effettivamente dalla tradizione anglosassone, esistono simboli, usi e costumi che sono in tutto e per tutto italiani e che somigliano in maniera strabiliante a ciò che arriva dall'altra parte dell'oceano.

Insomma: anche l'Italia, che ultimamente festeggia ricalcando le usanze anglosassoni, ha le sue tradizioni di Halloween (che spesso si legano al credo cristiano della resurrezione dei morti) e qui ve ne elenchiamo alcune per festeggiare la notte tra il 31 ottobre e l'1 novembre con una consapevolezza in più.

La notte di Ognissanti

Innanzitutto, la notte tra il 31 ottobre e l'1 novembre è da sempre ricca di mistero e suggestioni, dal momento che nella religione cristiana il calendario segna il giorno di Tutti i Santi, o Ognissanti. Il giorno successivo, il 2 novembre, è invece dedicato al ricordo di tutti i defunti.

Essendo questi due giorni e due notti dedicati ai morti e ai santi, sono diversi i riti e le tradizioni diffusi in Italia, e tutti si legano al ricordo dei propri cari o alle anime di chi è passato sulla Terra prima di noi.

In Sardegna, ad esempio, i bambini fino al secolo scorso passeggiavano per le strade dei propri paesi bussando alle porte e sussurrando la parola "Morti…", ricevendo in cambio frutta secca e leccornie (una tradizione che ricorda moltissimo "Dolcetto o scherzetto"). In Sicilia, invece, si preparano dei dolci tipici del periodo, donandoli ai bambini e dicendo che sono regali portati dall'aldilà. Idem a Lucera: i dolcetti che i bambini trovano al mattino dell'1 novembre sono stati, secondo la tradizione, benedetti dai familiari morti che nella notte sono passati a trovarli.

La zucca

Sono diverse le zone d'Italia in cui ad Ognissanti viene associata la zucca (probabilmente essendo stagione di questo ortaggio). Ad esempio, in Veneto la zucca intagliata e illuminata è detta "lumera" o "suca baruca" e simboleggia la resurrezione delle anime. In Puglia si chiamano invece "cocce priatorje" e sono utilizzate per decorare le strade in modo da omaggiare i propri defunti.

A Bormio, addirittura, nella notte del 2 novembre (il giorno di tutti i morti) gli abitanti del paese appoggiano delle zucche svuotate e riempite di vino sui davanzali, proprio per dissetare i defunti.

Infine, in Calabria è tradizione tra i bambini e bambine intagliare zucche a forma di teschio (detto "Coccalu di muortu"). Camminano poi per le vie del paese chiedendo: "Mi lu pagati lu coccalu?" ("Me lo pagate il teschio?"). Di nuovo, qualcosa di molto simile al "Trick or Treat", il "Dolcetto o scherzetto".

E per quanto riguarda le streghe?

Se pensiamo invece alla stregoneria, invece, sono diverse le tradizioni e le storie italiane. Si parte dai seguaci della Wicca e delle tradizioni pagane, che sono ancora diffusi in tutto lo Stivale. E si arriva alla stregoneria "vera": fino allo scorso secolo, sull'isola di Filicudi, in Sicilia, la gente aveva visioni e adocchiava streghe e creature volanti. Si scoprì solo in seguito che la colpa era probabilmente da attribuirsi ad un tipo di segale che la popolazione isolana utilizzava per fare il pane, che provocava allucinazioni, ma le storie e le suggestioni restano e i racconti sulle "Mahare", le streghe di Filicudi, sono particolarmente affascinanti.