Elon Musk assume ketamina “nell’interesse degli investitori”: che effetti ha questa sostanza sul cervello

Il fondatore di Tesla e SpaceX ha spiegato di assumere periodicamente questa sostanza psichedelica anche per rimanere sempre mentalmente attivo durante le 16 ore di lavoro quotidiane che garantisce ogni giorno della settimana. La ketamina in effetti può essere utilizzata in ambito medico e psichiatrico anche come terapia di contrasto alla depressione, ma è fondamentale il controllo di uno specialista. Si tratta infatti di un principio attivo che può evere effetti molto gravi sul cervello.
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Giulia Dallagiovanna 19 Marzo 2024
* ultima modifica il 19/03/2024

Elon Musk ha confessato di far uso periodico di ketamina, una sostanza psichedelica impiegata in medicina per le sue proprietà anestetiche e analgesiche, dietro la prescrizione di un medico. "È nel miglior interesse degli investitori", ha dichiarato il fondatore di Tesla e SpaceX in un'intervista alla Cnn, poiché quello che conta per Wall Street è "l'esecuzione e quindi, dal punto di vista degli investitori, se sto prendendo qualcosa dovrei continuare a farlo". Incalzato dal giornalista, ha precisato che il suo non è un abuso, ma una necessità: Musk lavora circa 16 ore al giorno per tutta la settimana e deve quindi essere certo di rimanere sempre "mentalmente acuto", spiega. Una questione di peformance, dunque, che però, secondo il Wall Street Journal, starebbe preoccupando non poco i manager delle sue società. Ma perché proprio la ketamina? E che effetti può avere questa sostanza sul cervello?

La ketamina è una sostanza psichedelica di origine sintetica, scoperta dal chimico Calvin L. Stevens mentre cercava un principio attivo anestetico che non presentasse troppi effetti collaterali. Proprio allo scopo di essere utilizzata per le anestesie, viene brevettata nel 1963 e da allora rimane nelle farmacie di diversi Paesi del mondo, tra cui l'Italia, pronta per essere somministrata ai pazienti come anestetico generale o analgesico contro dolori molto intensi. Per fare un esempio più concreto, è stata largamente impiegata sul campo durante la guerra in Vietnam, per trattare i soldati feriti che dovevano essere operati d'urgenza.

Ma nel giro di pochi anni dopo la sua scoperta, è emerso anche un altro effetto di questa sostanza, quello ricreativo. È in grado quindi di produrre effetti dissociativi, allucinogeni e di leggera euforia. Proprio sfruttando queste sue potenzialità, a partire dagli anni '90 i ricercatori hanno iniziato a studiarla, assieme ad altri psichedelici, come possibile farmaco all'interno di una terapia contro la depressione. Si torna dunque a Elon Musk, che non fa mistero di convivere con questo disturbo e che, probabilmente, ha iniziato ad assumere ketamina proprio allo scopo di controllare meglio i sintomi.

La ketamina infatti agisce sul glutammato che, come aveva spiegato a Ohga Giacomo d'Andrea, dottorando e membro dell'equipe del professor Giovanni Martinotti direttore della cattedra di Psichiatria dell'Università di Chieti-Pescara, "è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del cervello. La ketamina quindi può attivare una risposta antidepressiva differente da quella dei farmaci monoamminergici che hanno come target serotonina, dopamina e noradrenalina". Il professor Martinotti e il dottor d'Andrea stanno studiando l'applicazione di uno spray nasale a base di esketamina, una molecola che differisce dalla ketamina per la disposizione degli atomi al suo interno, per il trattamento di pazienti con depressione derivata da disturbo bipolare.

Dunque la ketamina viene effettivamente impiegata in ambito medico e farmacologico e se ne sta studiando la sua applicazione proprio in contrasto ai disturbi ansioso-depressivi. Ma è anche un principio attivo da non prendere alla leggera. Tra gli effetti collaterali più noti vi sono infatti tachicardia, visione doppia, confusione mentale, allucinazioni e rischio di bad trip. Non solo, più rare ma comunque possibili sono le reazioni avverse gravi come i deliri, l'insonnia, le difficoltà respiratorie e l'arresto cardiaco.

Fondamentale quindi evitare il fai da te e rivolgersi sempre a uno psicologo e poi a uno psichiatra per capire quali siano le migliori possibilità di trattamento della depressione, anche in base alle proprie caratteristiche e alla propria storia clinica. Un utilizzo scorretto della ketamina, così come di qualsiasi altra sostanza psichedelica, può anche portare allo sviluppo di una dipendenza.

Infine, potremmo riflettere su alcune parole di Musk e sulla sua necessità di lavorare 16 ore al giorno. Siamo davvero certi che sia questa la società che vogliamo? Dove siamo costretti ad assumere farmaci per garantire performance estreme di produttività?

Fonte| Aifa

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