Ad annunciarlo è stata lei in persona. Emma Bonino sarebbe guarita – anche se mancherebbe l'ultima tac di conferma – dal tumore al polmone sinistro che le era stato diagnosticato nel 2015, ormai otto anni fa.
Si tratta di una forma di microcitoma, anche detto "tumore al polmone a piccole cellule" o "SCL", una particolare forma di tumore non operabile chirurgicamente.
Proprio quell'anno, ai microfoni di Radio Radicale, la parlamentare, volto storico del Partito Radicale e dal 2019 ai vertici del partito +Europa, ha rivelato di avere una forma di microcitoma, una particolare forma di tumore ai polmoni che non si opera mai, questo perché, anche dopo intervento chirurgico, il rischio di metastasi resta alto.
Per questo motivo, la strategia di cura prevalente consiste nell'attaccare il tumore attraverso chemioterapia e radioterapia. Da qualche anno a questa parte, però, si stanno indagando le potenzialità dell'immunoterapia come nuova strategia di trattamento.
Il carcinoma polmonare a piccole cellule o microcitoma (in inglese small-cell lung cancer o SCLC) è un tumore polmonare caratterizzato da una rapida crescita e una precoce disseminazione metastatica.
Ogni anno, in Italia, sono circa 40 mila le nuove diagnosi di tumore al polmone. Di queste 6 mila riguardano il carcinoma polmonare a piccole cellule.
Il carcinoma polmonare a piccole cellule è estremamente aggressivo e quasi sempre si verifica nei fumatori. Ha una crescita molto rapida, tanto che circa l'80% dei pazienti presenta una malattia metastatica al momento della diagnosi. Il carcinoma polmonare non a piccole cellule ha invece un comportamento più variabile e dipende dal tipo istologico, e il 40% dei pazienti avrà una malattia metastatica extra-toracica al momento della diagnosi.
Data l'aggressività del microcitoma, la diagnosi precoce del microcitoma è quindi di fondamentale importanza per maggiori chance di sopravvivenza e migliori condizioni di salute e qualità di vita.
Sino ad oggi il trattamento standard delle persone con microcitoma si è sempre basato sull'utilizzo combinato di radioterapia e chemioterapia. Ma grandi speranze sono riposte nell'immunoterapia, approvata per la cura del cancro al polmone all'incirca un anno fa.
Grazie all'approvazione a fine 2022 da parte di Aifa dell'immunoterapico durvalumab, le persone affette da microcitoma possono avere una possibilità di trattamento in più capace di migliorare sensibilmente la sopravvivenza. In combinazione con la chemioterapia, durvalumab si è dimostrato utile nel triplicare la sopravvivenza. Un paziente su 5 è vivo a 3 anni dalla diagnosi.
A differenza delle neoplasie NSCLC (non a piccole cellule), dove negli ultimi anni grazie all'immunoterapia si è riusciti a curare con sempre maggiore successo un numero crescente di malati, quello a piccole cellule rimane ancora un tumore particolarmente aggressivo e difficile da affrontare.
Fonti | Fondazione Umberto Veronesi; Manuale Msd