Epatopatia alcolica: un trio di malattie che danneggia il fegato

Hai mai sentito parlare di epatopatia? No?! Ecco qui. L’epatopatia è un processo di degenerazione caratterizzato da tre malattie del fegato legate tra di loro: la steatosi (fegato grasso), l’epatite alcolica, la cirrosi epatica. Queste alterazioni hanno rischi elevati. Scopriamo insieme quali e come trattarla.
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Valentina Danesi 25 Novembre 2020
* ultima modifica il 17/12/2020

L'epatopatia alcolica si riferisce in realtà a un insieme di diverse condizioni che provocano problemi al fegato e, come il nome suggerisce, sono causate da un abuso di alcol. Sono tre in particolare le patologie che, progredendo, arrivano a generare questa situazione: la steatosi epatica, l'epatite alcolica e la cirrosi. Ma se l'epatite è più conosciuta, hai mai sentito pronunciare la parola epatopatia? Proviamo a capire insieme in cosa consiste e se vi sia una cura.

Cos’è 

Il termine epatopatia sta ad indicare una qualsiasi condizione patologica (malattia) che possa compromettere la funzionalità del fegato. In questo caso riconosciamo tre malattie del fegato legate tra di loro da un crescendo di rischi per il paziente: la steatosi (fegato grasso), l'epatite alcolica, la cirrosi epatica. Con epatopatia alcolica si indicano alterazioni del fegato causate da un consumo eccessivo di alcol. A causare problemi è la trasformazione dell'alcol (etanolo) in sostanze tossiche che finiscono con il danneggiare il fegato in maniera irreversibile e cronica, con un rischio elevato di insufficienza epatica e di cancro, fino alla necessità di un trapianto di fegato.

La steatosi fa sì che il fegato si ingrossi a causa di un accumulo di trigliceridi e spesso è senza sintomi per molto tempo. Questa condizione può essere il gradino precedente l'epatite alcolica, un'infiammazione permanente dei tessuti del fegato che porta alla necrosi e all'alterazione delle funzionalità dell'organo. Poi si formano cicatrici (fibrosi) tipico della cirrosi epatica, con danni permanenti al fegato.

Le cause 

Ma qual è la causa principale? Come dice il nome stesso, è il consumo eccessivo e prolungato di alcol. È una malattia frequente negli alcolisti, colpisce oltre la metà dei forti bevitori. Il rischio naturalmente si alza quanto maggiore è la quantità d’alcol ingerita e quanto più è prolungata nel tempo l’assunzione. Non si si ancora cosa inneschi questi tipo di meccanismo. È noto, però, che la trasformazione dell'alcol a livello del fegato produce sostanze tossiche che danno adito al processo infiammatorio. Tuttavia non sono da dimenticare fattori di rischio come l'epatite C, l'obesità e una dieta squilibrata.

I sintomi

I sintomi dell'epatopatia alcolica variano a seconda dello stadio della patologia. 

Nella fase di steatosi l'alterazione può restare silenziosa anche per molti anni. Se, invece, si manifesta può sopraggiungere un indolenzimento transitorio nella parte destra e superiore dell'addome. Nelle fasi avanzate (epatite alcolica e cirrosi) i sintomi sono più rilevanti:

  • febbre
  • dolore addominale
  • perdita di appetito
  • nausea e vomito
  • stanchezza
  • ittero
  • problemi quali nervosi, confusione, ansia, agitazione.

Ecco le complicazioni che si possono avere nei casi più gravi:

  • ipertensione
  • varici
  • leucocitosi neutrofila
  • ascite (ritenzione di liquidi nell’addome)
  • encefalopatia epatica.

La diagnosi 

Gli esami richiesti sono:

  • esami del sangue con i test per la funzionalità epatica (bilirubina totale, albumina)
  • emocromo
  • ecografia addominale, Tac (tomografia assiale) o Risonanza Magnetica (RM)
  • biopsia epatica.

La cura

Il primo consiglio è smettere di bere e avere un epatologo di riferimento. Successivamente si deve modificare la dieta, aiutando l'organismo con un'alimentazione sana che favorisce l'apporto di vitamine e sali minerali di cui spessi chi soffre di questi problemi è scarso. Il trattamento farmacologico delle fasi più avanzate, in caso di epatite, può prevede l'uso di corticosteroidi o di pentossifillina. Al trapianto di fegato si fa ricorso, naturalmente, solo nei casi più gravi.

Fonti| Humanitas

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