Extinction Ribellion, la protesta pacifica in Rai finisce con una pistola puntata alla testa

Un ragazzo, attivista del clima, del gruppo di Extinction Rebellion viene atterrato dalla guardia giurata della Rai che poi decide di puntargli la pistola contro. È caduta la libertà di manifestare?
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Mattia Giangaspero 20 Febbraio 2023

Benvenuti nell'Italia al contrario, nell'Italia dove il governo continua a non esprimersi contro il gruppo di Azione Studentesca che, al liceo Michelangiolo di Firenze ha provocato violenza e aggressione verso degli studenti.

Nel Paese dove il Governo, invece, decide di esprimersi contro gli attivisti del clima (soprattutto in questo caso che hanno agito in modo pacifico) dando loro l'appellativo di criminali.

Il messaggio finale che arriva? Se fai una protesta pacifica e hai di fronte a te una guardia giurata, questa è legittimata ad atterrarti e a puntare una pistola contro. Ti sto parlando di quanto è accaduto al gruppo di Extinction Rebellion di Torino.

Ora il dibattito l'accendiamo con un dato di cui poco si sta parlando. Quando una guardia giurata ha, diciamo, "l'obbligo" di puntare una pistola contro qualcuno?

Secondo GIAMA, Istituto di vigilanza Roma, "un giurato riceve il porto d'armi perchè, per il lavoro che svolge, deve aver la possibilità di difendere la sua incolumità". In quel caso la guardia giurata è legittimata all'utilizzo dell'arma, ma "non lo è certamente per la difesa del patrimonio tutelato". Quindi in questo caso della sede Rai. "Pertanto l'utilizzo dell'arma è lecito solo per salvaguardare la propria incolumità"

Bene dopo aver chiarito e specificato questo fondamentale elemento, è giusto entrare nel merito di quanto è accaduto il 17 febbraio.

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Gli Extinction Rebellion, attivisti del clima, si sono recati in Via Cavalli, a Torino per procedere con una manifestazione pacifica all'interno della Sede Rai.

La manifestazione era talmente pacifica che addirittura possiamo anche non definirla tale. Questo perchè dai testi scritti su dei cartelloni che hanno mostrato in quel momento, gli attivisti richiedevano addirittura un aiuto alla Rai, alle redazioni interne, ai giornalisti.

Abbiamo bisogno di voi, si legge su alcun dei loro cartelli- La scelta di essere qui questa mattina nasce dalla consapevolezza che il cambiamento che sappiamo necessario sarà possibile solo con l’aiuto di ognuna di voi, di ogni singola giornalista, siamo qui perché abbiamo bisogno di giornalismo d’inchiesta approfondito  e accurato. – Extinction Torino

Quel giorno poteva diventare storico per l'Italia, per la lotta al clima, per la vicinanza di chi vuole ottenere voce in capitolo e di chi può darla. Per la diffusione di un messaggio che avrebbe avuto una valenza epocale nei confronti del governo. Diciamolo, anche perchè non si sarebbe trattato di un incontro con delle normali redazioni, ma con la Rai e ci fermiamo qui, perchè il messaggio finale è già molto chiaro.

Cos'è successo invece?

Appena entrati, un vigilante ferma un ragazzo, l'atterra e in quel momento decide di puntare la pistola contro, senza alcun motivo lecito per farlo.

Non possiamo continuare a parlare di democrazia e libertà di manifestare pacificamente, di esprimere il proprio pensiero, se poi il rischio in cui si cade è questo. Addirittura arrivare a un bavaglio, infondendo minaccia e paura. Un bavaglio che, anche se può essere visto individuale. Questo deve essere un messaggio che debba andare anche oltre alle manifestazioni contro i cambiamenti climatici. Deve essere un messaggio per tutti i tipi di manifestazioni organizzate con il solo scopo di diffondere un messaggio. Non dobbiamo estremizzare il concetto di manifestazione ad atto criminale. Sono due cose ben diverse.

Il mio percorso di studi è iniziato a Milano nel 2016 dove, all’Università Cattolica, ho frequentato la triennale in Linguaggi dei altro…