Felicetti (Presidente LAV) a Ohga: “È facile scrivere di voler tutelare la biodiversità, bisogna vedere come si traduce in azioni”

Non solo programmi politici, anche le associazioni animaliste e ambientaliste hanno pubblicato le loro richieste ai partiti. Abbiamo sentito il Presidente LAV Gianluca Felicetti, per parlare del Manifesto delle associazioni animaliste.
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Rubrica a cura di Francesco Castagna
15 Settembre 2022

Siamo nel pieno di una delle campagne elettorali più importanti dei prossimi anni, in questa occasione si decide la gestione dei fondi del PNRR, ma anche le sorti politiche e culturali del nostro Paese. Lo sanno i partiti, lo sanno gli enti di settore, ma soprattutto lo sanno le associazioni ambientaliste e animaliste. Quest'ultimo fronte non è mai stato così unito nel voler ottenere dalle forze politiche una risposta chiara su come porteranno avanti la loro attività in Parlamento.

Questa è "Che Ambiente votiamo?", la maratona green di Ohga per le elezioni del prossimo 25 settembre. In vista di una campagna elettorale molto breve ma intensa, il nostro obiettivo sarà quello di accompagnarti fino a quando metterai la tua X sul simbolo di un partito o di una coalizione.

In questi giorni la Lega Anti Vivisezione (LAV) sta incontrando da giorni i leader dei partiti. Sembra esserci molta convergenza sulla tutela degli animali e dell'ambiente, ma per Gianluca Felicetti bisogna vedere cosa accade dopo il 25 settembre, con un nuovo Parlamento e un nuovo esecutivo. Abbiamo sentito il Presidente Gianluca Felicetti, per parlare del Manifesto delle associazioni animaliste.

Presidente Felicetti, come per ogni tornata elettorale, la LAV pubblica un Manifesto delle associazioni animaliste a cui aderiscono diverse realtà. Ci può raccontare come è andata questa volta?

Da sempre per le elezioni locali, nazionali ed europee la LAV presenta questo tipo di programmi. A seconda delle città o del tipo di elezioni, abbiamo condiviso con altre associazioni questo tipo di iniziativa. È la prima volta che il fronte delle associazioni è così ampio e comprende le più importanti. Il manifesto di quest'anno è sottoscritto dalle 13 associazioni animaliste nazionali, o sezioni italiane di associazioni europee internazionali più importanti radicate e autorevoli del nostro Paese.

Tra i sei macrotemi che vengono affrontati, qual è la vostra priorità?

C'è un quadro che è differente rispetto al passato di cui il Parlamento e il Governo prossimi dovranno tener conto, cioè l'entrata in vigore, il 9 marzo scorso, dell'integrazione tra i principi fondamentali in Costituzione dell'ambiente, della biodiversità, degli animali e degli ecosistemi.

Questa è sicuramente la premessa che impegna il nuovo Parlamento e il nuovo governo. Come tradurla? Noi abbiamo messo tanti temi, alcuni con scadenza nei prossimi mesi e nei prossimi anni, altri perché -a prescindere- sono importanti di per sé.

Ci aspettiamo in queste settimane il decreto attuativo della legge che ha finalmente detto stop all'allevamento degli animali per pellicce in Italia. Sia il ministro uscente Patuanelli o il prossimo ministro delle Politiche Agricole devono assolutamente occuparsene. Lo stesso vale per l'attuazione dei divieti dell'importazione, commercio e detenzione degli animali esotici. Si tratta di un principio legislativo inserito in questa legislatura, e che ha bisogno -anche in questo caso- del decreto attuativo per entrare in funzione.

Rispetto agli impegni presi dai singoli partiti politici nelle proposte scritte nei programmi c'è una convergenza ampia su alcuni temi. Sono tutti d'accordo sul rendere più efficaci e più severe le pene contro il maltrattamento degli animali, per esempio. Visto l'ampio consenso, vorremmo avere la presunzione di dire che, qualunque sarà il governo tra qualche settimana, questo è un tema sul quale non sarà possibile non avere ripensamenti.

L'altro punto è l'istituzione del Garante dei diritti degli Animali. Tutti coloro che si sono impegnati su questo tema, e che oggi sono e saranno la maggioranza trasversale del Parlamento, dovranno far approvare una legge che istituisca un garante.

Come scriviamo nel nostro programma, questa figura deve operare presso la Presidenza del Consiglio, come ente terzo e collettore di quelle che oggi sono delle competenze molto frammentate tra diversi ministeri. Il Garante dovrà garantire una politica nei confronti degli animali, che in Italia è sempre mancata, quindi prendere impegni e responsabilità di governo.

Il terzo tema unificante è quello della prevenzione del randagismo, citato nei programmi in maniera più o meno dettagliata. Chiediamo un intervento deciso sui canili, la sterilizzazione di cani e gatti e di intervenire sull'Iva: bisogna ridurre la tassazione sulle prestazioni veterinarie e  sui cibi per animali, che è al 22% come i beni di lusso. È una questione logica, chi ha adottato un animale ha di fatto sgravato lo Stato da un costo di mantenimento dell'animale domestico.

Per quanto riguarda la tutela della biodiversità e l'uso dei pesticidi, vi soddisfano le proposte dei partiti?

Alcuni hanno inserito il tema nel programma, altri no, altri ancora prevedono proposte che noi leggiamo con grande preoccupazione: mi riferisco ai programmi del Centrodestra e di Azione/Italia Viva.

"Tutelare la biodiversità" è uno slogan per cui difficilmente qualcuno è contrario, ma come tradurre questa frase in atti concreti è un'altra questione. Azione/Italia Viva e il Centrodestra parlano di "contrasto alla proliferazione della fauna selvatica". Noi lo traduciamo in più caccia, più territorio all'attività venatoria e più mesi per poter esercitare questa attività. Tra l'altro -anche se non c'è scritto nel loro programma- sappiamo che anche parte del PD è a favore, perché ci sono sindaci e presidenti di regione del partito che sono di questa linea.

Con quali forze politiche avete avuto un incontro finora? Nel corso della penultima legislatura con l'ex-Presidente Conte c'erano stati dei momenti di frizione, come è andata stavolta?

Al momento ci siamo confrontati con il Movimento 5 Stelle, Italexit, Verdi e Sinistra Italiana, ma abbiamo in agenda di incontrare anche Unione Popolare, Fratelli d'Italia e Partito Democratico. I 5 Stelle, come Verdi/Si, Italexit e Unione Popolare, hanno aderito in toto al nostro programma, ognuno con delle specificazioni.

A Giuseppe Conte abbiamo chiesto di discutere con alcuni dei suoi parlamentari (parte di questi sono fuoriusciti dal M5S n.d.r.) la loro posizione sull'attività venatoria e sulla sperimentazione sugli animali. Conte ci ha assicurato che non ci sarà spazio d'azione per queste voci contrarie, e noi ce lo auguriamo, ovviamente sempre nella libertà di un parlamentare di poter esprimere la propria opinione.

Ad oggi invece non abbiamo avuto ancora una risposta da parte di Lega, Forza Italia e +Europa. Abbiamo letto i loro programmi, noi valutiamo in maniera parzialmente positiva gli impegni che hanno già preso.

Come LAV avete lanciato una sfida ai sindaci delle maggiori città italiane (Milano, Roma, Torino, Napoli e Bologna) per ridurre l'inquinamento attraverso la riduzione dei consumi di carne e altri cibi di origine animale, prevedendone la sostituzione con alimenti 100% vegetali. Chi vi ha risposto?

Per la nostra sfida green, che abbiamo lanciato lo scorso Gennaio, abbiamo avuto risposta attualmente da quattro sindaci su cinque (Torino, Milano, Bologna, Roma) . I loro assessori, competenti sulla transizione scolastica ed ecologica, hanno mostrato segnali di attenzione. È in corso in maniera positiva un confronto con queste quattro città. Ci aspettiamo di poter portare a casa il prima possibile un risultato:

  • La riduzione annuale del consumo di carne nelle mense scolastiche del 5% per 4 anni, con un calo complessivo del 20%
  • L'istituzione di un giorno 100% vegetale ogni settimana in tutti gli esercizi di ristorazione pubblica gestiti o appaltati dall’Amministrazione

Non abbiamo invece avuto risposte dal sindaco di Napoli, perché il Comune si è cinturato immotivatamente dietro alla giustificazione "non è nostra competenza, ma della ASL", il che è falso. Abbiamo ricevuto una risposta molto vaga e il nostro giudizio è molto negativo. Il sindaco di Napoli e la vicesindaca non hanno mostrato interesse alle nostre richieste. Questa campagna poi è stata portata all'attenzione di città più piccole, ma si tratta di un lavoro lungo perché, al di là della volontà politica e dell'adesione, ci sono contratti in essere con i fornitori.

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