Ferdinand, il beluga prigioniero, è morto a 53 anni

Ferdinand, un beluga di circa 53 anni nato libero, è deceduto in cattività dopo una vita trascorsa in uno spazio ristretto. La sua morte è un monito sulla sofferenza degli animali marini in cattività.
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Roberto Russo 11 Gennaio 2024

Ferdinand, un esemplare di beluga maschio nato in mare aperto nel 1970, è morto sul finire del 2023 all'età di circa 53 anni. Il cetaceo, catturato in Canada nel 1975, ha trascorso la sua intera vita in cattività, prima allo zoo di Duisberg, in Germania, e poi al SeaWorld San Diego.

La sua storia è emblematica della sofferenza che gli animali marini sono costretti a sopportare nei parchi acquatici. Ferdinand era un animale socievole e intelligente, ma la sua vita in cattività è stata caratterizzata da privazioni e isolamento.

Tutta una vita in cattività

Nello zoo di Duisberg, Ferdinand ha vissuto per 29 anni insieme a due femmine di beluga, Moby e Allua. I tre cetacei formavano un gruppo affiatato, ma nel 1999 Moby è morta e nel 2004 Allua è stata trasferita al SeaWorld San Diego. Ferdinand è rimasto da solo, con l'unica compagnia di un delfino di Commerson, Yogi.

I due sono stati trasferiti al SeaWorld San Diego: Yogi è morto solo due mesi dopo l'arrivo, mentre Ferdinand è sopravvissuto per altri 19 anni. Durante questo periodo, il beluga ha continuato a esibirsi per i visitatori del parco, ma la sua salute è peggiorata progressivamente.

In un comunicato, SeaWorld San Diego ha affermato che Ferdinand “ha vissuto una vita piena”. Tuttavia, la realtà è ben diversa. La vita in cattività è una fonte di sofferenza per gli animali marini, che sono costretti a vivere in spazi ristretti e a esibirsi per il divertimento degli umani.

I beluga sono cetacei sociali che vivono in gruppi di decine o centinaia di individui. In natura, trascorrono gran parte del loro tempo nuotando, cacciando e socializzando con i propri simili. La vita in cattività priva i beluga di queste attività fondamentali, causando loro stress, frustrazione e depressione.

Inoltre, gli animali marini nei parchi acquatici sono spesso sottoposti a condizioni di vita insalubri. Le vasche in cui sono tenuti sono spesso troppo piccole e poco profonde, e l'acqua può essere contaminata da batteri e virus.

La morte di Ferdinand è un altro triste capitolo nella storia dello sfruttamento degli animali marini nei parchi acquatici (ricordi la storia di Kiska, l'orca più sola del mondo?). La sua storia dovrebbe servire a ricordare al mondo che gli animali non sono oggetti da intrattenimento, ma esseri senzienti che meritano di vivere liberi e in pace.

Fonte | San Diego Tribune