Festa del papà 2024, triplicato il ricorso al congedo parentale: come funziona in Italia e come si richiede

Dall’introduzione del congedo di paternità nel 2012, nel 2022, dieci anni dopo, i papà che usufruiscono del congedo parentale in Italia sono il 64%. I giorni a disposizione sono oggi 10 obbligatori retribuiti al 100% e uno facoltativo, un primo passo verso l’equità della distribuzione del lavoro di cura tra i due genitori.
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Evelyn Novello 19 Marzo 2024

Quando si pensa alla nascita di un figlio, la prima figura genitoriale che ci viene in mente è la mamma. Gravidanza, allattamento, tutto sembra dipendere da lei. Eppure, oltre a questi compiti spettanti alla donna per natura, c'è tutto quel sacrosanto lavoro di accudimento che spetta di diritto, e dovere, anche al padre. A dirlo sembra un concetto scontato, ma prova a pensarci: quando vediamo un neopapà che si prende del tempo per stare con il suo bambino, proviamo quasi stupore (tanto che se si tratta di un VIP, i giornali lo definiscono "mammo", per intenderci), se invece una neomamma trascorre tempo con il proprio figlio, ci sembra una scena così naturale e obbligata da farci storcere il naso se, al contrario, decide di tornare prima del dovuto al lavoro.

Molto deve cambiare nella cultura per far sì che i due ruoli genitoriali siano davvero sovrapponibili, però una mano spesso arriva dalla legislazione. Nonostante associamo l'economista e politica Elsa Fornero esclusivamente alla riforma delle pensioni, la prima forma di congedo parentale per gli uomini in Italia è stata un suo merito. Con la legge 92/2012, è stato istituito il congedo obbligatorio di un giorno di cui i papà possono fruire in occasione della nascita del figlio, e un congedo facoltativo di due giorni previo accordo con la mamma (perché lei avrebbe dovuto rinunciare a due giorni del suo congedo).

Da allora, non solo è aumentato il periodo di tempo usufruibile dai papà, ma anche quello realmente usufruito. Secondo un recentissimo studio di Save The Children, in Italia il tasso di utilizzo del congedo di paternità è più che triplicato fra il 2013 e il 2022. Nel 2013, infatti, chi decideva di trascorrere del tempo a casa dopo la nasiera del figlio erano poco meno di 1 padre su 5, (il 19,25%), nel 2022, invece la percentuale è salita al 64%, più di 3 papà su 5. Il numero di beneficiari di congedo obbligatorio di paternità di quell'anno è stato pari a 173mila, l’11% in più rispetto all’anno precedente.

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Oggi, nel nostro Paese, ai neopadri sono garantiti 10 giorni obbligatori e uno facoltativo, utilizzabile tra i due mesi precedenti e i 5 successivi al parto. L’ultima novità a sostegno delle famiglie è stata inserita nella legge di Bilancio 2023 entrata in vigore nel 2024 e riguarda l’estensione di un ulteriore mese di congedo parentale per la donna retribuito all’80% invece del 30% previsto in precedenza. Così, attualmente, i genitori dipendenti hanno diritto a congedi “obbligatori” di 5 mesi per la madre all’80% e 10 giorni per il padre a stipendio pieno e, in più, possono richiedere un’estensione del congedo per un totale di 10 mesi.

Il papà può chiedere il congedo almeno 15 giorni prima rispetto al periodo in cui intende assentarsi dal lavoro. Se l’obiettivo è essere presenti al parto, dovrebbe calcolare di presentare domanda 15 prima della data presunta. Per farne richiesta, il padre deve presentare una richiesta scritta al datore di lavoro specificando le date in cui si desidera assentarsi. Chi, invece, riceverà il pagamento direttamente dall’INPS devono presentare domanda online tramite l'apposita procedura telematica sul sito dell'Istituto.

Ma come sono messi gli altri Paesi europei? Tra tutti, la vicina Spagna aveva già introdotto negli anni '70 il congedo di paternità, che, dopo le ultime modifiche, prevede 6 settimane obbligatorie dopo la nascita del bambino, non trasferibili e con stipendio pieno, più altre 10 da usare nell’arco dei primi anni di vita. Un altro paese sicuramente all’avanguardia è la Finlandia in cui i neogenitori hanno a disposizione 160 giorni di congedo da dividere tra le due figure.

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Elaborazione Openpolis che mostra i dati di confronto dei congedi parentali retribuiti nei paesi Ocse relativi all’anno 2020.

In questo grafico di Fondazione Openpolis, puoi vedere la durata in settimane dei congedi parentali retribuiti in Europa, dove la barra azzurra rappresenta le donne e quella gialla gli uomini. Se in Italia i congedi retribuiti durano in media 21,7 settimane per le donne e 1,4 per gli uomini, la media UE è 22 settimane per le donne e 2,2 per gli uomini. Per quanto Spagna e Portogallo siano i Paesi con più opportunità per i neopapà, la sproporzione tra i congedi di maternità e paternità rimane evidente. Non si tratta solo di una questione di supporto nella gestione familiare, aumentare i giorni a disposizione dei padri significa prendere una ferma posizione contro quella cultura che vede le donne come "angeli del focolare" rinchiuse solo nelle figure di mogli e madri. Gli uomini possono e devono fare la loro parte. E guai a chi li chiama "mammi".

Fonti | INPS; Save The Children; Openpolis