Gastroschisi: cosa accade quando la parete addominale non si chiude del tutto

Non si conoscono ancora bene le cause di questo difetto della parete addominale che colpisce il feto quando è ancora nella pancia. La buona notizia è che nel 90% dei casi è risolvibile grazie a un intervento.
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Valentina Danesi 21 Giugno 2022
* ultima modifica il 05/08/2022

La gastroschisi è un difetto nella formazione della parete addominale, la quale, in poche parole, non riesce a chiudersi completamente. Le conseguenze possono essere molto gravi: una fuoriuscita degli organi interni. Come avrai intuito, colpisce i neonati subito, alla nascita ma ci sono due buone notizie che dovresti sapere subito: si tratta di una malattia rara e nel 90% dei casi è risolvibile con un intervento. Vediamo meglio di cosa si tratti.

Cos’è

La gastroschisi è prima di tutto una malattia rara, che colpisce uno ogni circa 10mila o 20mila nuovi nati. Come ti dicevamo prima, si tratta di un difetto della parete addominale per cui i muscoli e la cute non riescono a chiudersi perfettamente. Il rischio è appunto quello che gli organi interni fuoriescano. Di solito è un problema che rimane isolato e si risolve con un intervento chirurgico eseguito subito sul neonato. In casi più rari è associato ad altre anomalie dell'intestino.

Le cause

Non conosciamo con precisione le cause della gastroschisi e non è chiaro se si tratti di un problema ereditario oppure no. Sappiamo però che esistono alcuni comportamenti che una donna potrebbe attuare in gravidanza e che costituiscono fattori di rischio, e sono:

  • la cattiva alimentazione durante la gravidanza
  • l'uso di droghe
  • l'uso di aspirina, ibuprofene, paracetamolo
  • l'uso di decongestionanti che contengono pseudoefedrina chimica o fenilpropanolamina.

La diagnosi

Di solito la diagnosi di gastroschisi viene effettuata prima ancora che il bambino nasca. Tra il primo e il secondo trimestre di gravidanza, infatti, un'ecografia può mostrare già la fuoriuscita degli organi interni attraverso una piccola fessura. È importante capire subito la presenza di questa malattia per sapere come affrontare il resto della gestazione, il parto e soprattutto per intervenire subito dopo. Bisognerà infatti sottoporsi a controlli periodici per verificare eventuali ispessimenti delle anse intestinali, la quantità di liquido amniotico e il generale sviluppo del feto.

In realtà una prima spia di gastroschisi può arrivare anche dalle analisi del sangue in cui il medico riscontra livelli anormalmente elevati di alfa-fetoproteina. È comunque fondamentale verificare nel tempo questa possibilità per essere certi che si tratti di questa patologia.

La cura

Non esiste una cura farmacologica per la gastroschisi, ma solo un intervento chirurgico. Quando viene scoperta nei primi mesi infatti si tende a controllare maggiormente la mamma e allestire una sala parto specifica, in modo che si possa intervenire sul bambino non appena viene alla luce.

La chirurgia è necessaria per reinserire l'intestino all'interno della cavità addominale, riposizionandolo lentamente per poi chiudere il difetto e sistemare le pareti senza però intaccarne la funzionalità. Per le prime due o tre settimane il bimbo verrà nutrito con un catetere apposito, poi si passerà al latte dopo qualche settimana.

Fonte| Ospedale Pediatrico Bambin Gesù 

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