
Devi stare in casa. E anche io ci devo rimanere. Lo dobbiamo fare tutti, in particolare noi, che abitiamo nella nuova zona d'emergenza. L'intera Lombardia più altre 14 province di Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Marche da ieri sera sono isolate rispetto al resto d'Italia, così come prevede il decreto del presidente del Consiglio emanato ieri sera. E anche per le regioni non ancora direttamente coinvolte sono state previste delle restrizioni che, di nuovo, invitano a non uscire e soprattutto a non mettersi in viaggio.
Non lo stai facendo? Pensi di doverti mettere in salvo il prima possibile? O semplicemente di volerti solo divertire un po'? Bene, significa che non sei in grado di assumerti le tue responsabilità.
E intendo quelle verso la tua famiglia: se per caso hai contratto il Covid-19 e non lo sai, potresti trasmetterlo a un tuo caro, magari anziano e già malato. Rischierebbe di morire.
Se poi fuggi in direzione sud, quelle verso la tua terra. Chiediti se la sanità, in particolare quella calabrese già caricata da pesi gravissimi, potrebbe reggere a un nuovo focolaio sul territorio. Se invece ti vuoi concedere un'altra birra al bar, ricorda che le terapie intensive sono al collasso e stanno già selezionando quali pazienti possano accogliere e quali devono respingere. Non hai il diritto di fregartene.
In terzo luogo, verso le persone. I medici, che magari in questi giorni hai anche chiamato "eroi", stanno facendo sacrifici incredibili. Turni infiniti, niente riposi e rischio di venire infettati. Alcuni di loro sono già in rianimazione. E i commercianti, che hanno dovuto chiudere le loro attività e non sanno se riusciranno a superare l'impatto economico di questa epidemia. Vuoi davvero rendere vano ogni loro sacrificio raccontandoti che in fondo è solo un'influenza?
Sei di fronte a una scelta di responsabilità. Se deciderai di non assumerti i tuoi doveri, con quale faccia, poi, reclamerai i tuoi diritti?