Gli salvano la vita grazie a un trapianto di cuore da un maiale geneticamente modificato: è la prima volta al mondo

I chirurghi dell’ospedale dell’Università del Maryland sono riusciti in un’impresa mai tentata prima: hanno impiantato con successo il cuore di un maiale geneticamente modificato in un uomo di 57 anni affetto da una gravissima malattia cardiaca. L’intervento apre la strada alla rivoluzione medica che potrebbe salvare la vita di centinaia di migliaia di persone in attesa di un organo.
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Kevin Ben Alì Zinati 11 Gennaio 2022
* ultima modifica il 16/12/2022

“O morire o fare questo trapianto. Voglio vivere”. So che è un colpo nel buio, ma è la mia ultima scelta”. David Bennett, 57 anni, non aveva davvero alternative.

Le sue condizioni erano critiche e la sua gravissima malattia cardiaca l’aveva messo all’angolo, forse per l’ultima volta. L’unica via era quel “colpo nel buio” chiamato xenotrapianto. Ovvero un trapianto di cuore da un animale, un maiale geneticamente modificato.

Si trattava di qualcosa di mai tentato prima nella storia della medicina, una novità assoluta che non garantiva niente se non una speranza.

Tanto tuttavia è bastato a David. Che oggi grazie al suo salto nel buio è vivo, sta bene e anche se è ancora attaccato alla macchina che lo teneva in vita prima dell’operazione e il suo destino è tutt’altro che certo, ha nel petto un cuore nuovo e funzionante che a breve potrebbe permettergli di staccarsi delle macchine di supporto vitale.

Il primo trapianto di cuore da maiale in un essere umano è riuscito senza intoppi. Tutto merito di un’equipe di medici-scienziati dell’ospedale dell'Università del Maryland.

Una condizione gravissima 

David Bennett. È il nome dell’uomo che è già entrato nella storia come il primo ad aver ricevuto un cuore da un maiale geneticamente modificato.

Tanto è servito per salvargli la vita. David infatti era praticamente in fase terminale. Sei settimane prima dell’intervento era stato ricoverato a causa di una grave aritmia cardiaca che l’aveva costretto tra la vita e la morte collegato a una macchina di bypass cuore-polmone, la cosiddetta ECMO (ossigenazione extracorporea a membrana).

Per questo non solo era stato ritenuto non idoneo per un trapianto di cuore tradizionale da uomo a uomo ma gli era stata anche negata la possibilità di ricevere una pompa cardiaca artificiale.

David non aveva aveva alternative.

Gli xenotrapianti

L’unica strada potenzialmente percorribile per David era quella dello xenotrapianto.

Da anni la scienza e la medicina collaborano studiano e sperimentano la possibilità di effettuare trapianti di organi provenienti da animali direttamente nell’uomo.

Ad aprire le danze era stato Leonard Bailey che alla Loma Linda University in California era riuscito a innestare il cuore di babbuino in una bambina di 12 giorni nata con gravi danni cardiaci.

La piccola Stephanie Fae Beauclair (divenuta poi famosa con il diminutivo di Baby Fae) tuttavia non riuscì a resistere. Il suo sistema immunitario rigettò l’organo estraneo e la piccola morì dopo soli 21 giorni ponendo di fatto fine a xenotrapianti di organi vitali.

Seppur messa in stand-by, l’idea degli xenotrapianti non è mai stata cancellata del tutto, anzi. Ancora oggi, gli animali sono utilizzati come “donatori”. In particolare modo i suini, poiché sono facili da allevare (e siamo anche e purtroppo molto bravi a farlo) e raggiungono poi delle dimensioni adatte al trapianto in un corpo umano in breve tempo.

Da anni infatti la medicina utilizza le valvole cardiache provenienti da maiali per sostituire quelle umane danneggiate. Forse, poi, ricorderai che pochi mesi, a New York, un team di chirurghi era riuscito a trapiantare con successo il rene di un maiale geneticamente modificato in una persona dichiarata cerebralmente morta.

La strada degli xenotrapianti era ben avviata, insomma. Mancava però il primo vero passo, quello decisivo.

Il maiale come donatore

I medici erano stati onesti con David: le speranze erano pochissime e l’unica era provare con lo xenotrapianto, sebbene nessuno l’avesse mai fatto prima.

In un intervento così ambizioso la prima grossissima incognita era legata al rischio rigetto. L’organismo di David avrebbe accettato un cuore estraneo?

Per provare a ovviare a questo, i medici hanno fatto ricorso a un maiale geneticamente modificato fornito da un'azienda di medicina rigenerativa con sede in Virginia.

Attraverso una delicata tecnica di editing genetico, gli scienziati avevano eliminato tre geni responsabili del rapido rigetto mediato da anticorpi degli organi dell’animale da parte dell’uomo e nel genoma hanno inserito sei geni umani che favorissero l'accettazione immunitaria del cuore  da parte dell’organismo di David.

Infine, hanno anche eliminato un altro gene aggiuntivo nel maiale in modo da prevenire una crescita eccessiva del suo tessuto cardiaco. Totale: 10 modifiche genetiche uniche.

L’intervento

Il punto di questo ambizioso trapianto era il prezzo che David avrebbe dovuto pagare. Lo xenotrapianto di cuore da un maiale geneticamente modificato non era mai stato tentato prima. Nessuno sapeva a cosa sarebbe potuto andare incontro.

Prima di dare il suo assenso, David è stato completamente informato dei rischi della procedura e che la procedura era sperimentale con rischi e benefici sconosciuti. Poi, non ha avuto più dubbi: “Facciamolo”.

La Food and Drug Administration ha concesso l'autorizzazione di emergenza all'intervento la vigilia di Capodanno in base al cosiddetto “uso compassionevole”. Si tratta di una procedura che entra in azione quando un prodotto medico sperimentale, in questo caso il cuore di maiale geneticamente modificato, è l'unica opzione disponibile per un paziente che deve affrontare una condizione medica grave o pericolosa per la vita.

La mattina dell’intervento, una volta ricevuto il maiale dalla Revivicor, l'equipe dei medici ha rimosso il cuore dal suino e lo ha inserito nella XVIVO Heart Box, un dispositivo di perfusione per mantenerlo preservato fino all’operazione.

Per scongiurare ulteriormente il rischio di rigetto, oltre ai farmaci tradizionali i medici hanno anche un nuovo composto anti-rigetto, progettato per sopprimere il sistema immunitario e impedire al corpo di rigettare l'organo estraneo.

Tutto era pronto. Lo staff medico dell’ospedale dell’Università del Maryland ha preso un grosso respiro e si è cimentato nel primo trapianto di cuore da maiale geneticamente modificato a uomo.

Dopo 8 ore in sala operatoria, è arrivata la parola tanto desiderata: “ce l’abbiamo fatta”. Nelle prime 48 ore dopo l’intervento, le più critiche, David ha risposto bene al nuovo cuore e il suo organismo non ha dato segni di rigetto né di eventuali infezioni dal suino.

E ora?

David ora sta bene e il suo nuovo cuore funziona. Ora bisognerà attendere che il suo decorso post-operatorio proceda senza intoppi. Se tutto filasse liscio, nelle prossime 24 ore potrebbe anche essere staccato dalle macchine di supporto vitale.

Il dottor Bartley P. Griffith, MD insieme a David Bennett. Photo credit: Università del Maryland.

Questo successo apre la strada verso un nuovo futuro nella medicina. Una volta valutati i risultati ottenuti dall’Università del Maryland, bisognerà riuscire a ripetere ancora l’intervento in modo da arrivare a rendere lo xenotrapianto sempre più accessibile e sicuro, scongiurando ogni possibile rischio di rigetto.

“Questo è stato un intervento chirurgico rivoluzionario e ci avvicina di un passo alla soluzione della crisi della carenza di organi. Semplicemente non ci sono abbastanza cuori umani donatori disponibili per soddisfare la lunga lista di potenziali riceventi”, ha commentato Bartley P. Griffith, MD, il chirurgo ha trapiantato il cuore di maiale nel petto di David.

Le sue parole sono rafforzate dai numeri. Oggi circa 110mila americani stanno aspettando un trapianto di organi e oltre 6mila pazienti muoiono ogni anno prima di ottenerne uno. Se questo è lo scenario americano, prova a immaginare la portata della potenziale rivoluzione a livello mondiale.

Aggiornamento del 10 marzo 2022

A distanza di poco più di due mesi dallo storico xenotrapianto, però, David Bennet non ce l'ha fatta. L'ha comunicato l'ospedale dell'Università del Maryland secondo cui David sarebbe morto nel pomeriggio dell'8 marzo dopo che le sue condizioni avevano iniziato a peggiorare ormai da diversi giorni.

Il cuore trapiantato ha funzionato molto bene per diverse settimane senza dare alcun segno di rigetto. In questo periodo di tempo David ha potuto trascorrere giorni di vita normale insieme alla sua famiglia. Grazie alla terapia fisica aveva recuperato le forze e insieme al suo fisioterapista aveva anche assistito al Super Bowl, l'evento di football più importante dell'anno per gli americani.

La sua salute, però, ha iniziato a peggiorare in fretta e quando è diventato chiaro che non si sarebbe più ripreso, gli sono state somministrate cure palliative compassionevoli. L'ospedale ha fatto anche sapere che David è riuscito a parlare con la sua famiglia durante le sue ultime ore.

Il dottor Griffith ha raccontato che come con qualsiasi intervento chirurgico di trapianto record, la storia di David "ha portato a preziose informazioni che si spera possano informare i chirurghi trapianti per migliorare i risultati e fornire potenzialmente benefici salvavita ai futuri pazienti".

Fonte | Università del Maryland

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