Homer non strangolerà più Bart, i tempi cambiano anche per i Simpson

Anche i cartoni cambiano e si evolvono in base alla sensibilità del pubblico. La scena dei Simpson in cui Homer strangola il figlio Bart, dalla 35esima stagione non esisterà più. Gli autori sono convinti che i metodi educativi non debbano comprendere la violenza e anche i cartoni animati devono passare questo messaggio.
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Evelyn Novello 8 Novembre 2023

Tra le serie che più hanno segnato la nostra infanzia ci sono loro, i Simpson, ma, nonostante sia un cartone longevo, ha deciso di stare al passo con i tempi. Ti ricorderai sicuramente una delle scene più iconiche, quella di Homer che strangola il figlio Bart per rimproverarlo. Beh, la sensibilità è cambiata e il ricorso alla violenza nell'educazione dei figli è criticata da più parti, tanto che anche gli autori hanno ritenuto opportuno eliminare quel gesto. Dopo 34 anni e più di 750 episodi, Homer nella nuova stagione non strangolerà più Bart. Nel terzo episodio della 35esima edizione, andato in onda lo scorso 22 ottobre negli Stati Uniti e intitolato McMansion & Wife, il padre della famiglia Simpson fa visita assieme alla moglie Marge al nuovo vicino Thayer e, quando gli stringe la mano, l'uomo si complimenta con lui per la stretta molto forte e dice: "Vedi, Marge, strangolare il ragazzo ha avuto i suoi frutti – e precisa – Ma scherzo, non lo faccio più. I tempi sono cambiati".

Che Homer stesse cambiando rotta era già evidente. Nella stagione 22, ad esempio, Homer aveva frequentato un "corso sull’arricchimento paterno" durante il quale un giocatore di basket lo aveva strangolato per dimostrargli cosa significasse essere "piccolo e terrorizzato". Una volta ricaduto nello stesso errore nella stagione 24, ora sembra aver capito davvero la gravità del gesto.

Metodi violenti e conseguenze

Nonostante sia retaggio culturale considerato normalità, la violenza domestica, in particolare, sui figli, non può più essere accettata. Sono molti gli studi che hanno collegato diversi disturbi mentali in età adulta ai metodi educativi sbagliati subiti nell'infanzia. In particolare, uno studio del 2017 ha rivelato che la salute fisica e mentale delle donne e dei loro figli è compromessa in caso di violenza domestica: oltre a segni visibili come lividi e tagli, le percosse sono causa di bassa autostima, tristezza, paura e depressione. Nei bambini si è notata una diminuzione del rendimento scolastico, dell'introspezione e della vulnerabilità all'uso di droghe. Inoltre, assistere e/o subire violenza in casa aumenta le loro possibilità di sviluppare problemi comportamentali e psichici.

Secondo i dati di Unicef, 300 milioni di bambini tra i 2 e i 4 anni nel mondo subiscono regolarmente violenze dai propri familiari/tutori (circa 3 su 4) e 250 milioni di questi sono puniti in modo fisico (circa 6 su 10). Le punizioni corporali violente sono vietate solo in 60 Paesi ma sono comunque ritenute obbligatorie per crescere ed educare i figli da 1,1 miliardi di genitori/tutori. Il cambio di rotta è ormai necessario ed è richiamato anche nell’Agenda 2030 e nei relativi Obiettivi di sviluppo sostenibile (5 e 16). Quando un'abitudine è radicata nella cultura, eliminarla non è e non sarà un'azione così semplice ma che si stia muovendo anche il mondo dell'intrattenimento è un primo passo.

Fonti | "Domestic violence: repercussions for women and children" pubblicato in Scielo nel 2017; Unicef