Solo 22 mesi ed è già in isolamento in un reparto d’ospedale. La bambina protagonista di questo ultima fatto di cronaca che arriva da Hong Kong è stata trovata positiva al virus dell’influenza aviaria di tipo A/H9.
Al momento le sue condizioni non preoccupano. Lo scorso 15 febbraio ha avuto alche linea di febbre e ha avuto degli episodi di tosse ma niente di preoccupante, tanto che non è stato necessario il ricovero. I test sul tampone hanno tuttavia confermato che si trattava di virus aviario.
A destare l’attenzione – e un certo grado di contenuta preoccupazione – riguarda piuttosto la modalità del contagio.
La piccola infatti non ha avuto nessun contatto con volatili potenzialmente infetti, non ha mangiato pollame poco cotto e l’unica persona potenzialmente rischiosa vicina aveva sviluppato un mal di gola il 17 febbraio, attenuatosi dopo la terapia farmacologica.
Non sussistendo, insomma, le più comuni circostanze per un’infezione, le autorità sanitarie di Hong Kong stanno dunque pensando a una possibile trasmissione da uomo a uomo.
Piccolo passo indietro. I sottotipo virale H9 dell’influenza aviaria A che sembra aver colpito la piccola, come spiegano anche i Cdc statunitensi, rientrano tra le forme del virus che più frequentemente hanno causato infezioni umane, eppure paura e timore al momento sarebbero assolutamente da contenere, così come l’allarmismo.
Anche l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, ha confermato che il sottotipo H9 è responsabile di infezioni di bassa intensità e gravità.
Riguardo alla possibilità di una trasmissibilità interumana, tuttavia bisogna tenere a mente che oggi non ci sono grandi dati a supporto. Possiamo dire che il contagio da uomo a uomo sia piuttosto rara.
La letteratura scientifica disponibile infatti non dimostra un’alta infettività di questi virus, sebbene si siano comunque registrati alcuni casi. Lo stesso Governo di Hong Kong ha infatti specificato che l’infezione da influenza A (H9N2) è una forma lieve di influenza aviaria che dal 1999 ha fatto registrare solamente 9 casi nel territorio.
Il più recente risale al 2020 e si trattava di un’infezione importata: di decessi, invece, non ne sarebbero stati ancora registrati.
Nel frattempo, a queste latitudini spicca l'ok da parte del Comitato per i medicinali di uso umano dell'Agenzia del farmaco europea all'approvazione di due vaccini per prevenire l'infezione da virus influenzale A/H5N1: al momento mancherebbe solamente l'approvazione definitiva dal parte della Commissione Europea.
Il primo farmaco, (ribattezzato Celldemic) è indicato per gli adulti e i bambini con più di sei mesi e può essere usato in caso di focolai di influenza che hanno origine dagli animali e in quei casi in cui le autorità sanitarie temano l'insorgenza di pandemia. Il secondo vaccino, invece, denominato Incellipan, è raccomandato solo nel malaugurato caso in cui fossimo davvero in uno stato di pandemia da influenza aviaria.
Fonti | Governo di Hong Kong; Iss; Cdc