Il Belgio è il primo Paese a istituire la quarantena per il vaiolo delle scimmie: come funziona

Dura 21 giorni e al momento è prevista solo per i casi confermati e non per i contatti stretti, che sono comunque invitati a rimanere isolati. Nei prossimi giorni potrebbero emergere altri casi, ma il rischio epidemico rimane basso.
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Giulia Dallagiovanna 24 Maggio 2022
* ultima modifica il 24/05/2022

Il Belgio ha deciso di imporre la quarantena ai pazienti che hanno contratto il vaiolo delle scimmie, o Monkeypox virus. È il primo Paese a farlo e al momento la misura non riguarda i contatti, nemmeno se stretti. Lo ha annunciato il ministro della Salute belga Frank Vandenbroucke che ha spiegato meglio la misura ai microfoni del programma radiofonico C'est pas tous les jours dimanche – RTL TVI. L'isolamento durerà 21 giorni e serve, naturalmente, a limitare il più possibile l'emergere di nuovi contagi. Nonostante restrizioni che ormai abbiamo imparato a conoscere, è sempre bene ricordare che non siamo di fronte a un nuovo Covid e che l'incubo della pandemia non sembra destinato a tornare a breve.

In tutto il Belgio al momento si contano 4 casi confermati, tutti collegati a un grande festival che si è tenuto ad Anversa a maggio. Ragion per cui, è altamente probabile l'emergere di nuove persone infette nei prossimi giorni. Questa malattia inoltre ha un periodo di incubazione piuttosto lungo che va da una fino a due settimane, mentre non è ancora chiaro per quanto tempo possa risultare contagioso un paziente che lo ha contratto.

Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie va da 6 a 16 giorni

In ogni caso, il rischio per il resto della popolazione rimane basso, anche perché la trasmissione avviene prevalmentemente attraverso il contatto con i fluidi corporei. La via principale dunque è quella sessuale, ma bisogna prestare attenzione anche alle lesioni infette, alla biancheria e agli abiti di chi è malato. Il governo ha però raccomandato a chi ha avuto contatti stretti con una persona infetta di rimanere isolati e di sottoporsi al test.

Sono queste le misure suggerite anche dall'Organizzazione mondiale della sanità. Attraverso le parole di Maria Van Kerkhove, capo della ricerca sulle malattie emergenti, l'OMS ha dichiarato che è possibile fermare i contagi nelle zone dove il virus non è endemico.

Per quanto riguarda il vaccino, non dovremmo attenderci una campagna a tappeto come quella per il SARS-Cov-2. Esiste un vaccino specifico contro il vaiolo delle scimmie, approvato nel 2019, ma non disponibile in dosi sufficienti per un'immunizzazione di massa. Vandenbroucke ha dichiarato che un'azienda starebbe già lavorando a un altro candidato, ma nel frattempo si rispolverano le scorte di vaccino contro il vaiolo umano che si è mostrato in grado di offrire una protezione seppur parziale anche contro questo virus cugino. Non è infatti un caso se i contagiati sono principalmente persone giovani, alle quali questo farmaco non è mai stato somministrato e che hanno una vita sessuale più attiva.

Fonte| C'est pas tous les jours dimanche – RTL TVI

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.