Il “deep sea mining” minaccia i cetacei: l’estrazione mineraria nei fondali marini crea troppo inquinamento acustico

Secondo un nuovo studio le balenottere azzurre, i delfini e le focene dell’Oceano Pacifico sono disturbati dalle attività minerarie sui fondali: è come avere un cantiere costantemente attivo accanto a casa. Compromette la salute mentale degli animali e li spinge a cambiare i loro comportamenti.
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Martina Alfieri 17 Febbraio 2023

Le attività umane arrivano a disturbare anche la vita degli animali che vivono nelle profondità oceaniche. Secondo un nuovo studio condotto dall’Università di Exeter e dai Greenpeace Research Laboratories, il “deep sea mining” – le estrazioni minerarie nei fondali marini – causerebbero forte stress nei cetacei, spingendoli a cambiare i loro comportamenti.

Balenottere azzurre, delfini e focene che vivono tra il Messico e le Hawaii potrebbero essere costretti a tollerare ogni giorno l’inquinamento acustico prodotto dai siti estrattivi, se le 17 compagnie che al momento hanno un contratto per compiere attività minerarie in quell’area dell’Oceano Pacifico verranno autorizzate a partire.

I fondali, infatti, sono ricchi di minerali ad alto valore commerciale come il cobalto, il rame, lo zinco, il nickel.

Secondo gli autori della ricerca pubblicata su Frontiers in Marine Science, la sensazione, per  i cetacei, sarebbe quella paragonabile a quella di avere un cantiere sempre attivo accanto a casa: a lungo andare, causerebbe forte malessere mentale.

Le operazioni di estrazione dai fondali marini profondi, se autorizzate, potrebbero presentare rischi significativi per gli ecosistemi oceanici. Le perturbazioni, su qualsiasi scala, possono essere di lunga durata e irreversibili”, si legge nella ricerca.

Ancora non è chiaro quali sarebbero le conseguenze sul benessere dei cetacei ma, secondo gli studiosi, i danni per la salute potrebbero essere irreparabili. Provocando forte rumore 24 ore al giorno, infatti, le attività estrattive potrebbero coprire le frequenze che i cetacei usano per comunicare tra loro.

Se le compagnie minerarie riusciranno a esercitare pressioni sui governi affinché diano il via libera all'estrazione commerciale, gigantesche macchine invaderanno i fragili ecosistemi d'alto mare dove vivono cetacei come balene, focene e delfini scrive l’ong Greenpeace – Il modo migliore per proteggere le balene è creare santuari oceanici, fermare la minaccia futura dell'estrazione in alto mare, eliminare la plastica monouso alla fonte e porre fine alla nostra dipendenza dal petrolio e dal gas”.

I cetacei sono purtroppo esposti a diversi rischi: diventano spesso vittime del bycatch –  la pesca accidentale – e, negli ultimi tempi, sono minacciati nel Mar Nero dalle attività militari legate alla guerra portata avanti dalla Russia sui territori dell’Ucraina.

In pochi mesi, anche a causa dell’inquinamento acustico provocato dai sonar, sono morti centinaia di delfini.