Il segreto della felicità? Provare a cambiare vita ogni dieci anni

Secondo lo psichiatra (e ormai guru della felicità) Nassim Ghaemi per essere felici è necessario saper uscire dalla propria comfort zone e provare a fare qualcosa di nuovo. Ogni quanto farlo? Almeno ogni dieci anni.
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Gaia Cortese 25 Febbraio 2023

Se un pessimista come Giacomo Leopardi sosteneva che anche nell’ultimo istante della propria vita, ci fosse la possibilità di cambiare il proprio destino, la teoria sulla felicità dello psichiatra Nassim Ghaemi può non essere tanto astrusa, al contrario.

Secondo quanto affermato da Ghaemi, il segreto delle felicità sta nel cambiamento, nella capacità di uscire dalla propria comfort zone e nell'astuzia di farlo ogni dieci anni, anno in più, anno in meno.

Ma in un articolo pubblicato sulla rivista Psychology Today, lo psichiatra iraniano si è proprio espresso con queste parole: “Dovresti cambiare quello che fai, o come vivi, ogni dieci anni perché il più grande ostacolo al successo non è il fallimento, ma il successo stesso”.

Spiegato in parole semplici, Ghaemi sostiene che nel momento in cui si diventa bravi in qualcosa, soprattutto nell’ambito professionale, il rischio è quello di non riuscire a fare meglio e di non sapere se, facendo qualcosa di diverso, sarebbe possibile o meno migliorare la propria vita con per esempio un ulteriore successo o un avanzamento di carriera.

Sempre secondo Nassim Ghaemi per tutto c'è una stagione. C’è un tempo per essere bravi in qualcosa, un tempo per essere bravi in qualcos’altro. Ovviamente bisogna essere in grado di rinnovarsi (e non è da tutti), ma questo potrebbe essere il segreto della felicità.

Essere in grado di rinnovarsi, avere il coraggio di cambiare, potrebbe essere la chiave della felicità.

Riferendosi all’attività lavorativa, Ghaemi suggerisce di rivedere la propria posizione ogni dieci anni, ma attenzione, se le cose dovessero andare male, meglio non aspettarne tanti di anni, ma anche solo cinque. L’importante è cambiare, perché diversamente il rischio potrebbe essere quello di vivere in una situazione infelice e non essere in grado di uscirne. Risultato? Solo amarezza e frustrazione.

Vivere in una condizione infelice, dovuta a una situazione lavorativa avvilente o ad una relazione sentimentale che non appaga, può solo portare a vedere le cose in modo ancora più negativo e, peggio ancora, può diventare un'abitudine. Quanto più ci si lamenta, infatti, tanto più si è inclini a farlo. E indovina un po', tutta l'energia spesa per lamentarsi è energia tolta a quella che potrebbe essere una piccola o grande rivoluzione, un cambiamento che sia portatore di felicità.

Diversamente, se dovessi essere soddisfatto di qualcosa che fai da dieci, venti anni, nessuno ti obbliga a non continuare a farlo perché in questo modo potresti avere la certezza quasi matematica di avere la stessa soddisfazione per altri anni ancora. E forse è quello che veramente vuoi.

È una scelta del tutto soggettiva. Dal pensiero di Nassim Ghaemi si può tuttavia trarre un suggerimento: quello di fermarsi ogni tanto nella vita e osservarne l'insieme per provare a capire se qualcosa deve cambiare per essere più felici. Perché a volte, correre qualche rischio, può non essere un'idea così malsana.