Il Turkmenistan, il Paese che ospita la Porta dell’Inferno

Negli anni si è costruito la fama di Paese misterioso e impenetrabile, dovuto al fatto che è governato da un presidente che si comporta da dittatore e che ogni aspetto della vita pubblica e privata della popolazione è controllato. Ogni anno lo visitano circa 6mila turisti stranieri, ma nasconde bellezze naturali davvero importanti.
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Rubrica a cura di Giulia Dallagiovanna
25 Marzo 2021

Misterioso, impenetrabile. Il Turkmenistan si è costruito questa fama negli anni, soprattutto a causa di una dittatura mascherata da Repubblica presidenziale. La media di turisti stranieri ogni anno è di sole 6mila persone e per entrare nel Paese è necessario richiedere un visto specifico almeno due mesi prima della partenza. Questo significa che è un viaggio che deve essere ben organizzato, ma si tratta anche di una terra ricca di risorse e bellezze naturali. Un esempio? La famosa porta dell'inferno.

Dove si trova

Il Turkmenistan, come potrai immaginare, si trova in Asia centrale, al confine con Iran, Afghanistan, Kazakistan e Uzbekistan. Con quest'ultimo si verificano spesso delle tensioni a causa dell'utilizzo delle acque del lago Aral, in comune a entrambi i territori. Il grande protagonista del paesaggio di questo Paese è il deserto del Karakum, che occupa più o meno i due terzi di tutta la superficie disponibile.

Si stima che la popolazione sia di circa 6 milioni di abitanti, ma i dati che arrivano fino a noi sono troppo scarsi per farsi un'idea più precisa. La capitale comunque è Ashgabat, fondata solo nel 1881. Piuttosto recente dunque per una nazione la cui storia parte addirittura da 7mila anni prima della nascita di Cristo. Un altro centro urbano di interesse turistico è Avaza, unica città balneare sulla costa del Mar Caspio, ricca di hotel in stile continentale, con tutti i comfort che un turista potrebbe richiedere. In inverno invece è completamente deserta.

Come si raggiunge

Raggiungere il Turkmenistan non è eccessivamente complicato. Ci sono diversi voli aerei che partono anche dall'Europa o dalla Turchia. Il problema è che, come è già accaduto un passato, può capitare che l'Unione europea blocchi il traffico aereo alle linee turkmene per ragioni di sicurezza. Di nuovo, è un viaggio che deve essere organizzato bene.

All'interno del territorio invece il consiglio è quello di muoversi con un taxi collettivo. Esistono comunque anche autobus che collegano le città con alcuni paesi vicini, mentre non vi sono treni. Da ricordarsi poi che le strade spesso non sono asfaltate e sono in condizioni difficili.

Cosa si può vedere

Molti sono attratti dalla capitale, Ashgabat, conosciuta anche come "la città bianca". Sembra infatti che sia una delle città con la più alta presenza di decorazioni in marmo. Sembra che il nuovo presidente, Gurbanguly Berdimuhamedow, abbia smantellato un po' degli eccessi del predecessore, Saparmuryad Nyazov. In ogni caso, lo scopo di questa città è di fungere da vetrina dell'intero Paese e del governo e potresti dunque trovarvi uno sfarzo che cozza con la povertà e il mancato rispetto dei diritti umani che sono spesso stati denunciati in Turkmenistan.

Vale comunque la pena di farle una visita, anche solo per vedere l'imponente palazzo presidenziale e la Moschea Turkmenbashi Ruhy, una delle più grandi al mondo.

Ma allontanandosi dalla capitale, si cominciano ad avere segnali di come sia il vero Turkmenistan. Prima di tutto, come ti dicevo, la porta dell'inferno. Non è altro che un grande cratere di origine artificiale. Nel 1971 infatti vi fu un incidente causato da una perforazione per cercare il petrolio che ha fatto crollare il terreno e ha aperto una sorta di via di fuga al gas naturale, di cui il Paese è ricco. Proprio per evitare danni ambientali, il cratere fu dato alle fiamme e oggi brucia ininterrottamente.

Non perderti poi un tour nel deserto del Karkatum e la tipica colazione a base di latte di cammella, il chal.

La cultura

Un aspetto importante della vita in Turkmenistan è sicuramente la religione. Si tratta di un Paese musulmano, dove è consigliato vestirsi in un modo che non risulti irrispettoso, evitare di mettersi alla guida in stato di ebrezza e chiedere il permesso prima di fotografare luoghi e persone. Devi inoltre sapere che è proibito fumare ed è meglio non superare i limiti di velocità.

Non abbiamo molte informazioni rispetto alla vita quotidiana in Turkmenistan, ma sappiamo che è controllata in modo capillare. Anche i tuoi movimenti, dunque, lo saranno.

Famosa è però anche l'ospitalità delle persone, soprattutto nelle zone più rurali.

Un po' di storia

Il Turkmenistan ha una storia molto antica, che inizia addirittura nel 7.000 a.C. Ma è solo nel 1.400 che i turcomanni iniziarono a considerarsi un popolo nomade distinto. Dopo essere rimasti sotto l'influenza della Persia per qualche secolo, entrarono nell'orbita dell'Impero russo e poi dell'Unione sovietica. L'indipendenza arrivò solo nel 1990.

La figura politica più importante è sicuramente quella del primo presidente, Saparmuryad Nyazov, che istituì una sorta di dittatura in vigore ancora oggi. I partiti di opposizione furono infatti aboliti e venne inaugurato un vero e proprio culto della personalità del presidente, che si faceva chiamare Turkmenbashi, cioè "condottiero dei turcomanni". Il suo successore, Gurbanguly Berdimuhamedow, sembra aver allentato la formula autoritaria, ma continua a fornire un'immagine di sé di condottiero, facendosi spesso ritrarre a cavallo o pavoneggiandosi in curiose uscite mediatiche. Una volta ha sollevato un bastone d'oro in Parlamento mentre il resto dei parlamentari applaudiva.

Dunque la storia recente del Turkmenistan vede una popolazione un tempo nomade trasformata in agricoltori sedentari.

Dove dormire e mangiare

Ci sono diversi hotel in cui puoi dormire in Turkmenistan e molti di loro seguono una formula continentale e offrono tutti i comfort ai turisti. Quanto meno, quelli possibili. Per quanto riguarda invece gli ostelli, potresti non trovarli molto puliti e accoglienti. Interessante, come ti accennavo prima, è il caso di Avaza, una città fatta solo di alberghi. In inverno è deserta, popolata da cani randagi. Anche per questa ragione, dovrai essere bravo a distinguere la vetrina dalla realtà del Paese.

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Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…