Quando si parla di ipertensione polmonare ci si riferisce a un meccanismo simile a quello più conosciuto dell'ipertensione arteriosa. Anche in questo caso la pressione del sangue aumenta, ma lo fa all'interno delle arterie che irrorano i polmoni. Può capitare perché si verifica un ispessimento delle pareti oppure un restringimento all'interno dei vasi sanguigni.
Con il termine "ipertensione polmonare" si intende un aumento della pressione del sangue all'interno dei vasi arteriosi del polmone. Tieni presente che di norma questo valore corrisponde a 14 mmHg a riposo. Si può quindi parlare di alterazione quando supera i 25 mmHg. A lungo andare, questa situazione può provocare danni a questi organi così importanti, come uno scompenso o un'insufficienza contrattile. Di conseguenza, accuserai delle difficoltà nella respirazione.
Quando si parla di ipertensione polmonare si devono distinguere due tipologie:
1. Primitiva o idiopatica: insorge più di frequente tra i 30 e i 50 anni e colpisce in modo particolare le donne. Nonostante la causa sia ancora sconosciuta, può risultare associata a particolari mutazioni genetiche.
2. Acquisita o secondaria: è molto più comune della forma primitiva. La patologia nella forma secondaria è stata osservata in associazione a:
Se temi di soffrire di questa patologia ecco alcuni sintomi che potresti riscontrare:
La tecnica meno invasiva per diagnosticarla è l’ecocardiografia transtoracica perché permette di documentare alterazioni morfologiche e strutturali delle camere cardiache destre. Tuttavia, per avere una risposta definitiva è però necessario sottoporsi al cateterismo cardiaco.
Attraverso questo esame è possibile misurare in modo diretto alcuni parametri, soprattutto in caso di prognosi sfavorevole della malattia: la pressione nell'atrio destro del cuore, la pressione polmonare media, la portata cardiaca. Ma non solo: è anche possibile eseguire il test di vaso-reattività polmonare: somministrando farmaci che inducono la dilatazione dei vasi sanguigni all’interno del polmone è possibile identificare i pazienti che presentano una scarsa capacità di vasodilatazione polmonare e che potrebbero trarre giovamento dalle terapie farmacologiche.
Prima di scegliere una terapia, si deve aver ben chiaro di quale tipologia si soffre: primitiva o secondaria. Nel caso di ipertensione polmonare secondaria, la terapia andrà a curare il problema che ha scatenato o causato l’ipertensione polmonare. Se, invece, parliamo della forma primaria si procederà con la somministrazione di farmaci che sono in grado di vasodilatare il circolo polmonare come calcio antagonisti, prostacicline, farmaci antiendotelina e inibitori della fosfodiesterasi tipo 5. Spesso si opta anche per l’utilizzo di anticoagulanti orali, che possono essere associati a diuretici e ad altre terapie dell’insufficienza cardiaca, in caso di scompenso di circolo.
Fonte| Humanitas