Se ti è capitato di sentir parlare di ischemia, avrai facilmente intuito che si tratta di una condizione molto delicata perché provoca una diminuzione dell’apporto di sangue in diverse parti del corpo. Potrebbe essere stato più difficile, invece, riuscire a identificare con precisione i suoi sintomi e soprattutto come si può affrontare.
Questo perché l’ischemia assume forme e manifestazioni diverse e richiede quindi approcci che dipendono dell’organo che colpisce: i bersagli più sensibili sono il cuore e il cervello e forse ne hai sentito parlare in questi termini ma devi sapere che l’ischemia può interessare anche altri distretti corporei come l’intestino e gli arti superiori o inferiori.
Prima di procedere con l’identikit che stilerò nelle prossime righe, c’è una cosa che devi tenere a mente fin da subito: poiché l’ischemia può lasciare senza un giusto apporto di sangue gli organi più importanti del tuo organismo, la velocità con cui viene rilevata e curata è la forma di trattamento più efficace.
Quando i medici utilizzano il termine ischemia si riferiscono a una condizione seria che può coinvolgere più organi del tuo corpo. Se dovessi venir colpito da un’ischemia, è come se un tessuto o un organo del tuo corpo andassero in apnea: in queste regioni si verifica una drastica riduzione del flusso di sangue che può rallentare fino ad esaurirsi completamente. Meno siero significa meno possibilità di “purificazione” dell’organismo attraverso l’espulsione delle sostanze di rifiuto ma soprattutto l’assenza di sangue equivale a una minor presenza di ossigeno e di sostanze di nutrimento per quel distretto corporeo.
Senza quelli che sono gli elementi fondamentali per la propria sopravvivenza, l’organo comincia ad affaticarsi e corre veloce verso la fase di morte, detta necrosi. Qualsiasi parte del tuo corpo è potenzialmente un bersaglio ma ci sono degli organi che sono più a rischio di altri. Il cuore e il cervello sono le regioni dove l’ischemia è più frequente e dove le conseguenze, come puoi immaginare, possono essere più serie e pericolose. Oltre a questi, anche l’intestino e le dita di mani e piedi sono zone potenzialmente a rischio.
L’afflusso di sangue in una particolare area del corpo viene interrotto da un problema nei vasi sanguigni arteriosi: se danneggiati o mal funzionanti possono ostruirsi diminuendo sensibilmente il flusso, e in questo caso si parla di ischemia parziale, oppure bloccandolo completamente, dando luogo a un’ischemia totale. Le ostruzioni dei vasi possono verificarsi a causa di:
Le modalità in cui può manifestarsi l’ischemia e la sua evoluzione dipendono dall’organo che viene deprivato della quantità di sangue di cui necessita per sopravvivere. Come ti accennavo, ci sono regioni del tuo corpo che sono più sensibili di altre e queste sono anche quelle più a rischio. Se fossero il cuore o il cervello ad essere colpiti, per esempio, il decoroso sarebbe purtroppo più rapido e critico rispetto a un’ischemia da compressione di un arto, che porta a termine il suo processo in un tempo decisamente più lento. In alcuni casi però l’ischemia è asintomatica e silenziosa, non lascia cioè alcuna traccia né del suo arrivo né della sua azione. Per comprendere più nello specifico quali sono i sintomi, ti introduco le diverse tipologie di ischemia.
Fin qui abbiamo visto che la riduzione del flusso di sangue può verificarsi nel cuore e nel cervello ma anche nell’intestino e negli arti. Ecco perché possiamo distinguere quattro macro categorie per identificare le diverse forme di ischemia.
Si tratta di una patologia che per la quale il tuo cervello non riceve l’adeguato afflusso di sangue e quindi ossigeno di cui necessita. A seconda della zona del cervello che viene colpita e dalla quantità di sangue che viene bloccata, si possono distinguere:
L’interruzione del flusso di sangue verso il cervello può avere durate differenti:
Forse l’hai sentita chiamare anche cardiopatia ischemica o ischemia del miocardio: si verifica quando al cuore non arriva abbastanza ossigeno attraverso il sangue. Come nel caso dell’ischemia cerebrale, anche qui l’ostruzione può essere temporanea o prolungata. Le due conseguenze, quindi, sono:
Per entrambe le condizioni, la sintomatologia è abbastanza comune. Gli indizi più frequenti sono:
Seppur simili, però, l'angina pectoris è più un campanello di allarme che deve spingerti ad indagare le condizioni del tuo cuore; l'infarto del miocardio è invece, l’evoluzione più aggressiva dell’angina.
Accanto al cuore e al cervello, anche l’intestino può andare incontro a una drastica riduzione dell’apporto di sangue. In questo caso una o più porzioni subiscono un infarto e dunque muoiono. Un'ischemia intestinale la puoi riconoscere dalla presenza di un forte dolore nella zona dell’addome che spesso può essere accompagnata da fenomeni di vomito o diarrea con evidenti tracce di sangue.
Leggendo fin qui avrai capito quanto sia importante riuscire a individuare per tempo se uno o più organi sono privati della quantità di sangue di cui hanno bisogno per vivere e funzionare. Attraverso un esame obiettivo dei sintomi di cui ti ho parlato prima il medico avvia le indagini e successivamente, in base al distretto corporale colpito, può impostare il trattamento: l’obiettivo è ripristinare il flusso sanguigno e ridurre al minimo il tempo di “apnea” degli organi, evitando così l’insorgenza di danni permanenti. Accanto alle terapie farmacologiche, che mirano a dissolvere i coaguli di sangue, vi sono anche diversi approcci interventistici:
Fonti | Humanitas; Fondazione Veronesi