“I medici di famiglia sono a disposizione per le vaccinazioni a tutta la popolazione”, conferma la dottoressa Pozzi (FIMMG Milano)

Ma serve una macchina organizzativa in grado di far fronte a questa impresa. Mentre c’è il timore che non si trovi personale a sufficienza per avviare una campagna anti-Covid massiccia, la Medicina Generale rimarca la sua disponibilità e spiega di cosa c’è bisogno.
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Giulia Dallagiovanna 8 Gennaio 2021
* ultima modifica il 08/01/2021
Intervista alla Dott.ssa Anna Carla Pozzi Segretario provinciale per FIMMG Milano (Federazione italiana medici di Medicina Generale)

È cominciata e procede, anche se in apparenza un po' a rilento, la campagna di vaccinazioni anti-Covid. Come ormai saprai, in questa prima fase che dovrebbe durare più o meno fino a marzo, verrà immunizzato tutto il personale sanitario presente in Italia. Dunque infermieri e medici che lavorano negli ospedali, ma anche chi manda avanti gli ambulatori e i presidi territoriali, oltre naturalmente agli OSS. Anche il tuo medico di famiglia quindi riceverà il vaccino. Ed è un'ottima notizia, se pensi a quanti di loro si sono trovati in prima linea allo scoppio dell'emergenza in Italia e al fatto sono quasi 120 quelli morti dopo aver contratto il Covid-19. "Abbiamo assistito a situazione drammatiche purtroppo – conferma la dottoressa Anna Carla Pozzi, segretario provinciale per FIMMG Milano (Federazione italiana medici di Medicina Generale). – Abbiamo accolto con entusiasmo l'arrivo del vaccino". E ora chiedono di partecipare attivamente quando prenderà il via il programma rivolto a tutta la popolazione. È quindi tempo di cominciare a organizzarsi.

"Stiamo mettendo a disposizione la Medicina Generale per le vaccinazioni a tappeto su tutto il territorio italiano – prosegue la dottoressa Pozzi. – Si deve, però, discutere di tutta l'organizzazione in Regione". Un'impresa, quella di raggiungere l'immunità di gregge in un Paese intero, che avrà bisogno della partecipazione di tutti: la tua per aderire alla campagna, e quella degli operatori sanitari che somministreranno le due dosi del farmaco necessarie per sviluppare tutti gli anticorpi contro il SARS-Cov-2. Per farti capire meglio quanto sarà grande l'operazione, oggi siamo la Nazione più avanti in Europa, ma le persone raggiunte sono solo 322.943, lo 0,55% dell'intera popolazione, secondo i dati del Ministero della Salute.

"Usare la soluzione di Pfizer-BioNTech inoltre è molto complicato, perché bisogna conservarlo tra i -60 e i -80 gradi e mantenere la catena del freddo. Non so se i medici di famiglia potranno essere coinvolti nella somministrazione di questo farmaco specifico, perché bisognerà fissare gli appuntamenti dei pazienti in modo assolutamente rigoroso – spiega la dottoressa. – Il vaccino di Moderna ha invece modalità di conservazione più semplici e può rimanere a una temperatura compresa tra i 2 e gli 8 gradi anche per diversi giorni. Ma dovremo comunque chiarire gli aspetti più pratici della campagna: chi non ha uno studio adeguato per permettere il distanziamento sociale dovrà avere a disposizione strutture e spazi comunali, se poi ci sono medici che non se la sentono di partecipare, dovranno trovare un collega al quale affidare i propri assistiti".

I comuni dovranno mettere a disposizione gli spazi adeguati: non tutti gli ambulatori sono abbastanza grandi da garantire il distanziamento

Quest'ultima modalità si è già dimostrata utile quanto è cominciata la campagna vaccinale contro l'influenza. Già, perché mentre tutti gli occhi sono puntati sulla pandemia di Covid-19, non dobbiamo dimenticarci che c'è chi si deve occupare anche di un'infezione a noi ben più nota. E quei vaccini verranno somministrati ancora per tutto il mese di gennaio. "Devo ancora ricevere dall'ATS i dati per Milano, ma so che a Bergamo questo sistema ha permesso di raggiungere percentuali molto alte di somministrazioni, al di sopra delle aspettative", chiarisce il segretario provinciale FIMMG.

Intanto la dottoressa Pozzi ha ricevuto la prima dose il 27 dicembre all'Ospedale Niguarda, durante il famoso V-Day, e ha già l'appuntamento per il richiamo il 18 gennaio. Quando dall'ASST Melegnano Martesana le hanno chiesto i nomi di 5 colleghi per avviare simbolicamente le vaccinazioni anche in quell'area, le hanno dato la disponibilità in 8. "Alla fine ho dovuto chiedere tre dosi in più, tanto per capire quanto entusiasmo e fiducia si respirino nell'ambito della Medicina Generale. Penso che dovremmo dare il buon esempio, io ho già condiviso sui social una foto in cui ricevo la vaccinazione, perché secondo me questi sono i messaggi più incisivi, che aiutano la popolazione ad avere fiducia. Se io, che sono un medico, ho accettato di farmi iniettare quella soluzione significa che è sicura, altrimenti non l'avrei fatto".

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