La fauna continua a diminuire: tutti i mammiferi terrestri selvatici del mondo pesano meno del 10% dell’umanità

L’urbanizzazione e le attività umane stanno modificando gli habitat e causando gravi perdite nella biodiversità. Secondo un nuovo studio, mentre il totale dei mammiferi selvatici – come elefanti e tigri – è pari a 22 milioni di tonnellate, l’insieme delle persone pesa 390 milioni di tonnellate.
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Martina Alfieri 22 Marzo 2023

L’uomo continua a guadagnare spazio sulla Terra, piegando la natura e modificando gli habitat in cui vivono piante e animali. Secondo un nuovo studio realizzato dal Weizmann Institute of Science, in Israele, il peso totale dei mammiferi terrestri selvatici – la loro biomassa – è oggi pari a meno del 10% del peso dell’umanità.

Elefanti, tigri, giraffe e tutti gli altri mammiferi terrestri che vivono in libertà si stima che pesino, insieme, 22 milioni di tonnellate, contro i 390 milioni di tonnellate di donne, uomini e bambini presenti sul nostro Pianeta.

All’interno della ricerca The global biomass of wild mammals c’è però un altro dato che colpisce: mentre gli animali selvatici – terrestri e marini – sono sempre meno, gli animali allevati sono moltissimi. Il bestiame da allevamento, insieme ad altre specie domestiche, pesa addirittura 630 milioni di tonnellate, contribuendo a sottrarre in modo significativo risorse naturali, come acqua e terreni, ai mammiferi selvatici. Addirittura, la biomassa dei suini, da sola, è quasi doppia rispetto a quella di tutti i mammiferi terrestri selvatici.

È sempre più urgente fare un bilancio della fauna selvatica. Nonostante i mammiferi selvatici siano di grande interesse pubblico e siano spesso oggetto di sforzi di conservazione, i loro tassi di estinzione sono aumentati vertiginosamente negli ultimi due secoli; la riduzione delle loro popolazioni corrisponde a una massiccia erosione antropica della biodiversità”, si legge nello studio.

Anche le popolazioni di mammiferi selvatici che compaiono nella lista di quelle che vantano una biomassa maggiore sono state in passato protagoniste di progetti di conservazione e recupero, come il cervo dalla coda bianca o cervo della Virginia (Odocoileus virginianus).

I progetti di conservazione, i santuari e le riserve naturali sono infatti fondamentali per tutelare la biodiversità, per questo è importante mappare quali sono le specie più a rischio, come ricorda il ricercatore Lior Greenspoon: "Una migliore comprensione dei cambiamenti indotti dall'uomo può aiutare a definire gli obiettivi di conservazione e ad avere una prospettiva sui processi globali a lungo termine. La nostra ricerca mostra, in termini quantificabili, l'entità della nostra influenza e in che modo le nostre decisioni e le nostre scelte nei prossimi anni determineranno ciò che resta della natura per le generazioni future".