La lettera (di compassione) di Flavia alla compagna di classe che la bullizzava

La lettera-denuncia di Flavia indirizzata alla “bulla” di classe lancia un messaggio importantissimo: alla violenza non si può rispondere con la violenza. Flavia non ha mai reagito. Fino a quando la violenza subita l’ha resa solo più coraggiosa, determinata e compassionevole nei confronti della vera vittima.
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Gaia Cortese 24 Febbraio 2020

Flavia ha 11 anni. È una studentessa di una scuola di Cremona, costretta giorno dopo giorno a subire episodi di bullismo da parte di una compagna di classe. Minacce e prese in giro. Violenze verbali e fisiche. Parole volgari sussurrate all'orecchio. Messaggi lasciati sul banco in cui le si augura persino la morte. Flavia non ha mai reagito, se non sfruttando un’occasione offerta dal quotidiano La Provincia di Cremona e scrivendo una lettera di denuncia e di compassione proprio alla compagna che ogni giorno le rende la vita impossibile a scuola.

"All’inizio lo devo ammettere, sì ero spaventata e mi abbandonavo al pianto… ma non per paura delle tue minacce, ma perché non capivo scrive Flavia nella sua lettera. Perché non è facile capire l’accanimento di una compagna di classe nei confronti di un’altra. Con il tempo Flavia deve averlo capito: dietro questo comportamento spesso e volentieri si nasconda un disagio e talvolta una sofferenza. Chi è la vera vittima? Forse proprio il bullo di turno.

Flavia, invece, ne esce più forte di prima. “Ti ringrazio perché ogni tua azione mi dà una carica e una grinta tali, che impiego nello sport con ottimi risultati!”  si legge nella sua lettera.

La lettera di Flavia pubblicata sul quotidiano La Provincia di Cremona, che ho voluto riportare integralmente, non è passata inosservata. La giovane studentessa è stata ricevuta e premiata dal prefetto di Cremona, Vito Danilo Gagliardi. E ha ricevuto anche il ringraziamento pubblico dal sottosegretario dell’Istruzione Peppe De Cristofaro che sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Grazie Flavia! Con il tuo coraggio e la tua forza hai alzato un muro e hai creato un ponte. E hai mostrato a tutti noi, a noi adulti prima di tutto, che il bullismo non si affronta sommando violenza a violenza, ma rompendo la morsa di silenzio e paure di cui si nutre”.

Flavia ha lo stesso nome e quasi la stessa età di mia figlia. Come ogni genitore saluto mia figlia ogni mattina, prima di mandarla a scuola, augurandomi che, nella sua giornata lontano da casa, tutto vada per il meglio. Soprattutto a scuola, dove non vorremmo mai pensare che i bambini possano subire episodi di violenza da parte dei loro coetanei. Eppure a volte succede. Il bullismo esiste. È una piaga sociale, un fenomeno che si nutre della fragilità e del disagio di chi è ancora troppo piccolo per capire che la violenza non è la strada da percorrere, che voler prevaricare su un'altra persona è sbagliato.

Flavia lo ha capito e ha lanciato un messaggio importante. Con il suo coraggio, la sua intelligenza e il suo umorismo. Flavia non lo sa, ma è un esempio per tutti. Se ce ne sarà bisogno, racconterò a mia figlia di quella studentessa che in occasione della festa di San Valentino, ha avuto compassione della bulla di turno e le ha anche suggerito di presentarsi in classe con un pacco di cioccolatini a forma di cuore. Grazie Flavia.

"Nodo blu" di Flavia Marchini

Cara bulla, sì, sono proprio io!

Come vedi, le tue azioni negative non mi impediscono di scriverti questa lettera, e guarda un po’ sono ancora qui, viva e vegeta, sorpresa!!

È dall'inizio dell'anno scolastico che mi ricopri di insulti pesanti, occhiatacce a tutte le ore del mattino, parole volgari sussurrate all’orecchio, nella tua vana speranza di una mia reazione incontrollata…

Sono passati tanti mesi e non l’hai ancora capito? Io non reagisco! Non reagisco alla violenza con altra violenza,
verbale o fisica che sia…

All’inizio lo devo ammettere, sì ero spaventata e mi abbandonavo al pianto, trattenuto (se riuscivo) fino al ritorno a casa. Piangevo sì, ma non per paura delle tue minacce, ma perché non capivo, non capivo il PERCHÉ di questo tuo sentimento (chiamiamolo così!) nei miei confronti. Ora che si avvicina il giorno di San Valentino, cosa partorisce la tua mente?

Farmi trovare sul banco tanti, tanti teneri «bigliettini d'amore» anonimi… Bigliettini in cui non vedi l’ora di vedermi morta, bigliettini in cui esprimi il tuo sentimento di gioia nel giorno del mio funerale, che secondo i tuoi calcoli, sarà tra poche settimane, vero? Pensa un po’, sono convinta invece che questa decisione spetti solo a Dio, e non a una ragazzina delle medie… mi sbaglio forse?

Veramente desidereresti la mia MORTE? Veramente desidereresti vedere morire un altro essere umano?

Ti dirò, sarò forse all'antica, ma per San Valentino avrei preferito ritrovarmi sul banco qualche cioccolatino a forma di cuore, o anche una rosa rossa… troppo banale e romantica vero? (Dai che sei ancora in tempo!)

Cara bulla, se è vero che da un lato hai cancellato in me ogni illusione del mio mondo dorato di bambina, scaraventandomi nel «magico e grigio» mondo degli adulti… dall’altro lato ti ringrazio perché ogni tua azione mi dà una carica e una grinta tali, che impiego nello sport con ottimi risultati! Lo sai che ho vinto la mia prima medaglia? Che emozione!!

Cara bulla, volevo solo farti sapere che MAI, MAI, MAI riuscirai a spegnere la mia luce e la mia voglia di vivere. MAI! E se mai lo vorrai, io sono qui, e mi raccomando, i cioccolatini!

Con affetto e compassione.

Flavia Marchini