La parola d’ordine è “dormire”: il sonno è ufficialmente uno degli 8 segreti per prenderti cura della salute del tuo cuore

L’American Heart Association ha incluso il dormire tanto e bene nella lista dei fattori modificabili che aiutano a proteggere la salute cardiovascolare.
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Kevin Ben Alì Zinati 6 Luglio 2022
* ultima modifica il 06/07/2022

Devi dormire: tanto e bene. Lo prescrive il medico, anzi l’American Heart Association.

Secondo i cardiologi americani, gli adulti dovrebbero concedersi in media dalle 7 alle 9 ore di sonno a notte mentre per i più piccoli la durata è variabile e dipenderebbe dall’età.

In ogni caso, l’obiettivo sarebbe lo stesso: dormire tanto e bene per tenere sotto controllo la salute del cuore.

“La scienza ci ha mostrato come il sonno sia parte integrante della salute cardiovascolare” ha spiegato il dottor Donald Lloyd-Jones, cardiologo, epidemiologo e professore di medicina preventiva presso la Northwestern University Feinberg Scuola di Medicina di Chicago.

Per questo, il sonno è stato inserito nella «Life’s Essential 8», un insieme di fattori modificabili per salvaguardare la salute cardiovascolare.

Nel 2010, l’American Heart Association aveva creato «Life’s Simple 7», un elenco di sette elementi da includere nella propria quotidianità per tutelare il nostro cuore come il mantenere un peso sano, evitare di fumare, mantenere un’attività fisica costante, seguire una dieta equilibrata, controllare la pressione sanguigna così come i valori del colesterolo e della glicemia.

In breve tempo tutti questi fattori sono diventati la «bibbia» della cardiologia, e non solo per i medici: «Life’s Simple 7» ha anche orientato le scelte di vita di molti pazienti decisi a proteggere a dovere la salute del cuore ma anche del loro cervello.

Un recente articolo appena pubblicato sulla rivista Circulation ha però aggiornato la lista che da 7 «segreti» passa così a 8. Dopo aver valutato positivamente anche la non più negabile utilità del sonno, i ricercatori americani hanno sottolineato una volta di più che che sia il dormire troppo che il dormire troppo poco sono associati a malattie cardiache e che una cattiva salute del sonno è anche strettamente connessa con una cattiva salute psicologica.

Banale, potresti dire. E invece dormire bene è un vero toccasana per il nostro corpo. Secondo gli esperti dell’American Heart Association, tra i benefici del sonno ci sono:

  • La guarigione e la riparazione di cellule, tessuti e vasi sanguigni
  • Un rafforzamento del sistema immunitario
  • Un umore e un senso di energia migliorati
  • Una migliore funzione cerebrale traducibile in maggior prontezza decisionale, concentrazione, apprendimento, memoria, ragionamento e risoluzione dei problemi
  • Un minor rischio di malattie croniche

Al contrario, un sonno scarso può diventare un nemico temibile. Dormire poco e male potrebbe infatti metterti a maggior rischio di:

  • Malattie cardiovascolari
  • Declino cognitivo e demenza
  • Depressione
  • Ipertensione, glicemia e colesterolo
  • Obesità

Insieme alla prescrizione, i cardiologi americani hanno messo a disposizione dei pazienti anche una serie di suggerimenti per cercare di dormire meglio. Concentrandosi soprattutto su come disinnescare l’effetto dannoso dello smartphone (già ti aveva raccontato come un utilizzo ridotto o del tutto assente fosse associato a una maggior felicità).

La prima mossa da fare è mettere in carica il dispositivo il più lontano possibile dal letto: la distanza tra te e il tuo smartphone, infatti, può aiutarti a sentirti meno sopraffatto in generale.

Può diventare decisivo anche oscurare lo schermo o utilizzare un'app che durante la notte neutralizzi la luce blu dello schermo, che come forse sai può alterare il ritmo circadiano e la produzione di melatonina.

La parola d’ordine, poi, è “bloccarlo”: impostare cioè il ​​telefono in modalità «non disturbare» in modo che niente possa ostacolare il tuo sonno.

Fonte | American Heart Association 

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.