La stimolazione magnetica rallenta la Sla: ora sarà possibile farla direttamente a casa

Già diversi studi hanno dimostrato che la stimolazione magnetica aiuta a ritardare la paralisi progressiva dei muscoli provocata dalla Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Ora, però, grazie a un progetto tutto italiano potrebbe diventare possibile seguire la terapia direttamente a casa e quindi ottenere risultati migliori.
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Giulia Dallagiovanna 3 Luglio 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Dalla Sclerosi laterale amiotrofica, ovvero la Sla, ancora non si guarisce. Purtroppo. La ricerca però prosegue e se una cura al momento manca, iniziano a farsi strada alcune terapie che aiutano a ritardare l'insorgere dei sintomi. Su Ohga ti avevamo già parlato di come la stimolazione magnetica consentisse di mantenere più a lungo la funzionalità degli arti. Ora grazie a un progetto pilota portato avanti dall'Università Campus Bio-Medico di Roma e dall'Istituto Auxologico Italiano di Milano, con il sostegno della Fondazione "Nicola Irti" per le opere di carità e di cultura, potrebbe diventare possibile effettuare il trattamento direttamente a casa.

Tutto parte dai motoneuroni, ovvero le cellule del sistema nervoso centrale che fanno muovere i tuoi muscoli volontari. In chi è affetta da Sla queste particelle perdono via via la loro funzionalità e subentra una paralisi che colpisce progressivamente quasi tutte le attività del tuo corpo, compresa la masticazione e la respirazione. Già diversi studi avevano dimostrato che l'elettroceutica, una particolare tecnica di stimolazione magnetica cerebrale e non invasiva, permetteva di rallentare il decorso di questa patologia neurodegenerativa.

A breve partirà uno studio pilota che coinvolgerà 40 pazienti

Ma la novità è che ora non si tratterà più di sedute periodiche, ma di una terapia quotidiana che si potrà seguire a casa propria. Insomma, più comoda, più frequente e che permette dei risultati migliori. A breve partirà uno studio pilota, coordinato dal professor Vincenzo Di Lazzaro, direttore dell'unità operativa complessa di Neurologia del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma. Potranno partecipare 40 pazienti che avranno tra i 18 e i 75 anni e che abbiano sviluppato la malattia da meno di 24 mesi, con la funzione respiratoria ancora in buone condizioni. Come vedi, purtroppo, questo trattamento può funzionare solo a patto che vi siano determinate condizioni e non potrà rappresentare una speranza per ogni malato.

Negli ultimi anni, però, la ricerca ha compiuto notevoli progressi e la direzione che sta seguendo è quella delle cure personalizzate in base al caso che si deve affrontare. Si spera quindi non solo che questa terapia dia i risultati sperati, ma anche che se ne possano sviluppare di nuove per tutti i pazienti che non rientrano nella categoria di cui ti ho parlato prima.

Fonte| "Rallentare la Sla con la Elettroceutica", pubblicato sul sito di Università Campus Bio-medico di Roma il 27 giugno 2019

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.