La storia di Aide Borgatti, la donna di 106 anni che ha raccontato il proprio secolo di vita al chirurgo che le impiantava un pacemaker

Aide Borgatti ha 106 anni e negli scorsi giorni è stata sottoposta a un intervento per l’impianto di un pacemaker per curare la sua bradicardia. Mentre il chirurgo operava, la donna gli ha raccontato il proprio secolo di vita, sbalordendo tutti per forza, lucidità e longevità.
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Kevin Ben Alì Zinati 22 Aprile 2024
* ultima modifica il 22/04/2024

Quando racconta la storia della sua vita, Aide lascia tutti i medici a bocca aperta. In 106 anni ne ha viste di cose: guerre, rinascite, innovazioni, impronte sulla Luna e rivoluzioni.

A sbalordire più di tutto i chirurghi dell’ospedale di Cento, in provincia di Ferrara, è che Aide Borgatti racconta cosa è stato e cosa ha significato questo secolo di vita mentre si trova in sala operatoria sotto anestesia locale e i medici le stanno impiantando un pacemaker.

Aide Borgatti, come scrive la stessa struttura ferrarese sui propri profili social, è una signora distinta e in ottima salute fatta eccezione per piccolo problema al cuore, un battito cardiaco troppo lento che sempre più spesso le provocava qualche disturbo.

La soluzione, individuata dal professor Biagio Sassone, è quella di inserirle nel petto un pacemaker.

Come sai, si tratta di un dispositivo elettrico delle dimensioni di una moneta che impiantato sottopelle nei pazienti bradicardia allo scopo di controllare il battito cardiaco intervenendo sul funzionamento non corretto del sistema elettrico dell’organo.

In caso di rallentamento eccessivo del ritmo cardiaco, il dispositivo si attiva inviando impulsi elettrici che riportando il ritmo a un andamento normale.

L’intervento a cui è stata sottoposta Aide si è svolto senza complicanze e il giorno successivo l’ultracentenaria è stata dimessa e ha fatto ritorno a casa.

“Della sig.ra Aide, mi ha colpito subito la sua straordinaria lucidità e il perfetto stato mentale. La sua mente vivace e la chiarezza dei suoi pensieri e dei suoi ricordi sono davvero impressionanti. Durante l’intervento – ha spiegato il professor Sassone – abbiamo discusso ampiamente della sua vita iniziata nel 1918, alla fine della Prima guerra mondiale. Per me, appassionato di storia italiana del XX secolo, è stato come aprire un libro di storia. Ci siamo salutati con l’augurio di rivederci tra una dozzina d’anni, al momento della sostituzione della batteria del pacemaker”.

Tieni a mente che in Italia 25mila pazienti ogni anno vengono sottoposti a un primo impianto di pacemaker: l’età media di questi pazienti si aggira attorno agli 82 anni e un quarto di loro ha superato gli 87 anni d’età.

Non è quindi raro che un cardiologo si trovi ad intervenire su pazienti anche molto anziani ma la storia di Aide è comunque da record.

Il primo pacemaker cardiaco, hanno ricordato dall’Ospedale di Cento, fu impiantato a Stoccolma su un uomo di 48 anni che aveva frequenti svenimenti a causa di un battito cardiaco troppo lento. Da lì di stori se n’è fatta. Come l’ha fatta – e vissuta – Aide Borgatti.

Fonte | Ospedale di Cento

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