Due giorni ed è tornata a camminare, buttandosi alle spalle anche l’intervento chirurgico per la frattura del femore.
Tempistiche e circostanze sono già particolari ma lo diventano ancora di più se pensi che la protagonista di questa storia è Maria (nome di fantasia), una donna marchigiana di 103 anni.
L’operazione di sintesi della frattura è stata eseguita da un team di chirurghi dell’ospedale San Salvatore di Pesaro che ha provveduto a stabilizzare l’osso attraverso dei supporti in acciaio o titanio (come placche o viti) portando la donna in buone condizioni di salute già dopo due soli due giorni.
Una volta uscita dalla sala operatoria, Maria stava così bene che è riuscita a a camminare nel giro di 48 ore.
“La storia di questa paziente dimostra che l’età non è un limite per la cura e la guarigione – spiega il direttore Generale Nadia Storti – È un esempio di come la competenza medica e la determinazione possano fare la differenza nella vita delle persone”.
La frattura del femore, come puoi imaginare, è un evento molto comune nelle persone anziane e può facilmente inficiare la qualità di vita arrecando problemi anche nello svolgere le più semplici attività quotidiane.
Nel caso di Maria, è stato decisivo il percorso personalizzato che i medici hanno allestito per lei, con una gestione dell’intervento e del recupero post-operatorio che hanno permesso un ritorno alla normalità in tempi rapidissimi.
Fratture del femore possono derivare dall’unione di cadute accidentali in casa con il progressivo aumento di condizioni come l’osteoporosi, una patologia legata all’invecchiamento che causa la riduzione della forza delle ossa e le espone a un rischio maggiore di lesione.
La lenta ma continua degenerazione della struttura ossea può provocare anche le cosiddette fratture da stress, slegate dunque da traumi o cadute.
Come nel caso di Maria, il trattamento nella maggior parte dei casi prevede un intervento chirurgico, con l’innesto di una protesi articolare oppure con l’impiego di tecniche di osteosintesi per unire frammenti ossei attraverso strumenti metallici.
Fonte | Ospedale San Salvatore di Pesaro