L’altro lato della plastica: da risorsa del futuro a nemico del Pianeta

Per anni la plastica è stata considerata il materiale del futuro. Tuttavia, questo polimero versatile e utilizzato in tantissimi campi non è soltanto utile, igienico e resistente. Purtroppo, come ormai sappiamo tutti, la plastica rappresenta un vero pericolo per l’ecosistema. Ed è importante rendersene conto il prima possibile.
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Rubrica a cura di Sara Del Dot
29 Marzo 2019

Fino ad ora abbiamo parlato della plastica in tutti i suoi aspetti tecnici. Ti ho raccontato di come nasce, come viene creata, qual è il suo ciclo di vita e dove poi va a finire. Ed è proprio qui, su ciò che accade dopo la “fine” della plastica, che inizierò a concentrarmi ora. Perché dopo averla conosciuta, dopo averne sviscerato le caratteristiche, dopo averla raccontata dalla sua nascita fino al suo (non sempre garantito) smaltimento, ora è importante capire perché è diventata il nemico numero uno dell’ambiente in cui viviamo, la prima minaccia in assoluto della natura e dei suoi ecosistemi.

8 milioni. È sempre lo stesso numero, e ho quasi paura di sapere quale sarà il prossimo. Un numero che sta venendo ripetuto all’infinito sui giornali, sulle televisioni, sui siti di informazione. Un numero che rivela quante sono le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono dritte dritte negli oceani di tutto il mondo, uccidendo gli animali e soffocando gli ecosistemi. Ma non solo mari. I rifiuti plastici si possono trovare ovunque, e anche il più piccolo può causare danni enormi. Perché la plastica non si distrugge mai. Infatti, sembra che la sua più grande proprietà, ovvero la resistenza al tempo e all’usura, sia anche la sua maggiore arma per danneggiare il luogo in cui viviamo e che sta lentamente conquistando.

Se butti una cartaccia per terra mentre sei in montagna, stai facendo del male al luogo che questo momento stai apprezzando e ti sta procurando del benessere. Se abbandoni un sacco di immondizia per strada, stai costringendo il Pianeta a farsene carico con tutte le sue implicazioni e conseguenze. E se come te agiscono altre milioni di persone, puoi facilmente immaginare quanto una produzione incontrollata di rifiuti di questo genere possa danneggiare il mondo. E quindi noi stessi.

Le immagini le abbiamo viste tutti. Tartarughe intrappolate in reti da pesca abbandonate, cetacei spiaggiati con lo stomaco pieno zeppo di plastica, uccelli avvolti in sacchetti di nylon e impossibilitati a nutrirsi, crostacei che scambiano contenitori per yogurt e bicchieri monouso per le loro nuove case. Sono forse proprio quelle immagini ad aver, non molti anni fa, mosso la coscienza collettiva e averci fatti svegliare. Senza però, ancora, agire.

Che succede quindi al nostro pianeta, quali sono le conseguenze a lungo termine di questo problema? In che modo Governi, cittadini, istituzioni, associazioni stanno provando ad affrontare un problema sempre più presente e sempre meno arginabile? C’è davvero una soluzione? Oppure finiremo a vivere in un vero e proprio mondo di plastica?

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Sono nata e cresciuta a Trento, a due passi dalle montagne. Tra mille altre cose, ho fatto lunghe passeggiate nel bosco altro…