L’amnesia: quei “buchi” della memoria ai quali dovresti stare attento

Si può parlare di amnesia in caso di una perdita o diminuzione di memoria che rende la persona colpita incapace di ricordare eventi, esperienze o informazioni immagazzinati nel passato recente o in quello più lontano. I sintomi di questo disturbo possono variare a seconda della forma e della causa scatenante, dalla quale dipende anche la durata dell’amnesia stessa, che può essere transitoria o permanente. Vediamo come riconoscere questo problema e come si può affrontare.
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Valentina Danesi 3 Agosto 2020
* ultima modifica il 18/11/2020
In collaborazione con la Prof.ssa Federica Alemanno Responsabile della Neuropsicologia Ospedale San Raffaele di Milano

L'amnesia è un disturbo caratterizzato da una perdita di memoria parziale, se riguarda soltanto informazioni precise come nomi o luoghi, oppure totale, quando è estesa a tutti i ricordi di una persona. Si tratta di un problema non sempre facile da diagnosticare e molto sfaccettato, visto può manifestarsi in diverse forme: in ambito medico, infatti, vengono distinte l'amnesia lacunare, l‘amnesia anterograda e retrograda, ognuna delle quali possiede caratteristiche e sintomi specifici.

Le cause dell'amnesia possono essere molte e diverse tra loro ed è proprio da queste ultime che dipende la durata del disturbo, che può essere di alcuni minuti così come di varie ore. Nei casi più gravi, originati da danni particolarmente seri, i ricordi potrebbero anche svanire del tutto e non essere più recuperati.

Ciò che è certo, è che parliamo di un problema da non sottovalutare, quindi se ti accorgi improvvisamente di aver perso anche solo parzialmente la memoria rivolgiti subito al tuo medico di fiducia.

Cos’è?

Il termine amnesia fa riferimento alla perdita o alla diminuzione della memoria legata ai ricordi che riguardano fatti, informazioni ed esperienze. Questo disturbo può anche essere permanente, diversamente da quegli episodi temporanei noti con il nome di amnesia globale transitoria.

Normalmente il problema non è associato alla dimenticanza della propria identità: le persone con amnesia, che viene chiamata anche sindrome amnestica, di solito sanno chi sono anche se poi possono faticare ad apprendere nuove informazioni o a formare nuovi ricordi. Questo non vale però in caso di amnesia dissociativa, ovvero una particolare forma caratterizzata da una perdita di memoria che può riguardare anche importanti informazioni personali.

Non esiste una cura mirata per l'amnesia, che si può risolvere agendo sulle cause scatenanti. Allo stesso tempo, però, se ti ritrovi ad avere a che fare con questo disturbo per molto tempo, esistono tecniche apposite per migliorare le capacità mnemoniche e gruppi di supporto psicologico per aiutare le persone ad affrontare il problema.

Tipi di amnesia

Come ti ho anticipato, la perdita di memoria può manifestarsi in diversi modi. Per questo motivo, in ambito medico vengono riconosciute diverse forme di amnesia:

  • Amnesia lacunare: è una forma che riguarda solo alcuni gruppi isolati di ricordi.
  • Amnesia retrograda: la persona colpita risulta incapace di ricordare fatti e avvenimenti precedenti all’evento che ha causato la perdita di memoria.
  • Amnesia anterograda: si tratta di una forma caratterizzata dall’incapacità di ricordare fatti avvenuti successivamente all'evento che ha originato l’amnesia.
  • Amnesia globale: è la combinazione dei due tipi di amnesia precedenti.
  • Amnesia senso-specifica: è una perdita di memoria che riguarda i ricordi di eventi elaborati da un senso particolare, ad esempio l'udito.
  • Amnesia dissociativa: le persone che sviluppano questa forma possono arrivare a dimenticare, seppur temporaneamente, importanti informazioni riguardanti la propria identità, faticando ad esempio a riconoscersi.

Ma quanto dura un'amnesia? Purtroppo non esiste una risposta unica a questa domanda, dato che, come vedremo nel dettaglio più avanti, la perdita di memoria può essere breve, può portarsi nel tempo o diventare addirittura permanente, a seconda della gravità della causa scatenante.

Sintomi

La maggior parte delle persone che soffre di amnesia ha problemi con la memoria a breve termine e ciò significa che non riesce a ricordare e mantenere le informazioni nuove o recenti. Quindi è possibile che i ricordi più vicini nel tempo vadano persi, mentre quelli più lontani o più radicati possano essere mantenuti. La perdita di memoria non va a intaccare l’intelligenza, la conoscenza generale, la consapevolezza, l'attenzione, il giudizio, la personalità o l'identità di un individuo. Generalmente chi soffre di amnesia è anche consapevole di avere un disturbo della memoria.

La demenza non è strettamente collegata con l’amnesia (anche se quest’ultima può essere un sintomo della prima), ma va unita ad altri sintomi significativi come la capacità di ragionamento e di apprendimento (capacità cognitive), che portano a un declino delle attività della vita quotidiana. A seconda della causa legata all'amnesia, altri segni e disturbi che potrebbero verificarsi includono: falsi ricordi completamente inventati o costituiti da ricordi veri ma collocati in situazioni temporali non coerenti. È importante sottolineare che chiunque abbia subito una perdita di memoria inspiegabile o un trauma cranico o manifesti momenti di confusione o disorientamento dovrebbe ricevere cure mediche immediate. Tuttavia, è altrettanto fondamentale capire che una persona con amnesia potrebbe non essere in grado di capire dove si trovi o di avere la prontezza necessaria per cercare assistenza medica, per cui chi si trovasse di fronte a una persona con sintomi d’amnesia dovrebbe prestare soccorso.

Cause

L’amnesia, in generale, può essere causata da molti fattori, quali per esempio:

  • traumi cranici
  • malattie mentali
  • epilessia
  • intossicazioni che provocano danni alle aree del cervello importanti per l'elaborazione della memoria

La memoria coinvolge varie parti del cervello e, quindi, qualsiasi lesione o patologia che lo colpisca potrebbe danneggiarla. L'amnesia può derivare da danni alle strutture cerebrali che formano quello che viene anche chiamato sistema limbico, cioè un’area che controlla le emozioni e i ricordi. Queste strutture includono il talamo, che si trova nelle profondità del cervello, e le formazioni dell’ippocampo situate all'interno dei lobi temporali. Se vogliamo andare nello specifico, l'amnesia causata da lesioni o danni cerebrali è nota come amnesia neurologica. Le cause possibili dell’amnesia neurologica sono:

  • ictus
  • infiammazione cerebrale (encefalite), conseguente a un'infezione virale oppure, da una reazione autoimmune al cancro o, ancora, da una reazione autoimmune non dipendente da malattie tumorali
  • apporto insufficiente o mancanza di ossigeno al cervello, dovuta per esempio a un attacco di cuore, a difficoltà respiratorie o ad avvelenamento da monossido di carbonio
  • abuso continuativo di alcol
  • tumori in aree del cervello che controllano la memoria malattie degenerative del cervello, come il morbo di Alzheimer e altre forme di demenza
  • convulsioni
  • alcuni farmaci, come le benzodiazepine o altri medicinali che agiscono come tranquillanti.

Anche traumi o lesioni, come abbiamo già detto, possono portare a confusione e problemi nel ricordare nuove informazioni quindi ad un’alterazione dello stato della memoria: un problema che è particolarmente facile riscontrare nelle prime fasi della convalescenza.

È proprio la causa a determinare la durata del disturbo: i danni lievi alla testa spesso provocano un’amnesia transitoria (ovvero temporanea), mentre quelli più gravi possono essere causa di amnesia permanente. In altri casi, la perdita di memoria può anche essere progressiva, come accade nei malati di Alzheimer, nei quali il cervello si degenera nel tempo. Un altro tipo di amnesia, piuttosto raro, è rappresentato dall'amnesia dissociativa. Deriva da uno shock emotivo o psicologico oppure da un trauma e, in questo caso, la persona può perdere ricordi personali e informazioni che lo riguardino ma, di norma, solo per un breve periodo.

Diagnosi

Le patologie che possono essere causa o associate all’amnesia sono:

  • demenze
  • intossicazione da monossido di carbonio
  • lesioni cerebrali
  • morbo di Alzheimer
  • traumi cerebrali

Proprio perché le cause sono varie è importante affidarsi al proprio medico di fiducia e, nei casi più gravi, a un ospedale. Lì sarà possibile capirne l’entità, la tipologia e quindi la causa in modo tale da poter fare una diagnosi e stabilire una cura adeguata.

Cura

Per l’amnesia non c’è una cura specifica ma è fondamentale scoprire la causa che ha dato origine al disturbo in modo da lavorare nello specifico e in modo mirato su di essa. Attenzione a non minimizzare i problemi di memoria, anche se discontinui e non permanenti, ma parlarne con il proprio medico curante.

Quanto può durare

Non è possibile identificare una tipologia specifica di durata dell’amnesia poiché è strettamente legata alla tipologia e alla causa. Può quindi durare poche ore, pochi giorni ma anche persistere nel tempo e diventare quindi permanente.

Il parere dell'esperto

Abbiamo sentito sull'argomento la Professoressa Federica Alemanno, responsabile della Neuropsicologia Ospedale San Raffaele di Milano e docente presso l’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano, e le abbiamo chiesto nei casi di amnesia in cosa consiste e che ruolo ha la riabilitazione cognitiva.

"Con i pazienti che hanno perso la memoria, per esempio a seguito di un trauma cranio-encefalico da incidente stradale, effettuiamo la riabilitazione cognitiva. Il disturbo mnesico può essere transitorio, ossia di risoluzione spontanea in breve tempo, o più duraturo e deve essere, pertanto, opportunamente trattato a livello neuropsicologico per la sua risoluzione. La complicazione di un tale quadro cognitivo consiste nel fatto che il paziente non ricordando non accetta neppure la malattia.

L’approccio terapeutico consiste in primis nel raccontare al paziente quanto è avvenuto per poi riabilitarlo nella maniera più idonea, con esercizi specifici di memoria che vanno a rinforzare le aree cerebrali che sono state danneggiate dal trauma e che costituiscono l'origine del danno cognitivo di memoria determinatosi. Il meccanismo di efficacia  della riabilitazione cognitiva si puo' facilmente spiegare: il nostro cervello è neuroplastico, per cui, se noi lo esercitiamo con esercizi, ad esempio di memoria, tali esercizi non cadono nel vuoto ma vanno a far lavorare regioni cerebrali specifiche.

L’area colpita rinforzandosi crea nuove sinapsi; formandosi, queste ultime permettono al cervello stesso di immagazzinare nuovi ricordi. Per esempio se si deve “curare” un’amnesia retrograda, quindi non si ricorda quanto avvenuto prima dell’incidente, la terapia va a "rispolverare" i ricordi per riportarli a consapevolezza e riempire quei vuoti di memoria.

In sostanza, questi sono ricordi recuperati o "ri-appresi"- a seconda della gravità del caso specifico – che vanno a colmare i buchi del passato. Se l’amnesia è, invece, anterograda, cioè compromette la capacità dell’individuo di immagazzinare informazioni nuove, allora si lavora rinforzando i circuiti cerebrali depositari dell’immagazzinamento dei nuovi ricordi, dell'apprendimento sostanzialmente".

Fonti| Humanitas; ISS

(Modificato da Alessandro Bai il 28-10-20)

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