Lascia un libro, prendi un libro: il progetto di “biblioteca diffusa” nato in Sicilia da un appassionato viaggiatore

Uno scaffale di libri accanto al bancone del panettiere, tra gli articoli del ferramenta, o vicino ai tavolini del bar in cui ogni giorno fai colazione. Giuseppe Rapisarda non pensava che la sua iniziativa, avviata nel paese di Belpasso alle pendici dell’Etna, mettesse in circolo gratuitamente oltre 2000 libri in 25 città italiane.
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Sara Del Dot 10 Febbraio 2019

Giuseppe Rapisarda vive all’insegna della condivisione e dello scambio. 54 anni, laureato in chimica, ex manager di una multinazionale nel settore della diagnostica, ha viaggiato per tutta la vita, e da sempre porta avanti idee e progetti che lascino qualcosa alle persone e al mondo.

“Ho compiuto circa 300 viaggi e visitato oltre novanta paesi stranieri. Nel 2014, partendo dalla Germania, ho disceso il Danubio in kayak fino al mar Nero. L’anno successivo, con 400 bottiglie di plastica, ho costruito una canoa ecologica, con la quale ho compiuto una traversata del litorale catanese, per una giornata di sensibilizzazione ambientale e di riduzione della plastica nel mare. Ho sempre avuto il pallino dell’ambiente e del rispetto della natura, infatti quando vado all’estero, dove me lo permettono, pianto degli alberi nei luoghi pubblici, come segno di amicizia e di Pace. Nei miei viaggi cerco sempre, quanto più possibile, il contatto con le persone locali e con i loro usi e costumi”.

Ed è proprio questa naturale attitudine alla condivisione che ha portato Giuseppe ad avviare, o meglio, importare nel suo piccolo paese, Belpasso, in provincia di Catania, il progetto di una biblioteca diffusa sul territorio, ovvero un sistema di scambio di libri in luoghi che la gente frequenta abitualmente, chiamato “Lascia un libro, prendi un libro”, che fino ad ora ha messo in circolo circa duemila libri di tutti i generi in 25 città sparse per ben sei regioni italiane. Noi di Ohga ci siamo fatti raccontare meglio in cosa consiste.

Com’è nata l’idea di una biblioteca diffusa?

Durante i miei viaggi in giro per il mondo ho avuto occasione di vedere vari esempi di postazioni in cui c’erano libri a disposizione di tutti, in particolare nei parchi pubblici. Ne ho visto molti a Bratislava, in Brasile, ma anche in alcuni piccolissimi paesi dell’Alaska. In pratica io non ho inventato niente, mi sono limitato a importare una cosa che ho visto un po’ ovunque nel mondo. All’inizio volevo limitarmi ad aprire due o tre punti nel mio paese, Belpasso. Ho messo a disposizione una sessantina di libri e poi ho condiviso la notizia sui social. A quel punto altre persone hanno voluto aderire, autoproponendosi per adottare un punto libri, come ad esempio esercenti commerciali e studi medici. Riscontrando un tale interesse ho deciso di continuare, e oggi solo a Belpasso di punti libri ce ne sono 31.

Come funziona il progetto?

Il progetto è totalmente gratuito ed è aperto a chiunque, in qualunque parte d'Italia. Consiste nel prendere un libro tra quelli messi a disposizione nei vari punti, lasciandone contemporaneamente un altro. Un vero e proprio scambio gratuito. La filosofia che sta alla base è che, se normalmente dopo aver letto un libro lo si abbandona sullo scaffale di casa lasciandolo a ingiallire e prendere polvere, in questo caso lo si rimette in circolo, si condivide con le altre persone assieme alle emozioni che quel libro porta con sé. È come una biblioteca, ma con un pensiero di base leggermente diverso. Infatti, le biblioteche portano le persone ai libri, mentre noi portiamo i libri alle persone, facendoli trovare nei luoghi in cui svolgono le loro attività quotidiane, grazie soprattutto alla collaborazione dei vari esercenti che hanno messo gratuitamente a disposizione della cultura spazi che altrimenti utilizzerebbero per le loro merci in vendita. Infatti, abbiamo aperto dei punti nelle ferramenta, nei panifici, ma anche in ortofrutta, palestre, saloni di parrucchieri e bar. C’è soltanto una regola: per prendere un libro bisogna lasciarne un altro. Parliamo di qualunque testo, a eccezione dei testi scolastici. Non c’è nessuna registrazione, nessuna tracciabilità, nessun obbligo di riconsegnare il libro. L’importante è che avvenga uno scambio.

Quanti punti libro avete aperto e dove?

In questo momento abbiamo a disposizione 85 punti in 25 città appartenenti a sei differenti regioni. Naturalmente molti sono qui in Sicilia, ma ce n’è uno anche in un bed & breakfast a Mantova, in un negozio di alimentari a Asti, in un’edicola a Padova, e anche in una caffetteria di Vinci, (Firenze). Non abbiamo limiti, ospitiamo tutti coloro che vogliano collaborare, basta che siano abbastanza motivati e non si stufino dopo poco chiudendo tutto. Aderire al progetto è molto semplice: chiunque voglia partecipare può contattarmi tramite la pagina Facebook, e noi gli mettiamo a disposizione lo spazio virtuale per farsi conoscere e rendersi disponibile per ricevere testi. Ma possono anche partecipare solo i lettori facendo delle donazioni. È tutto gratuito, in ogni sua parte.

Quanti libri avete a disposizione?

Inizialmente ho iniziato io con una sessantina di libri, ma poi sono iniziate ad arrivare le donazioni. Senza donazioni, infatti, il progetto non esisterebbe. Per ogni punto si comincia sempre con una dozzina di libri, ma il numero si arricchisce sempre. Al momento abbiamo in circolazione più di duemila testi e l’elenco non fa che crescere.

In che modo un progetto del genere può incentivare la lettura?

Uno dei vantaggi di questo metodo è il fatto che chi segue un orario lavorativo “classico”, da ufficio, spesso non si ritaglia il tempo per recarsi in libreria o in biblioteca, sia per ragioni di mentalità sia soprattutto per le tempistiche.

Le biblioteche portano le persone ai libri, mentre noi portiamo i libri alle persone.

Noi in questo modo consentiamo a chiunque di scegliere un libro mentre svolge le proprie attività quotidiane, senza doversi assentare o cambiare i propri programmi. I nostri libri sono disponibili sempre, per 365 giorni l’anno. In più, la nostra pagina Facebook consente agli esercenti di segnalare i nuovi libri che sono entrati, così da dare un’idea alle persone di cosa potrebbero trovare sui loro scaffali.

Cosa cambia dal bookcrossing?

Possiamo definire “Lascia un libro, prendi un libro” come un lontano parente del bookcrossing. Infatti, rispetto al bookcrossing, tutti i nostri libri sono tutti protetti, sia dai vandali sia da eventuali intemperie, perché si trovano all’interno di edifici controllati. C’è sempre qualcuno che vigila sui testi, non sono mai abbandonati a se stessi. È un punto importante, perché vogliamo assicurare a chi dona un testo che il suo libro verrà tenuto bene.

Avete lanciato altre iniziative?

Proseguendo nella realizzazione del progetto ci siamo accorti dell’esistenza di altre iniziative che potevano sposarsi molto bene con la nostra, come ad esempio la lotta alla ludopatia nei bar. Così abbiamo deciso di lanciare la campagna “No alle slot machine, sì ai libri”. Tutti i nostri bar sono senza slot, e al loro posto si trovano i libri. Abbiamo cercato di mettere in pratica un modello di bar come luogo di arricchimento culturale ed emozionale, in cui viene privilegiato sempre il rapporto umano, anche perché c’è sempre un minimo di scambio tra esercente e lettore. Poi ci è venuta un’altra idea, in particolare vedendo ciò che hanno fatto i netturbini a Istanbul, che hanno aperto una biblioteca con 6000 libri destinati al macero. Su questa scia, stiamo cercando di convincere le amministrazioni locali a mettere un punto di recupero libri nelle isole ecologiche, anche se al momento l’ha fatto solo Pedara un comune alle pendici dell’Etna, perché la burocrazia tende a rallentare tutto.