Lavorare a maglia è una terapia (da fare in gruppo): ecco spiegato il successo dei knit café

Perché sferruzzare in compagnia fa stare così bene? Ce lo spiega Rosanna Bassani, insegnante e designer di maglieria, che organizza lezioni e corsi per imparare a lavorare a maglia, scambiando anche quattro chiacchiere.
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Gaia Cortese 18 Gennaio 2023

Una maglia a diritto, una maglia a rovescio e soprattutto il piacere di chiacchierare mentre si sferruzza. Lavorare a maglia è un’attività appassionante e se lo si fa in compagnia, all’ora dell’aperitivo o davanti a un tè con pasticcini, meglio ancora.

È per questo che da diverso tempo spopolano i knit café, luoghi dove gli appassionati di lavoro a maglia possono incontrarsi e dedicarsi al proprio hobby in compagnia di persone che condividono la stessa passione e, secondo un sondaggio del brand We are knitters, la maggior parte dei fan del lavoro a maglia si concentra a Milano, seguita da Genova e Torino. Proprio nel capoluogo lombardo, infatti, sono in continuo aumento i luoghi messi a disposizione di chi vuole incrociare i ferri in compagnia.

In via Buonarroti, per esempio, Sferruzzamente offre corsi per chi è alle prime armi e per chi invece vuole migliorarsi approfondendo alcune tecniche, mentre all’ombra degli alberi di acacia di via Ampere, c’è Lana di miele, un knit garden bar dove si lavora a maglia e all’uncinetto in un “giardino urbano", dove far tacere tutto il "ronzio" della routine quotidiana.

L’idea del knit café è ripresa anche dalla merceria Zucchero filato di via Tunisia, dove abbiamo incontrato Rosanna Bassani, trent’anni di esperienza nel lavoro a maglia e all’uncinetto, che sono diventati il suo lavoro principale tra negozi di filati, scuole e associazioni.

“Il mio knit café? In verità tengo lezioni in vari luoghi, non ho un luogo fisso, ma il mio obiettivo è quello di riuscire a personalizzare quelli che sono dei corsi collettivi, perché possano andare incontro alle esigenze di ciascun allievo. Così, dalle prime lezioni si può iniziare a operare su alcuni campioni e imparare i punti base fino a realizzare un capo vero e proprio, scelto dallo stesso allievo – spiega Rosanna Bassani -. È senza dubbio un lavoro collettivo: ogni allievo viene stimolato anche dai lavori altrui, dalle spiegazioni e dai consigli rivolti agli altri; sono infatti convinta che tanti cervelli insieme ragionino molto meglio che se presi singolarmente".

“Ritrovarsi a lavorare ai ferri è una boccata di ossigeno, un momento di puro piacere puro. Le persone arrivano rilassate perché in fondo si tratta di un hobby, non ci sono voti o esami, e poi per tante di loro è quasi una terapia – continua Rosanna -. È un momento creativo che aumenta l’autostima perché dal nulla si può creare un prodotto utile e bello, che hai voluto tu, e poi c'è il movimento ripetitivo delle mani che è come un mantra che invita a rilassare la mente".

I knit café possono essere diversi l'uno dall'altro, ma non è un caso che in ogni occasione, incontro dopo incontro, vengano a crearsi rapporti umani belli e profondi. Non è raro, infatti, che alcune allieve diventino vere e proprie amiche nella vita, che trascorrano insieme le vacanze e passino del tempo insieme a prescindere dal corso di maglia.

"Le chiacchiere tra donne sono meravigliose, perché tra loro riescono ad aprirsi molto facilmente e forse un aspetto positivo dello sferruzzare e che ti lascia labbra e testa molto libere, questo contribuisce alla socialità tra persone – spiega Rosanna -. Mi capitano molte donne operate di recente al tumore al seno che ritrovano il piacere di stare insieme, donne che hanno subito maltrattamenti o donne che sentono la solitudine. Ovvio, non si tratta di fare una seduta dallo psicologo, ma questa cosa fa davvero bene".