Le piante ornamentali sono il primo veicolo di specie aliene in Italia, meglio quelle autoctone: 5 varietà da coltivare su balcone e giardino

Secondo un’attenta analisi di ISPRA, virus e batteri che hanno distrutto intere popolazioni di piante sono entrati grazie a quelle “ornamentali” non autoctone. Quali bisogna coltivare in balcone o in giardino allora? Intanto si studia anche un sistema di etichettazione ad hoc.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Francesco Castagna 25 Marzo 2024

Viaggiatrici senza frontiere, trovano riparo in altri organismi e li utilizzano "per spostarsi" in altre aree del nostro pianeta. Sono le specie aliene, che possono essere sia di tipo animale che vegetale. Di questi personaggi "non protagonisti" che però possono cambiare la storia di numerosi territori, ne abbiamo già sentito parlare in passato. È il caso del granchio blu l'anno scorso, con cui i pescatori della laguna di Venezia stanno facendo ancora i conti, o della Xylella, che ha messo in ginocchio le attività degli agricoltori del sud Italia (sono arrivate qui attraverso le piante ornamentali importante dalla Costa Rica), o il punteruolo rosso, che ha colpito le piante a Pistoia, e per finire il tarlo asiatico in Lombardia (arrivato tramite un carico di bonsai).

Da quando abbiamo capito che la proliferazione di queste specie mette a rischio la biodiversità degli organismi che vivono qui da sempre, i ricercatori hanno cominciato a studiare le loro caratteristiche, ma soprattutto le modalità attraverso cui arrivano in Italia. Di questo se ne è occupato l'ISPRA, con il lavoro di Pietro Genovesi, primo tecnologo e responsabile dell’area gestione e conservazione della fauna di ISPRA. È colui che presiede il gruppo specialistico dell’IUCN sulle specie invasive e il ricercatore più citato al mondo per le sue pubblicazioni nel campo ambientale.

Il rapporto più recente che fa chiarezza sull'andamento dell'espansione delle specie aliene nel mondo è "Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services" dell'Ipbes, nel 2023. All'interno del testo è stato analizzato come le specie aliene facciano "autostop" sulle rotte commerciali globalizzate, "portando malattie, distruzione dei raccolti e danni a edifici e arredi". L'analisi, svolta su scala globale, dimostra come "più di 37.000 specie aliene siano state introdotte dalle attività umane in tutte le regioni e i biomi della Terra". Nello specifico, in Italia, "sono state identificate oltre 3.500 specie aliene, di cui 3.363 attualmente presenti. Molte sono arrivate con merci o mezzi di trasporto".

Valorizzare le specie autoctone

Per cominciare a ridurre drasticamente la proliferazione di specie aliene nel nostro Paese è importante partire dall'acquisto e dalla coltivazione di piante che sono originarie dei nostri territori. Valorizzare quelle autoctone, infatti, non solo ci farà apprezzare la bellezza della natura che cresce in Italia, ma ci permette anche di conoscere al meglio la filiera di produzione e di vendita.

Favorire una migliore etichettatura delle specie aliene

Inoltre, l'Ispra consiglia di adottare -tra le buone pratiche- un codice di etichettatura per le specie invasive, o potenzialmente, in grado di  fornire "informazioni sui possibili rischi per l’ambiente e raccomandazioni per la gestione della pianta in giardino". Il "richiamo" si trova all'interno di un documento redatto dall'Ispra nel 2022, in cui si riprende il progetto ASAP-Alien Species Awareness Program, che nel 2018 ha dato luce al "Codice di condotta su Florovivaismo e Verde Ornamentale".

Fatta premessa che le piante che non hanno origine in Italia non sono un grave problema se si trovano in balcone, a meno che non si verificano casi di inseminazione anemogama o anemofila (quando il vettore di spostamento è il vento), in campagna invece questi organismi potrebbero rappresentare un problema per gli habitat. È importante sapere infatti che, su scala globale, le specie aliene invasive sono responsabili del 60% delle estinzioni di piante e animali. I dati di Coldiretti ci mostrano come i danni alle piantagioni locali siano miliardari (2023). Quali specie scegliere allora? Ecco cinque piante ornamentali da coltivare in balcone o nel tuo giardino.

La salvia

Cresce nelle aree mediterranee da secoli, tanto che gli antichi Greci e Romani la utilizzavano per le sue proprietà curative. Se messa in un luogo dove è in grado di ricevere abbastanza luce solare (almeno sei ore al giorno), questa pianta è in grado di sprigionare un profumo intenso e allo stesso tempo decorare gli esterni della tua casa. È semplice da coltivare, perché è resistente e non richiede molta acqua, e ha bisogno di un vaso capiente. L'unico errore da non fare è di non metterla mai accanto al rosmarino, in quanto entrambe producono molte radici e rischierebbero di soffocarsi a vicenda.

La Achillea millefolium

È una pianta che cresce principalmente nelle aree incolte dell'Italia settentrionale: la si può trovare in zone campestri o lungo i margini di sentieri che portano sulle Alpi. È una pianta perenne e ha dei piccoli fiori rosa chiaro, ma anche bianchi, viola o gialli. Il suo nome ci arriva direttamente dall'Antica Grecia, è "Achillea" a suggerirci l'origine. Questa varietà, che ha proprietà altamente cicatrizzanti, infatti si crede che sia stata utilizzata da Achille per curare i suoi soldati durante l'assedio di Troia. A sostenere questa tesi è lo scrittore Plinio, in uno dei suoi versi.

L'Asarum europaeum

Di un verde intenso, la pianta si espande formando un vero e proprio tappeto di foglie. È capace di crescere anche in ambienti non particolarmente soleggiati, ma ha bisogno di un terreno fertile. Il suo fogliame è così bello da rubare l'attenzione ai piccoli fiori rossi che crescono in primavera.

Il Lythrum salicaria

Viola, dai fiori profumatissimi e sporgenti. Questa pianta cresce in modo spontaneo in tutta Italia. I suoi luoghi preferiti sono i laghi, i torrenti, ma anche i prati incolti. È una specie ottima da coltivare in giardino, tra le varie cose non ha bisogno di particolari cure, in quanto essendo spontanea è in grado di adattarsi a diverse condizioni, a patto che il terreno sia fertile. In più, molti non sanno che il Lythrum salicaria può essere utilizzato per diversi scopi: i suoi giovani germogli sono ottimi per l'insalata, la macerazione delle foglie produce acquavite, mentre se seccate possono diventare un surrogato del tè. Non mancano i suoi utilizzi nel campo medico-veterinario per le sue proprietà astringenti, antibatteriche, diuretiche e antiemorragiche.

La Luzula nivea

"Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno…". No, in realtà questa pianta non ha fatto tutti questi viaggi, ma crescendo sulle Alpi (o sui Pirenei) si è limitata a espandersi verso tutta la catena appenninica. Dai fiori bianchi, la Luzula nivea prende il nome dalla neve. Ama la mezz'ombra, cresce al margine di boschi di latifoglie e preferisce terreni fertili o umidi arricchiti con sostanze organiche.