Le porfirie, il gruppo di malattie rare più variegato

Le porfirie sono un gruppo di malattie metaboliche rare, provocate da un deficit nella produzione dell’EME, un composto che fa parte dell’emoglobina. Chi ne soffre, avrà difficoltà ad esporsi alla luce del sole e sarà spesso stanco e dovrà completamente cambiare le sue abitudini e la sua dieta. Comincia qui il nostro viaggio per conoscere meglio le malattie rare.
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Rubrica a cura di Giulia Dallagiovanna
7 Settembre 2020

Le porfirie sono un gruppo di malattie metaboliche causate da un deficit dell'attività di uno degli enzimi coinvolti nella biosintesi dell'EME, un complesso chimico che fa parte dell'emoglobina. Il risultato è un accumulo di molecole, che si chiamano proprio porfirine, o dei loro precursori nei tessuti del tuo organismo. Vengono poi eliminate attraverso urine e feci, che infatti possono assumere una colorazione particolare. Dove si formino di preciso questi depositi o quali sintomi ne derivino dipende in realtà dal tipo specifico di difetto genetico che ha portato allo sviluppo della malattia.

Bene, arrivati a questo punto, credo che tu abbia capito poco o nulla. E un po' sarà il linguaggio tecnico utilizzato, ma un po' sarà anche dovuto al fatto che tu con la porfiria, anzi con le porfirie, non sarai mai entrato in contatto. Sei infatti di fronte a un gruppo di malattie rare, forse il più variegato che si conosca al momento, per le quali per fortuna esistono delle cure, sebbene non definitive. Non è così per tutte, purtroppo. Conoscerle, però, è importante. Per te, che sarai più preparato all'eventuale incontro con una persona che ne è affetta, e per loro, che forse finalmente potranno sentirsi un po' più compresi.

Prima di tutto, cosa significa di preciso "raro"? Questa etichetta viene affibbiata a patologie che colpiscono meno dello 0,05% della popolazione. Ma se mettiamo insieme tutti i pazienti affetti da una delle 7 o 8mila malattie rare che oggi la Medicina riconosce, arriviamo a due milioni e solo in Italia. Una grande metropoli, insomma. Il concetto di raro diventa quindi ben più debole. E forse del tutto sconosciuto per quelle persone e quelle famiglie che tutti i giorni hanno a che fare con problemi per i quali spesso non esiste nemmeno una cura. Ecco perché "Raro e quotidiano" sarà il nome di questa rubrica. Perché mai come in questo caso, la realtà diventa una questione di punti di vista.

E allora cominciamo con le porfirie, di cui forse non hai mai neanche sentito parlare, ma che pare abbiano dato origine a uno dei miti più longevi della letteratura: i vampiri. Ma se questi ultimi sono personaggi di fantasia, i malati di porfiria esistono e necessitano di una diagnosi tempestiva e di tutte le terapie che sono a disposizione.

Cos'è

Si parla comunemente di porfiria, ma sarebbe invece meglio utilizzare il plurale, dal momento che si tratta di un gruppo anche piuttosto eterogeneo di malattie metaboliche rare. Come ti accennavo all'inizio, sono tutte accomunate da un difetto degli enzimi che partecipano alla biosintesi dell'EME. Ma cosa significa? Prima di tutto, l'EME è una componente fondamentale dell'emoglobina, cioè quella molecola piccolissima posta all'interno dei tuoi globuli rossi, con il compito di contenere il ferro e legarsi all'ossigeno, per trasportarlo in giro per tutto il tuo corpo. Dunque se c'è un deficit nella sintesi dell'EME, tutti questi processi sono in difficoltà.

Quali difficoltà specifiche, e di conseguenza quali sintomi vengono avvertiti dalla persone che ne soffre, dipende dal difetto genetico che è alla base della malattia. Non è infatti uguale per tutti i tipi di porfiria, che possono venire raggruppati in due principali categorie: acute e non acute.

Porfirie acute

Le porfirie sono acute quando è presente anche un coinvolgimento addominale e neurologico. I sintomi più frequenti in questi casi sono, appunto, crampi addominali e muscolari, nausea e vomito, astenia, perdita della sensibilità, aumento dei linfociti (leucocitosi), stitichezza, tachicardia, ipertensione, convulsioni, instabilità emotiva e irritabilità. Tra le porfirie acute puoi trovare:

  • deficit di ALA -Deidratasi
  • porfiria acuta intermittente
  • coproporfiria ereditaria
  • porfiria variegata

Porfirie non acute

Le profirie non acute vengono chiamate anche cutanee, perché i sintomi sono quasi tutti a livello della pelle. Molto comuni sono la fotofobia, cioè la difficoltà di rimanere esposti a fonti luminose, ispessimento del derma e la formazione di bolle. Le forme più diffuse, se così si può dire, di questa categoria sono:

  • protoporfiria eritropoietica
  • porfiria eritropoietica congenita
  • porfiria cutanea tarda
  • porfiria epatoeritropoietica

Le porfirie non acute si manifestano con una certa cronicità. Si definiscono anzi patologie intermittenti, perché emergono in presenza di alcuni fattori specifici. La produzione di porfirine tossiche è infatti costante a livello del fegato e del midollo osseo e provoca degli accumuli nella cute. La presenza di una fonte luminosa, di solito la luce del sole, genera la formazione di radicali tossici e di conseguenza compaiono vescicole, le bolle di cui ti parlavo prima e la pelle in generale apparirà molto fragile.

Le cause

La causa delle porfirie è una mutazione a livello dei geni che devono codificare gli enzimi per la sintesi dell'eme. Nella maggior parte dei casi si tratta di una patologia ereditaria e può essere sia a trasmissione autosomica recessiva, ovvero il bambino deve ereditare dai genitori due copie del gene alterato che deve dunque essere presente sia nella madre che nel padre, o dominante, quando di copia ne è sufficiente una sola.

I sintomi

Un sintomo comune a quasi tutti i tipi di porfiria è una colorazione particolare delle urine, che tenderanno al rosso più o meno scuro, soprattutto se esposte alla luce solare. Accade così perché si ossidano le porfirine eliminate attraverso la pipì.

Le altre manifestazioni dipendono invece dalla malattia specifica. Come abbiamo visto prima, le porfirie acute coinvolgono addome e apparato neurologico e quindi i sintomi riguarderanno soprattutto queste due aree. Ecco il perché della nausea e del vomito, dei crampi diffusi e della stitichezza. Possono poi sopraggiungere anche stanchezza profonda e febbre. Per quanto riguarda il lato neurologico, si manifesterà invece attraverso instabilità emotiva, depressione, irritabilità, ma anche possibili comportamenti suicidari. Potrebbero poi insorgere convulsioni, allucinazioni o apatia. Insomma è una malattia che arriva a coinvolgere la persona per intero, compreso il cuore, che potrebbe essere soggetto ad aritmie, e la circolazione, a causa della possibile ipertensione.

Un sintomo comune a quasi tutti i tipi di porfiria è una colorazione rossastra delle urine

Se invece si prendi in considerazione le porfirie cutanee, oltre alla fotofobia, le vescicole e le bolle, potresti notare anche un'ipertricosi (una produzione eccessiva di peli e capelli), ulcere cutanee e prurito diffuso.

Ma i segnali che connotano le porfirie possono essere molti di più. Una sudorazione eccessiva, ad esempio, mal di schiena, mal di testa, spasmi, insonnia, formicolio o perdita della sensibilità, occhi arrossati, fino ad arrivare a una tetraparesi o una tetraparesi spastica.

No, questa malattia non è una passeggiata e può cambiare in modo importante la vita di una paziente. Anche perché i sintomi emergono spesso quando una persona è già adulta e solo di rado sono presenti fin dall'infanzia. Dunque un cambio di abitudini che investe ogni sfera della quotidianità può essere ancora più traumatico.

La diagnosi

Non è semplice diagnosticare una porfiria, perché non è detto che si manifesti subito con sintomi specifici. Anche per questa ragione, la certezza arriva di solito quando una persona è già adulta. Gli esami a cui ci si deve sottoporre sono le analisi del sangue, delle urine e delle feci. Ma per capire meglio da quale forma si è affetti, bisogna passare a un'analisi genetica per individuare l'esatta mutazione del gene che ha provocato la malattia.

La cura

Non esiste una cura che risolva la porfiria in modo definitivo. In base alla forma dalla quale si è affetti, vengono messi in campo una serie di trattamenti farmacologici, ma anche una revisione della dieta e dello stile di vita. Bisognerà infatti stare più attenti al consumo di alcolici, che può peggiorare il problema, così come a un periodo di digiuno troppo lungo. Allo stesso tempo sarà importate evitare l'esposizione diretta alla luce del sole e questo fa sì che anche una semplice passeggiata debba essere affrontata con tutti gli accorgimenti del caso. Persino uno stress eccessivo può portare alla riacutizzazione dei sintomi.

Insomma chi soffre di porfiria è una persona nel complesso molto delicata e in ogni aspetto della sua vita, dovrà fare i conti con questa condizione. In alcuni casi poi diventa necessario anche un trapianto di midollo.

La porfiria e i vampiri

Non è una semplice curiosità, ma un fatto dimostrato anche da uno studio pubblicato nel 2017 su PNAS, il quale indagava per la verità su una delle possibili cause della protoporfiria eritropoietica. Questa particolare forma si manifesta già durante l'infanzia e con sintomi che nei secoli scorsi potevano spaventare e portare a pensare alla manifestazione di un qualche spirito maligno. O un vampiro.

Chi ne è affetto, infatti, sarà carente di emoglobina e quindi anemico. Sarà dunque tendenzialmente pallido e probabilmente anche piuttosto magro e senza forze. Come ti dicevo prima, non potrà esporsi alla luce del sole e, in assenza delle terapie farmacologiche che esistono ora, la soluzione era non uscire durante il giorno e tenere chiuse le tende. Infine, le trasfusioni. Oggi si tratta di normali infusioni di sangue, ma un tempo bisognava ricorrere a quello animale, che il paziente doveva ingurgitare.

Superstizione, paura e scarsa cultura hanno fatto il resto. Ma come ha ricordato anche Barry Paw, uno degli autori dello studio: "I vampiri non sono reali, questa malattia sì: c'è realmente bisogno di terapie innovative per migliorare la vita di chi soffre di porfiria".

Fonti| Osservatorio Malattie Rare; Telethon

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Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…