L’Italia passa dal 28° al 25° posto nella classifica del World Happiness Report: merito della solidarietà dimostrata durante la crisi

Il 2020 è stato un anno segnato dalla pandemia: lockdown, scuole chiuse, posti di lavoro in bilico e un’economia in crisi. Quali sono stati gli effetti sul benessere psicofisico delle persone? Il World Happiness report, come ogni anno, ha stilato la classifica degli stati più felici al mondo e l’Italia non ne è uscita male.
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Gaia Cortese 20 Marzo 2021

Non solo Pil. Nello stato di benessere di una nazione rientrano molti più parametri, soprattutto quando se ne vuole scoprire il tasso di felicità. Il 2020 non è stato di certo un anno facile, anzi. La pandemia ha influenzato pesantemente almeno dieci mesi su dodici, mettendo a dura prova non solo l’economia del mondo, ma anche il benessere fisico e psichico delle persone.

Ogni anno, la United Nations Sustainable Development Solutions Network, in base ai dati del Gallup World Poll, pubblica il World Happiness Report, ossia la classifica dei Paesi più felici al mondo; quest’anno, tra l'altro, si è trovata ad affrontare una vera sfida, non solo nel fare queste valutazioni in un anno segnato dalla pandemia, ma anche nel dover tenere conto degli effetti che quest'ultima ha avuto sul benessere delle persone.

Da quando viene redatta questa curiosa classifica, tra i parametri di cui si tiene conto compare anche la fiducia della popolazione nei confronti della comunità, un parametro che non ha avuto poco peso in questo periodo storico, perché ogni soggetto ha cercato delle conferme e delle sicurezze per sviluppare la propria resilienza.

E se la Finlandia, risulta ancora, per il terzo anno consecutivo, in vetta alla classifica, proprio per la fiducia che il suo popolo nutre nei confronti della propria comunità, l’Italia è comunque passata dal 25esimo posto al 28esimo. Un dato interessante considerato che il nostro Paese è stato uno tra i più colpiti dalla circolazione del virus e dal numero di vittime in relazione al numero di abitanti.

Secondo l'ultimo World Happiness Report l'Italia ha guadagnato tre posizioni nella classifica delle nazioni più felici.

Un risultato che non ha lasciato impressionati i ricercatori del World Happiness Report, secondo i quali l’Italia, a differenza di altri Paesi, non ha risposto in maniera soddisfacente al virus, principalmente per una scarsa adesione dei cittadini alle misure richieste e per i pochi controlli effettuati, nonostante le misure stringenti. Non siamo uno dei popoli più disciplinati, è vero. E provare solo a metterci a confronto con altri Paesi più ligi ai doveri, potrebbe farci scivolare in fondo alla classifica.

Voglio quindi dare più speranza alle parole di uno dei sostenitori della ricerca, Andrea Illy, che in un articolo pubblicato su ANSA difende il Paese dichiarando che “in Italia nelle profonde crisi viene fuori la solidarietà e il Paese fa uno scatto incredibile”.

Nonostante questi giorni siano quelli della terza ondata (quella che non avremmo voluto neppure vedere dal buco della serratura), nonostante la scuola, che dovrebbe essere un diritto per bambini e ragazzi, ancora una volta si è trasformata nella famigerata didattica a distanza, nonostante ci sia ancora chi non apprezza gli sforzi immani di medici e infermieri nel voler combattere il virus, c'è chi continua a credere nel valore della solidarietà, dell'aiuto reciproco, dell'altruismo e della sensibilità.

Questo forse non poterà al podio del World Happiness Report, ma alla felicità delle persone, indubbiamente sì.