L’Italia prova a sfidare l’Ue sullo stop a diesel e benzina nel 2035, ma Pichetto Fratin avrebbe potuto mettere il veto

Già vice ministro Mise con delega all’automotive, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica attuale ora si oppone alla decisione dell’Unione Europea sulla decisione di approvare il Fit for 55. Ma il ministro era già stato presente alle discussioni sul testo, e in due occasioni diverse l’esecutivo di Giorgia Meloni non si è opposto formalmente all’accordo. Non solo, ma sembrerebbe che l’Italia avrebbe potuto esprimere il proprio veto sulla decisione.
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Francesco Castagna 1 Marzo 2023

Cosa succede in Unione Europea in merito al Fit for 55? Perché il governo Meloni ora ha deciso di opporsi alla misura? Cerchiamo di ricostruire come sono andati i fatti. Il 27 ottobre 2022 il Consiglio e il Parlamento europeo avevano raggiunto un accordo politico provvisorio "su livelli più rigorosi di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei furgoni nuovi". Con questa decisione l'UE vorrebbe porsi come obiettivo quello di progredire verso una mobilità a zero emissioni.

L'accordo prevedeva due importanti decisioni:

  • obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 55% per le autovetture nuove e del 50% per i furgoni nuovi entro il 2030 rispetto ai livelli del 2021
  • obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 100% sia per le autovetture nuove che per i furgoni nuovi entro il 2035

La decisione, secondo la nota dell'Unione Europea, "se un costruttore soddisfa determinati parametri di riferimento per le vendite di veicoli a basse e a zero emissioni, può essere ricompensato con obiettivi meno rigorosi in materia di emissioni di CO2. I colegislatori hanno concordato un aumento del parametro di riferimento al 25% per le autovetture e al 17% per i furgoni per il periodo fino al 2030″.

Le decisioni in Unione Europea, in questo caso, si svolgono tramite procedura ordinaria. Questo vuol dire che, sia il Consiglio che il Parlamento Europeo devono mettersi d'accordo per far sì che ogni testo diventi legge. Al Consiglio Europeo si siedono i ministri dei Governi nazionali dei Paesi Membri, alla presenza del ministro competente in materia e, in un secondo momento, i capi di Governo (in questo caso dell'attuale esecutivo di Giorgia Meloni). Al tempo, quando le trattative erano ancora in corso, Pichetto Fratin era vice ministro Mise con delega all’automotive.

Questo vuol dire che, durante le trattative, il ministro era già presente. Non solo, ma c'è da dire anche che sotto il governo Draghi il ministro del MISE era Giancarlo Giorgetti, che fa parte dell'attuale maggioranza di governo e che ora è l'attuale Ministro dell'Economia e delle Finanze. Sembra quindi che l'attuale esecutivo stia sconfessando il lavoro portato avanti dai suoi stessi componenti.

Il ministro Pichetto Fratin non dice poi che il governo italiano attuale già il 6 novembre 2022, con l'attuale esecutivo già in carica, il Coreper, ovvero un organo del Consiglio UE che svolge la funzione di Comitato dei rappresentanti permanenti,  aveva approvato il testo sul regolamento raggiunto nei mesi prima dai due organi che detengono il potere legislativo: il Parlamento europeo e il Consiglio UE.

L’accordo tra le istituzioni UE è stato approvato in ultimo dalla Commissione Envi del Parlamento europeo il 1° dicembre 2022, questa volta con il voto contrario di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Tutte le forze politiche in questione fanno parte dell'attuale esecutivo, ma prima di questa votazione non risulta esserci stata nessuna forma di opposizione formale. A riportarlo è l'Agenzia Ansa, che conferma il via libera degli ambasciatori dei 27 Paesi membri all'accordo con l'Eurocamera per quanto riguarda gli standard di emissione di CO2 per auto e furgoni. Dopo questo passaggio, l'attuale governo era consapevole che il testo sarebbe stato approvato soltanto formalmente dal Parlamento UE.

"A livello europeo il tema del ‘Fit for 55’ va affrontato con cautela, realismo e serietà. Guardando al futuro bisognerà puntare nella diversificazione tra le diverse fonti di energia”, ha detto Pichetto Fratin.

Ma c'è di più, perché secondo i meccanismi europei, Giancarlo Pichetto Fratin, nelle vesti di rappresentante del Governo, avrebbe potuto mettere il veto su una decisione del genere. Perché non lo ha fatto se ora si dice contrario a questo provvedimento?