Lo Spazio uccide i tumori: in assenza di gravità le cellule cancerogene muoiono

Sono bastate 24 ore in un simulatore di microgravità per eliminare tra l’80% e il 90% delle cellule tumorali presenti. Provenivano da quattro differenti neoplasie, ma sono tutte morte senza ricorrere ai farmaci. Ora, non resta che capire come mai è accaduto questo importante fenomeno.
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Giulia Dallagiovanna 29 Agosto 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Vivere in assenza di gravità è complicato. E a quanto pare, per alcune cellule è addirittura impossibile. Per fortuna, però, si tratta proprio di quelle particelle che la medicina studia come eliminare, ovvero le cellule cancerogene. Dopo 24 ore di permanenza nello spazio, tra l'80% e il 90% di queste, semplicemente, muoiono. Una grande scoperta da parte di due ricercatori dell'Università di Tecnologia di Sydney, Joshua Chou e Anthony Kirollos, che loro stessi hanno annunciato e spiegato a un programma radiofonico di Abc, la più importante emittente australiana. Dal momento però che non si può prescrivere un viaggio oltre l'atmosfera terrestre per ogni paziente affetto da tumore, ora è necessario capire perché accade questo e come sia possibile riprodurlo sul nostro Pianeta.

Tutto è iniziato quasi per caso, quando Chou e Kirollos hanno notato quale effetto avesse sulle cellule malate il simulatore di microgravità che avevano installato nel loro laboratorio. Si sono accorti che le particelle, prelevate da quattro tipi di cancro, alle ovaie, al seno, al naso e ai polmoni, morivano nel giro di un giorno, senza nemmeno bisogno di ricorrere a farmaci.

Per capire il perché, l'esperimento proseguirà sulla Stazione Spaziale Internazionale

Più che un evento, si tratta quasi di una svolta nella ricerca. I due scienziati hanno già avanzato qualche prima ipotesi sulle cause del fenomeno. Ad esempio, potrebbero esserci dei problemi di comunicazione tra le cellule maligne quando si trovano in una condizione di gravità ridotta o del tutto assente. Non riescono più a muoversi e ad agire normalmente, così faticano a sopravvivere.

In ogni caso, per verificare che la teoria sia corretta e, soprattutto, che la formazione tumorale risulti effettivamente danneggiata dopo un viaggio nello spazio, i ricercatori faranno proprio questo: la lanceranno in orbita. Consegneranno un congegno simile a una scatoletta agli astronauti australiani che partiranno per la prima missione spaziale del Paese, alla volta della Stazione Spaziale Internazionale. Le cellule quindi rimarranno per un po' in un ambiente privo di gravità e si potrà capire se finiranno per morire tutte e come mai non riescano a resistere in queste condizioni.

Fonte| Intervista al programma radiofonico "7:30" di Abc, pubblicata il 27 agosto 2019

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