L’Unione Europea potrebbe allungare i tempi sul pacchetto Fit for 55 per le macchine

Il settore delle auto, l’automotive, è uno dei più importanti in Italia. Nel nostro Paese conta numeri che superano i 250mila in forza lavoro, ma l’Unione Europea con il pacchetto “Fit for 55” voleva limitare le emissioni di co2 entro il 2035, ora però lo scenario potrebbe cambiare.
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Francesco Castagna 14 Febbraio 2023

Il ministro Pichetto Fratin lo definisce "il settore manufatturiero più poderoso del nostro Paese". No, non è la moda "Made in Italy". Stiamo parlando dell'automotive, che in Italia conta 280mila occupati, di cui 250mila artigiani. Ma perché ne stiamo parlando proprio ora? Facciamo un passo indietro.

Il 14 luglio 2021 ai Paesi europei era stato presentato il pacchetto "Fit for 55", una serie di norme che rientrano nel Green Deal (il grande piano per la transizione ecologica dell'Unione Europea) con cui i Paesi membri UE vogliono raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

Il pacchetto comprende  un'insieme di misure che riguardano più settori, per la precisione contiene 13 proposte legislative. Tra queste vi è anche quella sui trasporti, in particolare sull'alimentazione delle auto. I Paesi membri dovrebbero smettere di immettere sul mercato comunitario i veicoli alimentati con motori a combustione interna (ovvero a diesel o a benzina), il termine ultimo è il 2035.

Un anno fa poi, a ottobre 2022 dopo il cambio di governo, il neo ministro Pichetto Fratin si era detto non favorevole ad adottare le linee guida del Pacchetto Fit for 55, considerandole poco rispettose del quadro economico italiano. Aveva quindi chiesto sostanzialmente una proroga al termine, ma ebbe parere negativo da parte dell'Unione Europea. In quell'occasione commentò la decisione definendola ideologica "Continuo a non immaginare il Gran Premio di Monza senza il rombo del motore delle auto in pista. Bisognava ridurre le emissioni in modo graduale tenendo conto della realtà che stiamo vivendo".

Ora però lo scenario potrebbe cambiare e Pichetto Fratin potrebbe trovare qualche alleato in più in Unione Europea. Secondo le rivelazioni del Ministro, in più persone starebbero cominciando a pensare a delle alternative rispetto a un blocco netto per questo settore. Tra l'altro ultimamente il costo delle macchine elettriche, rispetto a quelle a motore endotermico, sta progressivamente calando. Questo perché, come ti avevamo detto, "probabilmente il fattore che ha determinato questo è stato il caro energia. La ricarica delle autovetture elettriche, infatti, è diventata più costosa del rifornimento classico del carburante".

"Ora qualcuno ammette che possano rimanere i motori endotermici con carburante sintetico, quando ne parlai alla Unione Europea ricevetti il no secco. In due anni le cose sono un po' cambiate. La data del 2035 è stata una scelta meno razionale di quella che si sarebbe dovuto fare, come succede oggi per le case green", dice Pichetto Fratin, convinto del fatto che prima di prendere queste decisioni a livello europeo bisognerebbe discutere con ogni Paese per capire come adattare queste strategie a livello nazionale.

Per il Ministro le case automobilistiche oggi hanno la possibilità di produrre macchine alimentando il motore endotermico con il biometano. "La parte maggiore dei veicoli dovrà essere elettrica, ma non bisogna dimenticare la compatibilità economica e sociale. Tutto va graduato, dobbiamo accompagnare il cambiamento", conclude Pichetto Fratin.