L’uovo di Pasqua è sostenibile? La risposta è nei suoi due principali ingredienti. Ecco la nuova puntata di News in vOhga

Un nuovo approfondimento del WWF rivela l’impatto reale di zucchero e cacao sulle foreste e le società di Africa e Sudamerica.
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Rubrica a cura di Redazione
2 Aprile 2021

Cosa c’entrano le uova di Pasqua con la deforestazione? Detta così sembrerebbe nulla. Invece devi sapere che i due principali ingredienti di questo dolciume hanno alle spalle una produzione spesso insostenibile e causa di deforestazione in Africa e Sudamerica e di sfruttamento della manodopera, anche minorile.

A porre l’attenzione su questa realtà nascosta proprio nel periodo dell’anno caratterizzato dall’acquisto di cioccolato è il WWF attraverso l’approfondimento “Zucchero e cacao, due storie amare”, in cui accende i riflettori sulla triste realtà che si nasconde dietro la produzione di questi due comunissimi alimenti.

Lo zucchero, della cui forma grezza l’Unione europea è primo importatore, viene prodotto per la maggior parte dalla canna da zucchero. L’estensione delle coltivazioni di quest’ultima nel mondo equivale alla grandezza dell’Italia intera, 31 milioni di ettari. In Brasile, il suo principale importatore, questa coltura ha causato il 12% della deforestazione tra il 2002 e il 2012.

Il cacao, d’altra parte, potrebbe presto far scomparire le foreste dell’Africa occidentale. La sua produzione è infatti triplicata negli ultimi anni, causando la necessità di fare spazio a nuove piantagioni e quindi sacrificando foreste e gli ecosistemi che le abitano, tra cui animali in via di estinzione. Inoltre nel settore del cacao vengono impiegati ogni anno milioni di bambini lavoratori.

Ti starai chiedendo se esistono quindi delle alternative per non contribuire a tutto questo soltanto con l’acquisto di un uovo di Pasqua che dovrebbe portare soltanto gioia e felicità in casa. La risposta è naturalmente sì e come sempre riguarda principalmente l’attenzione e la consapevolezza al momento dell’acquisto. Il WWF consiglia infatti di orientare i consumi su cacao e zucchero provenienti da filiere biologiche ed equo solidali, in modo tale da salvaguardare sia l’ambiente che i diritti umani e non trovare, fuori dall’uovo, delle brutte sorprese.

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