Dal nome un po’ esotico che rimanda a un cocktail fresco bevuto su una spiaggia bianca, la malattia di Lyme non è una malattia del lime, il cugino del limone, ma un’infezione che si trasmette dalla zecca all’uomo.
La malattia di Lyme è un’infezione, in particolare è una zoonosi: vuol dire che l’essere umano la contrae da un animale, in questo caso dal morso delle zecche del genere Ixodes (o zecche dure).
Si tratta di quella che viene definita una sindrome multi-sistemica poiché interessa diversi organi e tessuti: dalla cute alle articolazioni, dal sistema linfatico a quello nervoso centrale e periferico fino al sistema cardiovascolare. Il segno iniziale dell'infezione, infatti, è una manifestazione che insorge sulla pelle (detto eritema migrante): da qui la malattia può anche comportare segni a livello del cuore, cervello e articolazioni.
Inoltre, se non è riconosciuta e trattata, la malattia può andare incontro a una fase cronica e più tardiva.
La malattia di Lyme si manifesta con dei sintomi precoci e con manifestazioni più tardive. Di solito tra i sintomi iniziali e quelli tardivi la persona è asintomatica, cioè sta soggettivamente bene. Il quadro clinico, come puoi intuire, può quindi essere molto variabile.
Le fasi della malattia sono tre:
Quando l'infezione è iniziale localizzata (o cutanea), il primo segno che noteresti è l’eritema migrante, una macchia rotondeggiante e rossastra con il centro più chiaro che compare dopo giorni dal morso della zecca.
L’eritema è piano (a volte anche leggermente rilevato) e spesso lo possiamo vedere sulle braccia o sulle gambe, cosce, inguine e ascelle. L’area di rossore poi tende a ingrandirsi, lasciando più pallida la zona compresa fra il centro e i contorni, tanto che il tipico aspetto dell’eritema si è guadagnato il pittoresco nome di rash a “occhio di bue” per descrivere bene il centro rosso più scuro, la periferia più chiara e di nuovo i contorni rosso scuro.
L’eritema non fa male nella maggior parte dei casi, a volte però può prudere e senza il trattamento sparisce spontaneamente in 3-4 settimane.
Dopo la comparsa dell’eritema, la spirocheta comincia a diffondersi a distanza prendendo la via dei vasi linfatici o sanguigni e provocando sintomi che dipenderanno da quale area del corpo verrà colpita. Ci possono essere sintomi:
Se la malattia di Lyme iniziale non si cura, allora dopo mesi o addirittura anni dall’infezione (dalla comparsa dell’eritema migrante) una grossa fetta di persone può sviluppare una forme di infezione tardiva persistente con manifestazioni croniche a carico di:
La causa della malattia di Lyme, come detto, è il morso della zecca e l’inoculazione nella pelle di un microorganismo.
Questo piccolissimo animaletto indesiderato trasmette con il suo morso delle spirochete, cioè dei batteri a forma di spirale (hai presente le stelle filanti di carnevale? Una cosa del genere).
La buona notizia è che fortunatamente la malattia non si può trasmettere da uomo a uomo, come invece accade per altre zoonosi.
Le spirochete trasmesse dalla zecca possono essere
Il batterio Borrelia burgdorferi è largamente diffuso in Europa ed è l’unico agente di infezione nel NordAmerica: è stato identificato come causa della malattia di Lyme solo nel 1982. È caratterizzato da una struttura a spirale, presenta degli endoflagelli ed è molto sensibile alle condizioni dell'ambiente che lo circondano.
Tutti questi batteri si trasmettono all’uomo attraverso la puntura di zecche dure del genere Ixodes i principali serbatoi sono animali selvatici come roditori, caprioli, cervi, volpi, lepri.
La malattia è più frequente nella stagione estiva perché è in questo periodo dell’anno che siamo più probabilmente a contatto con la natura, nei parchi o a fare delle belle scampagnate. E quindi con le zecche che, come ti ho accennato prima, rappresentano il serbatoio del batterio responsabile della malattia di Lyme.
Forse non lo sapevi ma si tratta di parassiti ematofagi obbligati, temporanei e in grado di trasmettere all'uomo anche altre malattie e numerosi agenti infettivi responsabili, per esempio, della babesiosi, delle rickettsiosi o di encefaliti virali.
Prima di mordere qualcuno, la zecca ha bisogno di una “casa” dove crescere e progettare la “conquista” della prossima preda che ingenuamente voleva solo godersi la giornata in mezzo alla natura. Le "case" delle zecche sono rappresentate da diversi animali che, ignari di tutto, se le portano a spasso come se niente fosse.
Alcuni di questi fungono quindi solo da ospiti (come il cervo negli Stati Uniti, che ospita la Borrelia burgdorferi, e la pecora in Europa), mentre altri mammiferi sono ospiti e possono loro stessi ammalarsi (come i cani).
A questo punto ti starai chiedendo come fanno le zecche a trasmettere la malattia. Il morso delle zecche funziona come la porta d’ingresso nella pelle dell’uomo. Per infettarti, però, la zecca deve attaccarsi alla tua cute in modo saldo e starci per più di 24 ore così da poter mordere (in modo indolore) e iniettare il batterio nel tuo organismo attraverso il rigurgito, le feci o la saliva.
La prima cosa che succederebbe, in questi casi, è una reazione infiammatoria locale nella zona del morso, e quindi d’entrata del batterio (eritema migrante), che è quindi la prima manifestazione visibile dell’infezione. Dopo di che, dopo un tempo variabile fino ai 30 giorni, la spirocheta può migrare attraverso i vasi linfatici o sanguigni verso altri organi o altre sedi cutanee.
Riconoscere la puntura di una zecca non è facile perché, come ti ho detto prima, avviene in modo indolore e a causa della saliva che ti inietterà sotto pelle, non avvertirai né prurito né dolore. È difficile rendersi conto di essere stati morsi. L'indizio migliore, in questo senso, è rappresentato dall'animale stesso che, di solito, resta attaccato alla pelle anche dopo aver compiuto l'opera.
Se sei stato a lungo in un ambiente che poteva essere popolato da zecche, la cosa migliore quindi è controllare tutta la superficie del tuo corpo alla ricerca puntino nero, grande qualche millimetro e simile alla capocchia di un spillo: quella, in realtà, è la zecca.
Tieni a mente un dettaglio: la malattia di Lyme può essere trasmessa più di una volta, questo perché il tuo organismo non sviluppa un'immunità definitiva dopo aver contratto e superato un'infezione da Borrelia burgdorferi. Quindi è importante sempre fare attenzione alle zecche.
Il tempo che trascorre tra il morso di una zecca infetta e l'insorgenza della malattia e si chiama periodo d'incubazione. Per la malattia di Lyme, questo tempo può variare dai 4 ai 30 giorni. Tanto, insomma, anche se più spesso i sintomi cominciano a manifestarsi tra i 7 ai 10 giorni.
In Italia, la malattia di Lyme è presente e ogni anno provoca circa 500-1000 nuovi infezioni (1-70/20mila in Europa). Ogg le regioni più colpite, dove la patologia è considerata endemica sono:
A livello globale invece è molto diffusa in America, dove è stata segnalata in ben 49 Stati, con un'alta prevalenza nel Maine, in Virginia, nel Wisconsin, in Minnesota e in Michigan. La malattia di Lyme è poi presente anche nei paesi dell'ex URSS, in Cina e in Giappone.
L’eritema migrante è il primo segno di malattia e interessa la pelle, per questo motivo è possibile che il percorso diagnostico inizi nello studio del dermatologo (preceduto dalla visita del medico di medicina generale che prescrive i vari accertamenti del caso).
La diagnosi è clinica nella fase iniziale, ed è supportata dagli esami di laboratorio e da quelli strumentali per escludere che siano coinvolti altri organi.
La cura principale per la malattia di Lyme si concentra sull’eliminazione della spirocheta che, essendo un batterio, è sensibile agli antibiotici, meglio se utilizzati subito nella fase iniziale dell’infezione.
Agli antibiotici possono essere aggiunti altri farmaci o manovre utili per alleviare i sintomi associati, come antiinfiammatori, corticosteroidi, artrocentesi.
La zecca, una volta attaccata alla pelle, rimane lì per un po’ di giorni a pasteggiare con il sangue dello sventurato e la trasmissione di B. burgorferi non avviene prima di 36 ore dal morso. Con queste premesse possiamo attuare alcuni piccoli accorgimenti per prevenire il morso e la propagazione dell’infezione.
Per prevenire l’esposizione alla zecca e al morso, soprattutto chi vive in quelle aree dove la malattia è endemica, deve:
Per prevenire la diffusione dell’infezione da Borrelia invece serve:
Fonti | Manuale MSD per professionisti
(Articolo scritto da Roberta Kayed il 3 giugno 2020
Modificato da Kevin Ben Alì Zinati il 14 giugno 2023)