Milano, sempre più biciclette per assomigliare ad una piccola Amsterdam

Milano sempre più green city, verso una mobilità sostenibile su due ruote. Per ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità dell’aria è necessario che ognuno di noi riduca al minimo l’utilizzo dell’automobile. Fortunatamente i milanesi possono contare su una rete di trasporti pubblici valida e su diversi operatori di bike sharing.
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Rubrica a cura di Gaia Cortese
20 Febbraio 2019

Se riesci a evitare i binari del tram e qualche scivolone sul pavé bagnato, Milano è una città meravigliosa da girare in bicicletta. Ancora lontana dal poter essere considerata una piccola Amsterdam nella Pianura Padana, il capoluogo lombardo ce la sta mettendo tutta per promuovere la mobilità sostenibile e per decongestionare la città dal traffico urbano. Ma i Navigli ci sono. Le biciclette pure. Cosa ci manca per prendere esempio dai nostri amici olandesi?

A Milano ogni 100 abitanti ci sono ben 55 automobili, contro le 30 di Londra e le 26 di Parigi. La scarsa qualità dell’aria e l’emergenza dell’alta percentuale delle polveri sottili rendono necessarie delle contromisure per migliorare la qualità di vita dei cittadini, migliorando la qualità dell’aria e trovando una soluzione al traffico quotidiano. Cosa che molti milanesi hanno cercato di risolvere a modo loro prediligendo gli spostamenti sui mezzi pubblici o, quelli meno attenti alle problematiche ambientali, passando dall’automobile allo scooter per raggiungere l’ufficio in tempi record. Eppure, nell’agenda del Comune di Milano, la volontà di promuovere l’utilizzo della bicicletta e offrire servizi dedicati per chi si muove sulle due ruote, è più appassionato che mai. L’amministrazione, infatti, punta a realizzare un considerevole numero di infrastrutture ciclistiche come piste, corsie dedicate e cavalcavia, a favorire l’accesso all’area metropolitana e anche a valorizzare il turismo su due ruote.

BikeMi è stato il primo bike sharing arrivato a Milano nel 2008. Nella città ci sono almeno 280 stalli e rastrelliere a disposizione dei cittadini.

Milano è una piccola metropoli dove la rete di mezzi pubblici funziona bene e i collegamenti da una parte all’altra della città non mancano. Da diversi anni, al trasporto pubblico milanese, si è aggiunto il bike sharing: inizialmente guardato con diffidenza, nel tempo è stato sempre più apprezzato dai cittadini e anche da molti turisti. Milano, tutto sommato, si presta all’essere percorsa su due ruote: è pianeggiante, estesa ma non troppo e, nel periodo invernale, il clima non è poi più così rigido.

Il capoluogo lombardo ha conosciuto il bike sharing con BikeMi nel 2008. Un sistema di trasporto pubblico in condivisione che mette a disposizione biciclette tradizionali, a pedalata assistita o dotate di seggiolino. Le si trovano facilmente nelle vicinanze delle principali stazioni dei treni o della metropolitana e solo dopo i primi 30 minuti di utilizzo, si paga la tariffa prevista. Dal 2008 al 2016 BikeMi è passato da 2.500 abbonati a quasi 120 mila. I segnali, insomma, sono tutti positivi. Tant'è che allo storico bike sharing del BikeMi, in tempi recenti si sono aggiunti Mobike (attivo da settembre 2017) e l'operatore cinese Ofo, arrivato a Milano poco dopo Mobike con 4.000 biciclette gialle, che però negli ultimi tempi sembra essere un po' in crisi. Milano sta vivendo uno sviluppo della mobilità sostenibile forse inatteso, ma molto apprezzato dai cittadini e che ha fatto registrare un notevole incremento delle bici pubbliche in circolazione.

Le biciclette grigie e arancioni di Mobike. A Milano ne sono state messe a disposizione ben 8.000.

La principale differenza tra il servizio offerto da BikeMi e i più recenti operatori di bike sharing è che con BikeMi le biciclette devono essere prese ed essere lasciate esclusivamente negli appositi stalli dislocati in vari punti della città (le stazioni attive sono 280); al contrario, Mobike o Ofo sono operatori “free floating“: le biciclette si possono trovare e lasciare in qualsiasi punto all’interno dell’area definita dall’operatore. Il servizio di free floating è decisamente comodo e attualmente lo storico BikeMi sta pagando lo scotto di essere entrato nel mercato ormai dieci anni fa quando questo sistema avrebbe incontrato troppe difficoltà tecniche. Ad ogni modo, Milano è sempre più attrezzata per diventare una piccola Amsterdam, dove i Navigli non sfigurano se paragonati ai canali della città olandese, le piste ciclabili non mancano, e di biciclette se ne contano ormai a migliaia.

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